Venerdì 1 febbraio, ore 20,30, al Centro civico, via Rivali S. Bartolomeo a Lugo, ci sarà un incontro con Obes Grandini, cicloviaggiatore di Medelana (FE) che con la sua bicicletta ha compiuto imprese eccezionali per raccontarci le sue esperienze di viaggio e condividere con noi le sue avventure in bicicletta.
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Ha viaggiato in Africa Centrale, Tibet, America Latina, Egitto, Siria. E’ autore di “America Latina. Un viaggio in bicicletta” e “Dalla pianura padana all’altopiano Tibetano in bicicletta”. Un viaggiatore d’altri tempi
E’ un onore ed un piacere intervistare Obes, un viaggiatore vero, uno che nella sua vita ha viaggiato in lungo e in largo per il mondo, dapprima in auto e successivamente in bicicletta.
Un viaggiatore d’altri tempi, che non cerca ne gloria se sponsors, ma viaggia per il solo piacere di scoprire nuove culture, nuovi popoli, usanze e costumi.
QUANDO HAI INIZIATO A VIAGGIARE E IN CHE MODO?
A diciotto anni, a bordo di una Citroen 2CV, ho raggiunto Amsterdam e Londra. Nel 1972, in compagnia di tre amici, seguendo quella che venne denominata “Via dell’Hippy”, siamo arrivati a Nuova Delhi e ritornati a casa a bordo di uno scassato furgone Volkswagen. Da allora, anche per costi e guasti, ho capito che i motori non erano il mio mezzo ideale per andare in giro.
QUAL E’ STATO IL PRIMO LUNGO VIAGGIO IN BICICLETTA
Nel maggio del 1980, in sella a una bicicletta con solo tre cambi dietro, sono partito da casa alla volta dell’Irlanda. In Inghilterra ho cambiato la bicicletta per una di seconda mano ma da “viaggio”, e con quella ho raggiunto Capo Nord e fatto ritorno a casa dopo 15 mesi.
COSA TI SPINGE A VIAGGIARE IN BICICLETTA IN ZONE LONTANE DAL MONDO E PER LUNGHI PERIODI?
Il desiderio di muovermi lentamente, di sostare nelle piccole realtà, di scegliere strade secondarie, scenari diversi e culture opposte; di diluire il tempo senza l’assillo del tic tac, di confondere la domenica con il lunedì.
HAI MAI AVUTO RIPENSAMENTI DURANTE UNO DI QUESTI VIAGGI? MOMENTI IN CUI TI SEI CHIESTO “MA COSA CI FACCIO QUI?”
E’ capitato di avere momenti di insicurezza, di stress fisico e, peggio, mentale tanto da sentirmi debole nelle decisioni. Poi, quei momenti sono passati, non so se per una mia forza d’animo o perché non ero ancora arrivato all’estremo. Con il tempo, la difficoltà di quelle situazioni, hanno temprato il mio carattere e fortificato il modo di agire…
COME TI ORGANIZZI PER VITTO E ALLOGGIO QUANDO SEI IN VIAGGIO?
Mi porto fornello e tegamini per prepararmi un pasto, e una tenda di buona qualità per la notte, ma credo di avere dormito un po’ ovunque. Mi sfamo nei ristoranti per strada; compro cibo locale che metto nelle borse. Quando posso, non mi faccio mai mancare i fiocchi
d’avena, facili da cucinare e preparare, dei veri salva fame. Il problema, in certe parti del pianeta, resta la reperibilità dell’acqua potabile. In caso di necessità uso le pastiglie disinfettanti “Micropour”.
QUAL E’ NORMALMENTE IL TUO BUDGET GIORNALIERO E COSA COMPRENDE?
Dipende da dove mi trovo. Non stabilisco nessun budget, spendo il necessario, quello che mi sembra giusto. Di sicuro il mio portafoglio è sempre un piccolo mucchietto, ma non è un problema. Anzi, la povertà stimola il mio coraggio, mi avvicina alla gente comune, consigliandomi la vita all’aria aperta; è una guida a essere me stesso.
QUALI SONO LE DIFFICOLTA’ MAGGIORI CHE HAI INCONTRATO NEI TUOI VIAGGI?
Sicuramente i confini burocratici creati dall’uomo. I visti, spesso, sono montagne invalicabili.
QUAL E’ STATO IL VIAGGIO CHE PIU’ TI E’ RIMASTO NEL CUORE?
Il primo viaggio a Capo Nord lo ricordo con nostalgia, probabilmente perché sento attrazione per il nord della terra, o perché è stata la prima esperienza in bicicletta e mi ha aperto gli occhi su un mondo che, visto su due ruote silenziose, mi sembrava migliore.
Anche il breve tratto in Tibet mi ha donato significative esperienze che sempre affiorano
con intatta intensità.E IL VIAGGIO CHE HAI TROVATO MAGGIORI DIFFICOLTA’ ?
La pedalata da casa fino all’altopiano tibetano è stata la più complicata. Ho subito un pesante furto di denaro a Istanbul con ricovero in ospedale causa il narcotico che i rapinatori
hanno usato per stordirmi. Poi i nauseanti problemi per ottenere i visti strada facendo e, per ultimo, l’attentato terroristico alle Torri Gemelle dell’undici settembre che mi ha sbarrato la strada per il Pakistan obbligandomi a scegliere il percorso attraverso il Tibet, territorio allora chiuso ai viaggiatori individuali.
COSA INSEGNA A LIVELLO PERSONALE UN VIAGGIO IN ZONE DEL MONDO CON USANZE E TRADIZIONI DIVERSE DALLE NOSTRE?
Se sei disposto e ricettivo, ti apre la mente, ti dona cultura, è un’ottima scuola. S’impara a conoscere il posto dove si sta viaggiando e, di riflesso, anche l’ambiente quotidiano, quello di tutti i giorni, perché ripensato e confrontato con lo spirito del viaggiatore. Soprattutto s’impara a conoscere se stessi.
COM’E’ NATA L’IDEA DI SCRIVERE LIBRI?
Mi è sempre venuto facile, naturale scrivere, tenere un diario, cercare di tradurre in parole scritte le sensazioni, i sentimenti, le emozioni. Questi scritti sono la mia memoria.
Non pensavo di fare dei libri. Poi, per puro caso, dopo anni che avevo questi diari, uno di questi è stato letto da una persona che mi ha convinto a farlo visionare da una casa editrice.
QUALI SONO I TUOI PROGETTI PER IL FUTURO?
Non faccio mai programmi a lungo termine. Un viaggio può essere preparato in due settimane (quello di Canada Alaska in pochi giorni). L’importante è avere la bicicletta in ordine, il passaporto in regola e un gruzzoletto da parte ma, soprattutto, avere la voglia di sconfinare dalla realtà del quotidiano.
Alcuni dei diari di viaggio di Grandini sono diventati veri e propri libri, tre grandi racconti in cui si può davvero cogliere tutta la sua umanità: pensieri, emozioni, paure, sensazioni. Così sono nati: “America Latina. Un viaggio in bicicletta”, “Dalla Pianura Padana all’altopiano Tibetano” e “Nel Grande Nord: Canada-Alaska e Siberia”.
“Il primo è il racconto dell’attraversata del continente sudamericano – dice Obes – : caldo tropicale, il verde intenso della foresta amazzonica e i suoi abitanti, il vento impetuoso della Patagonia e lo splendore delle montagne della catena andina. Nel secondo libro, invece, racconto il viaggio che, in assoluto, mi rende più orgoglioso, per le difficoltà affrontate, ma anche quello che più mi ha emozionato, per l’incontro con i tibetani in una terra a un passo dal cielo.
Nel terzo libro sono, infine, sintetizzati i due racconti nel Grande Nord, la mia grande passione: due racconti in epoche diverse in territori dalla natura forte e selvaggia che ha e ha davvero fatto breccia nel mio cuore”
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