Operazione Aderlass: Stefan Denifl condannato

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L’operazione Aderlass, dopo aver portato alla squalifica di 4 anni per Georg Preidler (Groupama-FdJ), Kristijan Durasek (UAE) e la mountain biker austriaca Christina Kollmann, e quella di 2 anni per Borut Božič e Kristijan Koren della Bahrain-Merida e agli ex-pro Alessandro Petacchi e Danilo Hondo, si arricchisce dei 2 anni di reclusione, di cui 16 mesi con la condizionale, a Stefan Denifl. La pena per ora è sospesa e non definitiva da quanto si legge sul quotdiano austriaco Kurier.at.

Il 33enne austriaco è anche accusato di aver nascosto in modo fraudolento i suoi averi liquidi, per non dover pagare i 349.000eu di ammenda comminata dal tribunale di Innsbruck. Denifl però nega il fatto dichiarando di aver voluto semplicemente investire i soldi in oro e bitcoins. Anche se il giudice definisce “sospetto” che i soldi siano stati ritirati dopo anni senza movimenti nel conto proprio prima della sentenza.

Un membro della AquaBlueSport, ex squadra di Denifl (prima del breve passaggio alla CCC, che Denifl nega sia stato interrotto dall’inchiesta, ma dalla sua volontà di smettere), ha testimoniato davanti ai giudici che la squadra non ha interesse a chiedere a Denifl risarcimenti o danni, stimati, tra contratti e bonus, in 580.000eu.

Infine il tribunale ha rigettato le accuse dell’avvocato di Denifl, secondo il quale nel ciclismo ci sia un 90% di corridori dopati, con la motivazione che è onere dell’avvocato provarlo.

La prossima udienza a fine Febbraio.

Commenti

  1. spiace, ma dall'immagine si capisce che i corridori che si dopano, spesso
    si infilano in cose più grandi di loro che poi non riescono a gerstire
    il penale sul doping dovrebbe scoraggiare alla radice, ma non sempre è cosi
    piu che le conseguenze sanzionatorie dovrebbero scoraggiare il ritrovarsi spaesato e additato in un mondo che di colpo non ti considera più
  2. Ser pecora:

    Più o meno secondo me. Dipende molto dal paese di provenienza e dal quadro legislativo in cui si muove l'indagine.
    Dubito che Denifl sarebbe stato condannato penalmente in Italia, ad esempio. Petacchi nella stessa inchiesta non lo è stato.
    Idem un Armstrong: in europa molti strumenti giudiziari usati contro di lui nemmeno esistono (whistleblowing, testimonianze giurate, reati federali, etc..)

    Che poi il "loro mondo" non li consideri più non direi. Il 90% degli staff delle attuali squadre pro sono ex-corridori anni '90 e ben pochi sono quelli passati indenni all'antidoping. Senza contare varie figure in seno alle aziende del settore, dal marketing ad altro o i media (cronisti, telecronisti, etc.).
    Persino l'appestato Armstrong fa il commentatore.
    forse non mi ero spiegato bene....
    a differenza di personaggi senza scrupoli che ne fanno di ogni pur di avere dei vantaggi magari con la minima fatica (delinquenti di ogni genere, affaristi ecc), i ciclisti sono gente umile, disposti alla fatica, al lavoro duro. e questa predisposizione ce la hanno tutti, altrimenti non sarebbero ciclisti.
    Vederli poi coinvolti in certi affari spiace, si vede proprio che finiscono in un palcoscenico che non sanno getsire e per cui non hanno la predisposizione mentale. che poi magari qualcuno riesca a riemergere beh ci sta e credo che sia un bene.
  3. longjnes:

    i ciclisti sono gente umile, disposti alla fatica, al lavoro duro. e questa predisposizione ce la hanno tutti, altrimenti non sarebbero ciclisti.
    C'è gente che si dopa pure per vincere un prociutto alla granfondo di quartiere :sborone:
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