Una delle novità dei tempi recenti in fatto di doping è la solerzia con cui tanti colleghi o ex professionisti si prestino a commenti, tra l’altro molto diretti e caustici.
Riguardo il caso Froome ce n’è in abbondanza. Vediamone alcuni, cominciando da Romain Bardet (AG2R), 3° dietro il britannico all’ultimo Tour de France.
“Sono rattristato. È una pessima cosa per tutti che questo sia capitato al personaggio più in vista del nostro sport. Da una connotazione molto negativa del ciclismo all’esterno. È un caso che rimette in primo piano lo spettro del doping nel nostro sport. […] non è un caso di positività, ma un risultato anomalo. E sono il primo a criticare l’ambiguità dei regolamenti…non abbiamo più credibilità, diventa incomprensibile per il grande pubblico. Sappiamo che l’utilizzo del Salbutamolo può essere raggiratore e c’è dell’ipocrisia.
Bisogna essere esemplari nell’equità, nel modo in cui si tratta il problema. Sono stupefatto che senza fuga di notizie nella stampa questo controllo sarebbe passato sotto silenzio e che l’avremmo appreso magari tra qualche anno (come da regolamento UCI, essendo, come dice lo stesso Bardet, un “risultato anomalo” non porta automaticamente ad una sanzione e quindi viene reso pubblico solo in quel caso -ndr-). Sono sollevato che non si siano lavati i panni sporchi in casa. Manca la trasparenza. Il ciclismo rischia di morire se non verranno prese delle misure in questo senso. Froome è stato controllato in settembre, e grazie ad un po’ di fortuna lo sappiamo in dicembre…la stagione comincia senza che nessuna decisione sia stata presa. Siamo ridicoli…”
Segue a ruota Greg LeMond, tre volte vincitore del Tour de France:
Riguardo alle vittorie del Team Sky ha dichiarato che “sono troppe belle per essere vere“, attaccando in particolare Dave Brailsford: “Non ho fiducia in Dave Brailsford. È un tipo misterioso, gira intorno alle domande, e per quello che so e leggo la squadra non è così scientifica e aperta come dicono loro“. Riguardo la strategia di difesa di Froome, un malfunzionamento renale che ha impedito una corretta secrezione del Salbutamolo per via urinaria, LeMond taglia corto: ” È la scusa più ridicola che ho mai sentito. Se è questo quello che dichiara, beh, è semplice: ha infranto le regole e deve essere sanzionato“.
Proseguiamo con Floyd Landis, ex dopato a cui è stato tolto un Tour de France, oggi imprenditore nella coltivazione e vendita (legale) della marijuana:
“Il salbutamolo può permettere un incremento delle prestazioni se è utilizzato per via orale e intramuscolare. È molto difficile arrivare ai livelli di Froome semplicemente utilizzando un inalatore. Se questa è la sua scusa, è una roba senza senso e nessuno ci crederà. Prova a difendersi perché ha tutto da perdere. Mi sta simpatico, ma se non affronta la cosa oggi lo dovrà fare più tardi.
La politica della tolleranza zero della Sky non è credibile, è giusto una cosa per le relazioni pubbliche. Quando uno dei tuoi corridori più forti è sospeso questo provoca un’esplosione di tutta la squadra. Se fossi membro del consiglio di amministrazione della Sky o una delle aziende che la sponsorizzano me ne sarei andato da tempo. Ad incerto momento dovranno prendere una decisone morale”.
Voce fuori dal coro quella di Gianni Bugno, Presidente del sindacato corridori professionisti : “Sto con lui a tutto spiano. E’ innocente fino a prova contraria, quindi è giusto che corra. Se nelle sedi opportune non saprà dimostrare la totale estraneità al fatto, ne pagherà le conseguenze. Questo vale per tutti, non solo per lui. L’unica cosa è che la giustizia sportiva deve essere spiccia“.
Ma tanto spiccia non sembra potrà essere proprio perché si preannuncia una battaglia legale a suon di perizie mediche tra Froome e l’UCI. UCI che ha recentemente nominato un esperto nefrologo per controbattere la linea difensiva del britannico.
AGGIORNAMENTO:
Appena pubblicato questo articolo si è espresso in merito anche David Lappartient, presidente UCI, con parole importanti che aggiungo qui:
“Sky dovrebbe sospendere Froome. Ora, non sta a me interferire, senza presagire la colpevolezza del corridore, ma sarebbe la cosa più semplice per tutti. Tocca a Brailsford prendersi la responsabilità. Credo anche che sia quello che desiderino gli altri corridori. Sono stufi dell’immagine generale che ne viene data (al ciclismo -ndr-).
Lappartient ha anche precisato di aver saputo del controllo di Froome “un’ora dopo” essere stato eletto presidente UCI, il 21 settembre e continua:
“Che il risultato sia anormale o no, dovuto a cause naturali o fraudolente, agli occhi del grande pubblico è già colpevole.”
“Siamo ora in mano agli esperti. In ogni caso Froome deve dimostrare le ragioni che hanno potuto portare ad una concentrazione tale di salbutamolo, e la prova la deve fornire lui. A lui tocca costituire la pratica. A partire da li il servizio legale anti-doping (LADS-ndr-) dell’UCI valuterà se le argomentazioni sono ricevibili. Se non fosse il caso verrà proposta una sanzione di 2 anni. Se non la accetta si andrà davanti il tribunale antidoping dell’UCI con possibilità di appello, sia per la difesa che per l’accusa, davanti al TAS (tribunale arbitrale dello sport -ndr-). Abbiamo iniziato una guerra giuridica che durerà a lungo. Questo caso non terminerà in due minuti, può durare almeno 1 anno. Sarà una palla al piede costante.
Sarà che Lappartient “non vuole interferire”, ma l’opinione a riguardo sembra piuttosto chiara.