Ormai da un pezzo i rapporti tra Ralph Denk, Team Manager della Bora-Hasgrohe, e Peter Sagan sono ridotti ai minimi termini. In particolare la situazione si è fatta tesa dopo un’intervista rilasciata da Denk ad un quotidiano di Colonia in cui ha dichiarato che non vedeva più il proprio corridore slovacco nel futuro della squadra. Notizia prontamente rimbalzata in ogni dove, ed a cui un componente dello staff di Sagan ha replicato definendolo “un colpo basso”.
Sagan in particolare non avrebbe apprezzato la mancanza di gratitudine da parte della squadra tedesca, il cui passaggio a livello WorldTour è avvenuto anche grazie al suo ingaggio, nell’anno in cui era appena stato coronato campione del mondo per la seconda volta e si apprestava a vestire la maglia iridata per la terza.
È anche vero che se all’epoca la scelta di Sagan aveva un po’ sorpreso proprio per lo status non rilevante della squadra tedesca, Denk e la Bora hanno costruito da li in poi una squadra che si è anno dopo anno affrancata dallo slovacco, in particolare promuovendo vari talenti tedeschi.
Il problema ora per Sagan è che ha 31 anni e nelle ultime stagioni i risultati hanno latitato. Inoltre è uno dei corridori più pagati nel gruppo (pare solo superato recentemente dal nuovo contratto di Tadej Pogačar), e non ultimo Peter, sin dai tempi della Tinkoff si muove solo con tutto il suo entourage di fedelissimi, dai massaggiatori sino ai gregari, come il fratello Jurai, il connazionale Erik Baska, Maciej Bodnar e l’amico italiano Daniel Oss. Un “pacchetto” non facile da gestire economicamente per qualunque squadra. Inoltre Sagan è IL personaggio del ciclismo e attorno a lui si è costruita nel tempo una macchina comunicativa, che come tutti ripetono, “fa bene al ciclismo”, ma di cui ovviamente ci sono anche detrattori.
Uno su tutti è proprio l’uomo che gestisce la Deceunick-QuickStep, la squadra verso la quale potrebbe approdare Sagan secondo varie indiscrezioni, in primis quelle del quotidiano francese L’Équipe. Patrick Lefévère, Team Manager della Deceuninck non è mai stato un fan di Sagan, o quantomeno “del personaggio” Sagan, tanto che ha spesso ripetuto che “non c’è molto di vero in Sagan, risultati a parte“.
La porta però resterebbe aperta per semplice pragmatismo, cosa che come noto non difetta a Lefévère. Basti ricordare l’ingaggio di Philippe Gilbert a 35 anni, lui storico avversario vallone, e che però gli è valsa la vittoria di Fiandre e Roubaix.
Punti chiave saranno gli accordi tra Lefévère e Giovanni Lombardi, agente di Sagan. Tra i due i motivi di attrito in passato non sono mancati, in particolare nella gestione di uno dei corridori della scuderia di Lombardi, Fernando Gaviria, scoperto nella Deceuninck, ma poi volato alla UAE, e nel tentativo di far entrare nella stessa anche Remco Evenepoel.
E soprattutto nel main sponsor di Sagan, ovvero Specialized, di cui lo slovacco è testimonial, ma che è anche sponsor della Deceuninck. Probabilmente la vera chiave del passaggio. Se l’azienda americana deciderà di voler investire ancora in Sagan l’affare potrebbe realizzarsi con soddisfazione reciproca, con la necessaria copertura finanziaria per l’operazione, con Lefévère che potrebbe rilanciare come solo lui sa fare Sagan nelle classiche, supportato da una squadra all’altezza (ma Sagan dovrebbe saper anche sacrificarsi per gli altri lupetti del Wolfpack alla bisogna) e lo stesso Peter potrebbe ritrovare stimoli per vincere ancora.
In caso contrario l’affare difficilmente si farà, e si potrebbe ripetere quello che è accaduto al precedente testimonial di Specialized, Mark Cavendish.
Da tempo si vocifera anche che Sagan potrebbe anche crearsi una propria squadra, ma l’opzione è non facile, e di non certo ritorno economico, come ben sa l’ex campione del mondo di F1 Fernando Alonso.
Quindi prima deve "quagliare" tutto.