Annuncio inatteso quello di Peter Sagan (TotalEnergies), il quale giovedì sera a San Juan, in Argentina ha dichiarato che il 2023 sarà la sua ultima stagione su strada e che chiuderà la carriera al termine della gara di mountainbike ai giochi olimpici di Parigi 2024.
Ieri sera all’autodromo Villicum di San Juan, durante una conferenza stampa improvvisata, Sagan (33 anni appena compiuti) ha annunciato che questa stagione sarà l’ultima che dedicherà al ciclismo su strada e che poi passerà alla mountain bike con l’intenzione di partecipare ai giochi olimpici di Parigi 2024, per poi porre definitivamente fine alla sua carriera dopo tredici anni di ciclismo professionistico.
Alla TotalEnergies hanno dichiarato che la decisione di abbandonare le corse su strada da parte di Sagan è stata presa “qualche tempo fa”, e che la decisione arriva dopo alcune stagioni non all’altezza, segnate dalle infezioni del Covid.
Sagan ha dichiarato che continuerà a gareggiare, comprese alcune corse su strada nel 2024, ma ha sottolineato che questa stagione 2023 sarà la sua ultima dedicata a un calendario completo a livello WorldTour.
“Questo non è il mio addio“, ha detto Sagan. “Mi imbarcherò in una nuova avventura e tutti mi vedranno ancora in questi nuovi progetti“.
Sagan ha già partecipato ai Giochi Olimpici di mountainbike nel 2016 dove si ritirò per una foratura, ma ora sta rimettendo il fuoristrada (campione del mondo junior xc nel 2008) e il sogno di una medaglia olimpica al centro delle sue ambizioni.
Sagan ha ringraziato la sua vasta cerchia di amici, compagni di squadra, collaboratori e sponsor che lo hanno sostenuto da quando è esploso sulla scena più di dieci anni fa.
Sagan è il faro della classe 1990 (Aru, Pinot) avendo vinto tre titoli mondiali, sette maglie verdi a punti (12 tappe al Tour), oltre al Giro delle Fiandre e alla Parigi-Roubaix.
Detto questo, tanto di cappello per quello che ha dato al ciclismo, buona fortuna con la mtb.
A Sanremo o a Roubaix ogni anno possiamo nominare 30 corridori e lasciare fuori chi effettivamente salirà sul podio, un po' meno random il Fiandre ma nemmeno di molto e così altre corse come Gent, E3, tappe GT, ecc.
E di fenomeni al top alla fine ce ne sono solo due + uno prestato (Pogacar) a percorsi comunque per lo più a lui non congeniali. Già un Alaphilippe, al netto delle sfortune con gli infortuni, non so se possa vantare lo stesso status o se abbia "solo" fatto stagioni eccezionali come quelle di Van Avermaet nel 2016/2017.
Pure il francese tra l'altro ha superato i 30, viene da un anno con parecchie sfortune e ha il team manager più stressante del mondo, chissà che decisioni prenderà per il suo futuro, quel che certo è che nessuno è eterno e va bene così