Tadej Pogačar (UAE-Emirates) ha vinto la Paris-Nice, mettendo anche questo trofeo in bacheca. Nona vittoria stagionale in 13 giorni di corsa l’impressionante ruolino di marcia dello sloveno.
Se si vuole aggiungere qualche dato per dare la dimensione del fenomeno Pogačar non c’è che l’imbarazzo della scelta. A partire dal numero di vittorie stagionali, che è superiore a quello totale di 14 squadre WT su 18, alle 55 vittorie in carriera raccolte in 231 corse disputate. Al fatto he in 21 corse a tappe (brevi e lunghe) disputate in carriera ha ottenuto 13 vittorie, due secondi posti, due terzi posti, due volte 4°, un 6° ed un 13° come peggiore. E soprattutto non si mai ritirato.
Ma Pogacar non ha solo vinto, ha letteralmente asfaltato gli avversari in questo avvio di stagione. Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) ha raccolto 1’19” di ritardo dallo sloveno fondamentalmente in 3 salite. Il danese alla fine dell’ultima tappa della Paris-Nice ha commentato laconico: “Speravo che Tadej avesse delle gambe un po’ meno buone, ma è andato veramente veramente forte. Quando ha attaccato tutti si sono detti: Wow…non ci provo nemmeno ad andargli dietro….in ogni caso è andata cosi“.
Romain Bardet (Team DSM) 8° a 43″ nell’ultima tappa di Nizza e 7° in classifica generale, invece è ancora più sul depressivo: “Quando ha attaccato (Pogačar -ndr-) ero un livello sotto. Spero di avere ancora del margine per progredire perché altrimenti non correrò in bici ancora per molto se è per prendere delle legnate del genere…”
Tutti parlano dell’attacco di Pogačar sulla salita del chemin du Vinaigrier, quando lo sloveno, senza nemmeno alzarsi sui pedali è uscito dalla ruota di Simon Yates sul km più duro come pendenza della salita, al 12%, partendo come un razzo. Altro testimone oculare della prodezza è stato Neilson Powless (EF) arrivato poi con Bardet: “Quando l’ho visto partire sono rimasto veramente, veramente impressionato. Chissà, forse un giorno riuscirò anche io a fare una salita veloce come ha fatto lui oggi…”
David Gaudu (Groupama-FdJ) ha toni più entusiasti, visto l’ottimo 2° posto finale in classifica, a soli 53″ da Pogačar: “Per me è una vittoria, un risultato super. Se me lo avessero detto alla vigilia ci avrei messo la firma“. Alla vigilia dell’ultima tappa contava solo 12” di ritardo sullo sloveno: “Non avevo le stesse gambe dei giorni precedenti ed ho preferito salire al mio ritmo. In giorni come questi in cui Pogačar schiaccia tutti gli avversari non ci sono rimpianti da avere“.
Il team manager di Gaudu, Marc Madiot, ha tagliato cortissimo: “Abbiamo assistito ad un Pogi-show“.
Il fenomeno sloveno ha letteralmente demolito gli avversati anche a livello psicologico prendendo anche il minimo secondo di abbuono che gli è stato offerto, limitando i danni nella cronometro a squadre, per poi schiantare tutti in salita. Persino i suoi compagni di squadra sono rimasti impressionati dal livello di Pogačar, come Tim Wellens, che ha dichiarato molto chiaramente che “...ha dimostrato di essere semplicemente ad un livello più alto degli altri“. Joxean Matxin, direttore sportivo della UAE, ha rincarato la dose: “Il suo livello è impressionante, ancora di più se si pensa che non si è preparato in altitudine quest’inverno, cosa nuova per lui. E’ un corridore unico, il suo carattere mi impressiona sempre di più ad ogni vittoria, ma non posso dire che mi stupisca. Ormai niente di lui mi stupisce più“.
Abbastanza parole per descrivere l’atmosfera in gruppo riguardo Tadej quindi, il quale ha praticamente fatto l’en-plein in questo avvio di stagione, dando anche una bella mazzata in testa al rivale designato per il Tour, Vingegaard, che ora aspetterà trepidante il prossimo luglio. Nel frattempo nel menu di Pogačar stanno per arrivare Poggio, Kwaremont e Roche-au-Faucons. Buon appetito.
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