Presentato al palazzo dei congressi di Parigi il percorso del Tour de France del centenario.
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Ecco subito le tappe:
29 Giugno, stage 1: Porto-Vecchio to Bastia, 212km
30 Giugno, stage 2: Bastia to Ajaccio, 154km
1 Luglio, stage 3: Ajaccio to Calvi, 145km
2 Luglio, stage 4: Nice to Nice, crono a squadre, 25km
3 Luglio, stage 5: Cagnes-sur-Mer to Marseille, 219km
4 Luglio, stage 6: Aix-en-Provence to Montpellier, 176km
5 Luglio, stage 7: Montpellier to Albi, 205km
6 Luglio, stage 8: Castres to Ax-3 domaines, 194km
7 Luglio, stage 9: Saint-Girons to Bagnères-de-Bigorre, 165km
8 Luglio: Riposo a Saint-Nazaire, Loire-Atlantique
9 Luglio, stage 10: St-Gildas-des-Bois to Saint-Malo, 193km
10 Luglio, stage 11: Avranches to Mont-Saint-Michel, crono individuale, 33km
11 Luglio, stage 12: Fougères to Tours, 218km
12 Luglio, stage 13: Tours to Saint-Amand-Montrond, 173km
13 Luglio, stage 14: Saint-Pourçain-sur-Sioule to Lyon, 191km
14 Luglio, stage 15: Givors to Mont Ventoux, 242km
15 Luglio: riposo nel Vaucluse (Avignon, Orange)
16 Luglio, stage 16: Vaison-la-Romaine to Gap, 168km
17 Luglio, stage 17: Embrun to Chorges, crono individuale, 32km
18 Luglio, stage 18: Gap to l’Alpe d’Huez, 168km
19 Luglio, stage 19: Bourg d’Oisans to Le Grand Bornand, 204km
20 Luglio, stage 20: Annecy to Annecy-Semnoz, 125km
21 Luglio, stage 21: Versailles to Paris/Champs-Elysées, 118km
Gli highlights di questo Tour del centenario saranno: partenza in Corsica, un arrivo di tappa sul Mont Ventoux (dopo 240km), la doppia ascesa all’Alpe d’Huez e l’arrivo in notturna sugli Champs-Elysées.
Solo due cronometro individuali, e piuttosto corte per un totale di 65km.
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Tutte le varie dichiarazioni dei protagonisti sembravano essere fatte sotto la pesante “cappa” dell’affaire Armstrong, che, a parte le dichiarazioni spavalde ed allo stesso tempo rassegnate di Bradley Wiggins (“E’ un bene che Armstrong sia stato scoperto, tanto prima o poi doveva accadere. Non si puo’ credere per sempre a Babbo Natale, soprattutto con uno come Lance. Purtroppo non ho soluzioni, capisco la gente che non crede più in questo sport, io altro non posso fare che praticare il ciclismo alla mia maniera“) sembra abbiano portato un po’ di angoscia.
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Angoscia visibile sui volti di tanti dopo la sibillina dichiarazione dal palco di Christian Proudhomme, il patron del Tour, che ha affermato che “i managers delle squadre devono essere dei parapetti“…più chiaro Cadel Evans, che dopo aver espresso la sua convinzione che questo Tour gli sia più favorevole come percorso di quello dell’anno passato, occhi bassi ha detto che il momento è difficile e non bisogna lasciarsi prendere dal pessimismo, ed i corridori non devono essere abbandonati dai tifosi e dagli sponsors. Philippe Gilbert dopo aver fatto una tirata lodando tutto il percorso tappa per tappa ha concluso dicendo che per lui le uniche chances sono sull’Alpe d’huez e sul Mont Ventoux. Ripete numerose volte che lui e la maggior parte dei corridori presenti sono la “nuova generazione” dicendosi dispiaciuto che tutti i tifosi siano disillusi, anche se li capisce dopo tutto quello che leggono nei giornali da dieci anni. La sua soluzione è di un pragmatismo strettissimo: Aspettare che arrivi una nuova generazione di spettatori. Forse due. Alberto Contador, dopo non aver trattenuto sorrisoni guardando il percorso ha lanciato un appello addirittura a tutti i bambini che frequentano le scuole di ciclismo, dicendo che non devono credere a chi dice che tutti i grandi ciclisti hanno costruito le loro carriere sul doping, ma che invece devono credere che oggi ci sono ciclisti che ottengono vittorie senza doparsi e che sarà cosi’ anche in futuro. Più abbacchiato Andy Schleck, che parla di “tirare una linea” tra passato e futuro, ma senza dimenticare il passato. E che non bisogna solo vittimizzare i corridori, ma indagare anche le persone dietro i corridori (non precisa di più). Chiude dicendo che non sarà il favorito alla vittoria. Marc Madiot, team manager della FdJ, incalzato dai giornalisti francesi si è detto sfavorevole a nuove commissioni di indagine, che secondo lui spostano solo il problema da un posto all’altro. Chi se ne deve occupare c’è già e trova fuori luogo tante accuse all’UCI che legge in questi giorni: “fanno quello che possono con quello che hanno“. A chi gli chiede un giudizio su Hein Verbrugge (ex-presidente UCI negli anni Armstrong) risponde: “Non è lui che ha detto ad Armstrong di doparsi credo“. Poi facendo riferimento alle critiche di Contador, Valverde, Indurain e Sanchez verso il caso Armstrong (Contador parla di “totale mancanza di rispetto“) chiude con:”Alcuni non hanno ancora capito. Anzi, c’è un paese intero che non ha ancora capito“. Johnathan Vaughters, uno dei testimoni del rapporto USADA, ex compagno di squadra di Armstrong ed ora team manager della Garmin si dice favorevole alla commissione “Verità e Riconciliazione” promossa dall’USADA: “Tutto deve essere confessato e da li in poi tolleranza zero“.
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