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Ormai tradizionale presentazione annuale di Campagnolo nelle isole Canarie, quest’anno in coincidenza dell’anniversario degli 85 anni del marchio, fondato nel 1933.
La migliore introduzione ai nuovi prodotti presentati è stata una chiacchierata informale con Davide Campagnolo, figlio di Valentino, il quale ha sottolineato come questi siano il risultato di una vera “rivoluzione” per l’azienda, in particolare una rivoluzione interna, che ha portato a investimenti milionari per migliorare e razionalizzare i processi produttivi, aggiornando gli impianti alle versioni “Smart” (industria 4.0), ma anche la filosofia produttiva. Questi nuovi prodotti sono infatti i primi nella storia recente di Campagnolo ad essere stati realizzati completamente da carta bianca e non migliorando ed evolvendo i prodotti esistenti. Per questo motivo le 12V “sono quasi l’ultima delle novità”, come detto da Davide, rispetto questa rivoluzione interna e quello che porterà nel futuro.
Venendo al dunque: due gruppi completamente ridisegnati: Record e Super Record meccanici.
Gli Ergopower sono stati migliorati nell’ergonomia, che è regolabile nella versione Rim brake con un’ulteriore pulsante (sopra quello per aprire i freni) per avvicinare le leve ai comandi per chi ha mani piccole. Nuovi anche i copricomandi, maggiormente ammortizzanti. E nuove leve freno con una doppia curva che nella parte passa ha un arco più accentuato verso l’esterno. Il pulsante interno per scalare è più ampio e con una curvatura modellata sul pollice. Stessa cosa per la leva dietro quella del freno. La vite con cui la leva del freno è incernierata al comando è in linea con il manubrio, alla stessa altezza, per permettere minor sforzo in ogni presa sul manubrio.
Grande capacità di scalata multipla grazie ad un nuovo meccanismo interno completamente ridisegnato che permette di scalare 5 rapporti in giù e 3 in su. Nuove guaine e cavi consentono la maggior precisione possibile della cambiata.
Nuovi anche i deragliatori, quello anteriore ha le camme su cui è fissato separate in modo da cambiare la curva del movimento, che ora è lineare in modo da eliminare il free-stroke. La vite di fissaggio consente 3mm in più per permettere il montaggio di copertoni sino a 32mm. La gabbia del deragliatore è ora più sottile, mentre quella interna ha una curvatura ridisegnata. 4 posizioni per il deragliatore anteriore: Trim e Set per la corona grande e Trim e Set per quella piccola.
Il cambio posteriore è in tecnopolimero rinforzata con carbonio UD per la massima leggerezza. La traiettoria lungo i pignoni dello stesso è ottimizzata per le cassette 11-29 e 11-32. Implementata la tecnologia 3D-Embrace con cui le pulegge superiori mantengono non solo la stessa distanza per ogni rapporto, ma quella inferiore si sposta anche longitudinalmente per permettere di agganciare in modo ottimale i pignoni più grandi.
Una sola lunghezza di gabbia sino al 32, grazie a due pulegge inferiori 12 denti con denti più lunghi su quella superiori e più bassi su quella inferiore e con un profilo più arrotondato. Questo consente di avere anche la stessa lunghezza di catena con cassette diverse (tra quelle compatibili). Maggiore distanza tra gabbia del cambio (assottigliata quella interna) e raggi della ruota, per maggiore sicurezza e facilità di manutenzione.
Compatibili con il fissaggio tradizionale al forcellino o Direct Mount grazie ad un supporto smontabile.
I registri sono nella parte posteriore del corpo del cambio, che ora ha una molla di ritorno per smorzare le vibrazioni provenienti dal telaio.
181gr il peso. 3gr in più del vecchio SR gabbia media.
Le cassette hanno un salto di 1 dente per i primi 7 rapporti per una scalatura fluida e ottimale. La battuta è la stessa di quelle attuali, quindi piena compatibilità con le ruote attuali. La distanza tra i pignoni è ridotta, come ridotto è lo spessore degli stessi. I 6 pignoni più grandi sono costruiti su 2 pezzi monoblocco. La tripletta più grande è lavorata a cnc anche sulla parte interna (quella verso la ruota) su cui sono ricavati dei denti sporgenti in modo che la catena, se cade verso i raggi venga bloccata da questi, impendendo che si incastri.
Per mantenere la stessa durata i pignoni sono trattati chimicamente con un nuovo trattamento per migliorare la resistenza all’usura.
Le guarniture sono state ridisegnate e sono i componenti più differenti tra la versione SR e Record, con un design monoscocca in carbonio realizzato con resine proprietarie brevettate da Campagnolo. Nuovo anche il layup delle fibre. Q-Factor 145,5mm, invariato rispetto le attuali. L’asse Ultra-Torque è in titanio per il SR, mentre i cuscinetti sono ceramici CULT sempre nel SR. Lo spider è nuovo, con 4 bracci e 8 (4 per corona) viti posizionate il più vicino possibile all’asse centrale ed in modo indipendente per le due corone. Il giro bulloni unico permette di cambiare le varie dentature delle corone, senza necessità di cambiare guarnitura.
La versione SR ha un supporto ad arco in carbonio lungo l’arco della corona grande per migliorare al massimo la rigidità della corona, ora supportata nei carichi massimali (rapporti più duri) verso l’esterno.
Le corone beneficiano di una nuova anodizzazione per migliorare la resistenza all’usura. I denti della corona piccola sono simmetrici (al contrario di quelli attuali) nella sezione per migliorare la resistenza all’attrito della catena su tutti i rapporti.
Le corone sono differenti in base alla dentatura, cambiando il posizionamento dei pin lungo la corona per mantenere le stesse zone di applicazione delle forze con tutte le dentature (50-52-53).
La corona è più sottile e leggera, ma la durata è garantita come identica a quelle 11V.
I freni sono compatibili con copertoni sino a 28mm. I leveraggi sono montati su cuscinetti per aumentare scorrevolezza e modulabilità. Disponibili anche DirectMount, che sono dotati di un archetto posteriore per garantire l’integrità dei telai in carbonio, che con le versioni senza archetto tendono ad “aprire” i foderi del telaio.
I pesi dei gruppi completi: 2041gr SR e 2113gr per il Record (ambedue con la cassetta 11-29).
Disponibilità da metà Maggio 2018.
Altra novità sono le nuove ruote Bora WTO (Wind Tunnel Optimized). Realizzate in due altezze di profili del cerchio: 77mm e 60mm.
Grande enfasi, come prevedibile, è stata data all’aerodinamica, con una estensiva e lunga ricerca fatta in galleria del vento, nello specifico quella del Politecnico di Milano. Lo scopo è quello di rendere la ruota aerodinamica non solo rispetto il più grande range di angoli di vento, ma anche le diverse posizioni che la ruota assume durante la guida (fuorisella, etc..). Campagnolo dichiara, “anche se può sembrare ardito”, che le nuove Bora WTO sono le ruote più aerodinamiche sul mercato.
I mozzi sono in alluminio e sono anche loro sono stati progettati secondo gli stessi dettami aerodinamici dei cerchi, idem i raggi che sono chiamati “Diamond Shape” per via del disegno della sezione, anch’essa pensata per essere aerodinamica non solo rispetto l’aria proveniente nel senso di marcia, ma anche rispetto altri angoli di vento. I nippli sono fissati su degli ancoraggi in carbonio, interni al cerchio, realizzati direttamente nello stampo, per far si che si montino dritti nel cerchio senza angolatura per una migliore applicazione delle forze.
Il canale dei cerchi è 19C, in modo da fornire la base ideale per montare i copertoni in modo che siano il più aderenti possibili al cerchio, senza formare “gobbe” che ne ucciderebbero l’aerodinamica.
La resistenza al rotolamento è stata considerata sia per quanto le forze interne che esterne. Per questo motivo nelle Bora WTO sono stati montati cuscinetti ceramici CULT. Mentre per quanto riguarda quelle esterne è stato considerato se utilizzare tubolari o copertoni o copertoni tubeless, montando praticamente tutti i modelli disponibili delle due tipologie durante i test. Alla fine è stato scelta la soluzioni tubeless, in quanto è risultata la migliore in quanto a resistenza al rotolamento (il tubolare è risultato il peggiore). Quindi i cerchi sono 2-Way Fit in carbonio.
Infine il peso, argomento principe del mondo ciclistico. La 77 WTO, disponibile solo anteriore (da utilizzare in combinazione con la lenticolare) pesa 745gr.
La coppia di 66 WTO pesa 1540gr.
Queste ruote sono state utilizzate dai team sponsorizzati Campagnolo alla scorsa Tirreno-Adriatico, con decals delle Bora 80, montate tubeless.
Disponibili da fine Maggio 2018.
Passiamo alle versioni per freni a disco.
Anche in questo caso Campagnolo presenta due gruppi, Super Record e Record meccanici DB (Disc Brakes).
Gli Ergopower DB sono 8mm più alti della versione Rim, per il resto sono identici, sia per forme che per ergonomia complessiva. L’altezza maggiore è dovuta al posizionamento verticale della pompa nel comando, per facilitare lo spurgo. I miglioramenti della versione rim sono stati adottati anche sulla versione DB, quindi levette e pulsanti di cambiata di dimensioni maggiorate e modellate ergonomicamente.
È presente la regolazione del Reach, ma tramite una vite a brugola sulla parte anteriore della leva. È possibile customizzare completamente la modulabilità dei freni tramite il sistema AMS, sempre tramite brugola, per rendere più o meno aggressiva la frenata. Tutti i meccanismi interni sono stati ridisegnati completamente per implementare le 12V. Questo ha permesso di eliminare completamente il free-stroke nella cambiata: appena il dito muove la leva si muovono i deragliatori, senza tiro a vuoto.
I deragliatori sono identici ovviamente alla versione Rimbrakes di cui abbiamo parlato sopra.
Idem le guarniture. Non c’è più necessità come nei gruppi precedenti di avere guarniture dedicate per i gruppi freni a disco grazie a leggere modifiche nei dimensionamenti delle stesse e dei deragliatori. Disponibili nelle lunghezze: 165, 170, 172,5 e 175mm.
I freni sono gli stessi della versione H11 attualmente in commercio. Pinze in alluminio, 160mm anteriore e 160 o 140mm posteriore i diametri dei dischi. L’impianto utilizza olio minerale. Standard di fissaggio Flat Mount. 6 lunghezze di viti disponibili per il montaggio su ogni tipo di telaio. Pistoni da 22mm realizzati in resina fenolica. Molla di ritorno magnetica per un ritorno veloce e consistente nel tempo rispetto molle meccaniche che si possono snervare nel tempo. Le pastiglie sono organiche, con un bordo angolato per un più facile inserimento, oltre ad essere colorato per verificare a colpo d’occhio l’usura. I dischi sono realizzati in acciaio integrale, con spider a standard CenterLock. Profilo arrotondato per maggiore sicurezza.
Pesi dei gruppi completi: Super Record 2323gr ; Record 2453gr
Prezzi
Record 12: 1960,07eu
Record 12 DB: 2394,86eu
SuperRecord 12: 2915,42eu
SuperRecord 12 DB: 3199,05eu
Ho potuto provare per due giorni le due versioni, il Record Rim montato su una Bianchi Oltre Xr4, ed il Super Record DB su una Bianchi Aria Disc. Ambedue con Bora clincher 35 (50 al posteriore sulla Oltre).
A parte l’avere il pignone in più, il funzionamento è perfetto, ma scalando verso il basso si sentono dei sonori “clang” dovuti alla cambiata secchissima (ma precisa) ed al fatto che gli spessori tra i pignoni ora sono in alluminio e non in plastica. Questo serve perché, essendo ora le tolleranze davvero minime, anche una leggera flessione degli spessori in plastica può portare a perdere precisione nella cambiata. Il feeling quindi è quello delle cassette monoblocco, con la differenza che se si usurano un paio di pignoni con Campagnolo si possono sostituire, e non buttare via tutto il pacco.
I freni sono davvero ottimi, in entrambe le versioni. Quelli a disco sono super-aggressivi, i più aggressivi da me provati, anche se si può regolarne la modulabilità tramite vite.
Ergonomia perfetta. A livello di gruppi meccanici mi riesce difficile pensare si possa fare meglio nel complesso, a livello prestazionale. Con riserva il giudizio su una prova più lunga ed a livello di usura di pignoni e catena. I materiali utilizzati da Campagnolo sono tradizionalmente di qualità eccellente, quindi non dovrebbero tuttavia esserci grandi sorprese.
La presentazione ha riguardato anche la nuova App My Campy completamente ridisegnata da zero, con problemi risolti e migliorie nella visualizzazione e update sui nuovi materiali (freni a disco, 12V); e l’abbigliamento, che ora Campagnolo propone direttamente in vendita sul proprio sito e tramite pochi selezionati mail-order (che però non avranno la gamma completa). L’obiettivo di questa gamma di abbigliamento è fornire alta qualità, in linea con l’immagine Campagnolo. Ad ogni modo a breve potremmo proporvi delle impressioni riguardo due completi (quelli che vedete nelle foto).
Per chiudere, vi riporto una chiacchierata fatta con Michele Tittonel, Product Manager di Campagnolo, per fare un po’ il punto sulle novità ed il momento attuale del mercato.
Bdc-Mag: L’idea alla base dell’acquisizione di nuovi macchinari qual’è? Migliorare i processi produttivi a livello di costi?
Michele Tittonel: L’idea è quella di riuscire a mantenere la stessa qualità su tutti i volumi. Campagnolo è il riferimento per l’alto di gamma, ma avendo, fortunatamente, una diffusione a livello mondiale abbiamo la necessità di mantenere la stessa qualità da lotto a lotto. Ad esempio i nuovi pignoni necessitano una precisione di realizzazione e tolleranza elevatissima, ma su volumi importanti, quindi c’è la necessità di avere macchinari automatici in grado di rispettare queste tolleranze.
Bdc-Mag: In effetti oggi Campagnolo è spostato molto sull’altissimo di gamma. Un’ottimizzazione dei costi potrebbe portare benefici anche sulla media gamma?
Michele Tittonel: Fare dei processi produttivi automatizzati per una riduzione dei costi sul medio di gamma snaturerebbe quello che è il brand Campagnolo. Campagnolo anche sulla media gamma ha l’input di trasmettere sensazioni diverse. Campagnolo deve trasmettere emozioni diverse, non solo essere un ottimo prodotto.
Bdc-Mag: Quindi nel futuro non si vedrà una Campagnolo più aggressiva nell’OEM?
Michele Tittonel: Non siamo ciechi, i montaggi aftermarket, in negozio, come si usava una volta, sono ancora una grossa fetta, ma non sono più la maggioranza. Soprattutto in certi mercati. Oggi il consumatore vuole la bici completa. Quindi si, vogliamo muoverci in quella direzione, ma mantenendo quello che è il Brand Campagnolo. Che deve rappresentare sempre l’eccellenza.
Bdc-Mag: Quindi non rivedremo gruppi come lo Xenon o il Mirage?
Michele Tittonel: No. Anche se abbiamo proposto negli ultimi anni dei nuovi gruppi con cui fare volumi, come il Potenza ed il Centaur, che sono la nostra bassa gamma…che magari per altri è la media. Sotto quel posizionamento siamo in difficoltà a trasmettere qualcosa di Campagnolo, perché bisogna veramente andare a lavorare sul singolo sottocomponente per la sola logica del risparmio dei costi. Ed a quel punto, con una produzione europea, questo non è possibile a livello di costi di manodopera.
Bdc-Mag: Quindi il “Made in Italy” si rivela un limite in questo senso.
Michele Tittonel: È la logica del mercato. In qualunque settore il Made in Italy non può competere sui prodotti da prezzo. Difficilmente l’accessorio da 1eu è Made in Vicenza.
Bdc-Mag: Una soluzione non potrebbe essere affiancare un altro brand su queste fasce di mercato come per le ruote? Com’è il caso di Fulcrum?
Michele Tittonel: In realtà no. Campagnolo nasce come “cambio Campagnolo”. Nasce sui gruppi. Il mondo gruppi è Campagnolo.
Bdc-Mag: Una critica onnipresente, anche sui forum è quella che la gamma Campagnolo è un po’ affollata, soprattuto in alto. Cosa rispondete?
Michele Tittonel: Campagnolo a partire dalla logica del suo proprietario ha come focus l’utilizzatore finale. E per fornire il top della tecnologia serve differenziare in base alla capacità di spesa, ma uscendo dalle logiche imposte dall’OEM di cui si parlava prima. Già i nuovi gruppi 12V hanno una differenziazione maggiore rispetto quello a cui eravamo abituati prima. In particolare le guarniture. Su materiali e peso cerchiamo di fornire un’offerta completa, ma sempre ad un livello alto.
Bdc-Mag: Del monocorona cosa ne pensate? Con le 12V non poteva essere percorribile?
Michele Tittonel: Sicuramente l’aumento dei pignoni al posteriore fa tornare d’attualità il monocorona. Ma non pensiamo che 12 pignoni siano sufficienti a dare una scalatura adeguata. Magari per alcuni utenti può andare bene, dipende dall’utilizzo, ma per il cliente Campagnolo crediamo che 12 pignoni non bastino. D’altronde l’input per le 12V, non lo neghiamo, ci è arrivato dai professionisti che volevano il 16, un pignone che con l’evolversi delle scalatore era venuto a mancare, ed i pro ne sentivano la mancanza. Quindi per noi, la risposta è no. Niente monocorona, almeno per il cliente Campagnolo. Almeno in questa fase è una limitazione più che altro. Poi magari per un principiante no, può essere una soluzione.
(segue discussione sulle mie opinioni riguardo i monocorona e lo SRAM Force 1 in particolare, e la questione scivola sulla qualità dei materiali).
Bdc-Mag: Immagino che ora che c’è il 12V arriverà prima o poi anche la versione EPS. I gruppi elettronici non hanno una durata piuttosto limitata rispetto ai meccanici? L’obsolescenza dei componenti, grazie anche alle continue innovazioni, non si fa più rapida?
Michele Tittonel: Si, probabilmente è vero. Poi sta anche alla coerenza delle aziende tenere gli step di innovazione graduali, e non ogni anno.
Bdc-Mag: Altro trend è quello dell’integrazione. Avete progetti a livello di pedali, powermeter, selle, etc..?
Michele Tittonel: Si, è un trend importante, ma negli anni abbiamo dovuto ottimizzare le risorse su quei componenti che riteniamo più importanti. Non che gli altri non siano importanti, come i pedali, ma ora partire con dei nuovi progetti è molto molto oneroso. Senza contare la questione dei brevetti. Oggi rimane pochissimo spazio per nuove soluzioni. C’è una copertura brevettuale mostruosa. Basti pensare alle difficoltà che abbiamo avuto con l’elettronico all’inizio (sul posizionamento della presa di ricarica -ndr-). Ma allo stesso tempo vale anche per gli altri, ad esempio con le 12V. Il numero di pignoni non è brevettabile, ma il principio di cambiata è coperto da decine di brevetti e per gli altri non sarà facile.
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