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Presentazione Colnago C60

60 anni di Colnago (1954-2014) ed è ovviamente C60.

Per questa presentazione è stata scelta la cornice marittima di Viareggio.

si, lo sappiamo già che c’è tanto reggisella fuori…

Presentazione che e’ cominciata con una prolusione del Cavalier Ernesto, che ha ricordato gli inizi della produzione in carbonio di Colnago ed il coraggio di avere subito creduto in questo materiale, cosi’ come l’aver creduto in altre soluzioni che ora sono i topic caldi del momento come i freni a disco (il cambio desmodromico fa eccezione).

In particolare ha ricordato una telefonata notturna di Squinzi, titolare della Mapei ed ora presidente di Confindustria, allarmato dall’utilizzo di bici in carbonio per la Paris-Roubaix il giorno seguente. Colnago lo rassicurò dando la propria parola. I corridori Mapei su bici Colnago vinsero 5 Paris-Roubaix negli anni immediatamente successivi .

Veniamo pero’ alle caratteristiche del nuovo telaio top di gamma C60:

-costruzione a congiunzioni

-tubazioni di diametri e forme completamente diverse rispetto il C59, in particolare i tubi non sono tondi e non si inseriscono con sezioni rotonde nelle congiunzioni. Decisamente oversize rispetto il C59: l’obliquo misura 66x52mm rispetto i 44mm del C59, diventando il tubo di diametro più grande mai utilizzato da Colnago. Il tutto con un peso leggermente minore.

-il tubo orizzontale ha una sezione “stellare” nella tradizione del venerabile Master in acciaio

-il piantone per la prima volta nella storia di Colnago non è rotondo, ma rettangolare con un profilo fortemente asimmetrico rastremandosi verso la base (51,5mm contro i 34,9mm del C59).

-vero cuore del nuovo C60 è il nuovo movimento centrale contenuto in una congiunzione oversize (dimensioni doppie rispetto il C59), ma con spessori minori per un peso praticamente identico

-movimento centrale è il nuovo ThreadFit 82.5, brevettato, che si basa sul concetto di non inserire nello stesso le calotte per pressione, ma si inseriscono a pressione le calotte su un guscio filettato. Questo per garantire maggior longevità al telaio visto che il guscio filettato che si inserisce nella congiunzione è facilmente rimovibile in caso di usura e per accogliere futuri standard.

La parte rimovibile in cui si inseriscono le calotte a pressione e’ compatibile con gli standard 86.5 PressFit attualmente sul mercato.

-forcellini in un unico pezzo in alluminio

-nuovo perno passante Hexlock15 thru axle per la forcella anteriore in versione disco: la ruota si toglie aprendo il quick-release e facendolo ruotare di 90 gradi per sfilare il perno (che sarà in produzione tra qualche mese).

molto bello e ben pensato il forcellino per la versione disco in 2 pezzi con l’innesto del tubo idraulico
Dettagli curati: il forcellino dx ha due uscite per il filo elettrico: una per Shimano (in foto) ed una per Campagnolo (il piccolo taglio sotto il pendente), per evitare di strappare il filo nel cambio ruota

-evidentemente il C60 sara’ disponibile in versione classica e freni a disco

-12 colori disponibili in 9 taglie sloping, 5 tradizionali piu’ il su misura

foto: Gruber Images

-il telaio e’ compatibile sia per meccanico che per gruppi elettronici, ma su richiesta puo’ essere fatto solo per elettronico

-1045gr di peso per il telaio verniciato in taglia 52 sloping

I tubi sono prodotti in Italia da un terzista fornitore (soprattutto) del settore aeronautico e automotive, i telai sono costruiti a Cambiago come da tradizione.

Da Viareggio la presentazione si è spostata a Pisa, dove i tutti i telai Colnago sono verniciati. Ogni giovedì, l’autista Mario, ormai prossimo al milione e mezzo di kilometri ed alla pensione, si sposta coi telai da Cambiago a Pisa per scaricare i grezzi e riportare su i verniciati. La verniciatura Colnago non è gestita da un terzista, ma è di proprietà di Colnago, che 30 anni fa, per caso, scoprì due fratelli verniciatori pisani che reputò molto bravi ed “attorno” a loro costruì l’attuale struttura.

Dalle foto penso si possa apprezzare la qualità della manodopera utilizzata

 

i telai dopo essere stati preparati vengono portati in cabina di verniciatura per la posa del fondo bianco. Una volta dato il fondo vengono messi in forno per asciugarli rapidamente

Eseguiti questi passaggi ai telai vengono applicate le maschere. Un lavoro considerevole vista l’elaborazione di molte grafiche Colnago

le maschere vengono stampate in giallo perché è l’unico colore che “stacca” rispetto gli altri colori usati nelle vernici

gli operatori sono piuttosto rapidi grazie all’esperienza, ma resta un lavoro che richiede una pazienza notevole

   

Altro lavoro di pazienza certosina è rimuovere con una lametta alcuni particolari delle decals, come l’interno delle lettere delle scritte

Quindi si arriva alla verniciatura (ad acqua) vera e propria, con due persone che si dedicano a questa attività con l’aerografo, ottenendo sfumature ed altri effetti

 

Una volta verniciati ai telai vengono applicati due strati di lucido consecutivi.

Per far capire meglio che non si tratta di operazioni così facili hanno invitato i giornalisti presenti a verniciarsi da soli un tubo obliquo messo a disposizione già mascherato

manodopera canadese molto poco specializzata

Vi assicuro che la cosa ha preso un tempo spropositato, soprattutto perché ognuno voleva il tubo verniciato nei modi più strambi per portarselo a casa, tanto che i poveri verniciatori hanno dovuto dare una mano per sveltire il tutto…

Ovviamente quando si parla di verniciatura si parla anche dei telai in acciaio e titanio (si, li fanno ancora, ma solo per il mercato giapponese), che arrivano anche loro qui da Cambiago, pure già cromati nel caso dei Master (ancora richiestissimo all’estero in colorazione Mapei, che ci assicurano sia un delirio da mascherare)

   

Mentre questa presentazione-esibizione era in atto non si poteva non notare il cav. Ernesto che girava nervosissimo assicurandosi che tutto fosse “capito” al meglio. In effetti questo tipo di verniciatura va ad incidere sul peso del telaio di almeno 150gr per una taglia media. E considerate che Colnago vernicia completamente anche i telai neri (!). Per dei telai che già di loro non sono considerati dei campioni di leggerezza non è un dettaglio da poco, ma Colnago su questo si scalda parecchio: “Quello che conta è la qualità“.

Tutto questo fa capire come la filosofia di Colnago e la sua priorità sia garantire telai di qualità e grande longevità in ogni loro aspetto e la verniciatura non fa eccezione. Ecco spiegati anche i costi aggiuntivi per trasportare su e giù i telai dalla Brianza alla Toscana e ritorno: Sono cose difficili da comprendere, in particolare per i giornalisti statunitensi, in un mercato abituato a risparmiare anche i centesimi, dove possibile, su ogni dettaglio per massimizzare il profitto. Nel caso di Colnago è evidente che questi ragionamenti non valgono più di tanto dato che si passa quasi all’estremo opposto con scelte davvero dispendiose (che inevitabilmente si riflettono sul prezzo finale).

Ad ogni modo, condivisibili o meno queste scelte, è bello vedere l’orgoglio del cav. Ernesto per i propri prodotti e quella che lui chiama “la famiglia Colnago”

 

Non meno importante è però usare le bici. Cosa che abbiamo avuto occasione di fare sulle colline sopra Viareggio “tirati” da Paolo Savoldelli, che a dispetto dei kili in più ha dato dimostrazione di “sparate” in salita notevoli…ancor meglio Marco Saligari (ex pro ed ora DS della Landbouwkrediet) tiratissimo ed in forma. Purtroppo l’uscita è stata funestata da un vero diluvio che in particolare ha condizionato le discese, parecchio tortuose e con asfalto sporco da queste parti, fattori che non hanno permesso di valutare le bici proprio nella condizione più significativa per capirne le qualità.

foto: Gruber Images

Le bici in test erano tutte con freni tradizionali e ruote in carbonio. L’unico esemplare con freni a disco lo usava Savoldelli, che probabilmente era anche l’unico che non ne avrebbe avuto bisogno viste le notorie capacità discesistiche. Ad ogni modo era sempre in testa al gruppo assieme ad un’incredibile guida locale che si è fatta tutto il giro in completa tenuta estiva (!!).

foto: Gruber Images

In linea di massima, sperando in un test più lungo e significativo in futuro, le impressioni sono quelle del tipico telaio Colnago: geometrie equilibrate senza essere esasperate in un nessun verso, con un comportamento sempre molto “onesto” e prevedibile. Questo C60 sembra avere una rigidità laterale più marcata rispetto il C59, caratteristica in effetti ricercata dal progettista. Sensazione che si manifesta nei fuorisella più scomposti. Le opinioni degli altri giornalisti raccolte erano più o meno dello stesso tenore: “Dove la metti sta; Molto precisa; etc..” Idem l’opinione di Savoldelli e Saligari che ne rimarcavano la precisione di guida. Presumibilmente frutto dalle geometrie molto equilibrate unite ad un telaio granitico, seppur non leggerissimo (e le due cose vanno abbastanza assieme).

foto: Gruber Images

E per concludere un omaggio alla Toscana ed alle sue meraviglie culinarie

 

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Pubblicato da
Piergiorgio Sbrissa

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