Era dal lontano 1995 che Pirelli non è stata più presente nel mondo del ciclismo direttamente con dei propri prodotti. Lo storico ed iconico marchio italiano ha deciso di tornare nel mondo del pedale, ed ha deciso di farlo in grande stile, con dei prodotti all’altezza di un Premium Brand qual’è, e sulla base dell’esperienza maturata non solo nel settore Automotive in genere, ma soprattutto in quello Motorsports e F1 in primis.
I prodotti Pirelli, ormai attesi da molti sul mercato, saranno in vendita da Agosto e porteranno un nome noto a chi conosce i prodotti Pirelli: PZero Velo.
La presentazione dei nuovi PZero Velo è stata fatta in grande stile prima a Milano, nella sede della Fondazione Pirelli e nello stabilimento dov’è situato il reparto R&D, ovvero dove viene fatta tutta la ricerca e sviluppo dei prodotti Pirelli, in particolare F1 e corse in generale, e dove sono stati sviluppati i prototipi dei PZero Velo. In seguito la presentazione si è spostata a Vizzola sul sito della pista test di Pirelli, per una prova sulla pista stessa e su strada.
Purtroppo non abbiamo potuto fotografare alcunché nei vari siti. Addirittura nel reparto prototipi sono stati requisiti i cellulari, ma la misura cautelativa è comprensibile, visto che in questo sito (vigilato giorno e notte da guardie giurate) si trovano anche tutti i macchinari sviluppati e prodotti da Pirelli per realizzare i propri pneumatici prototipo, e trattandosi di settori “delicati” come la Formula 1 è comprensibile una certa attenzione. Le uniche foto che possiamo offrirvi sono dunque quelle forniteci dalla stessa Pirelli, in cui non si vede niente di sensibile.
Lo sviluppo dei PZero Velo ha preso circa 2 anni, ed è partito da un processo di reverse engeneering, ovvero i tecnici Pirelli hanno preso i copertoni reputati migliori sul mercato e li hanno analizzati. Nel fare questo hanno utilizzato gli stessi macchinari che usano per gli altri settori, per cui niente di fatto al risparmio: abbiamo potuto vedere in funzione scansioni TAC, risonanze magnetiche nucleari, spettrometri e microscopi elettronici di vari tipi. Ogni molecola dei concorrenti è stata quindi attentamente vagliata per rendersi conto dello stato dell’arte nel settore. Fatto questo Pirelli ha deciso quali dovessero le caratteristiche del loro pneumatico, cercando un’ottimizzazione di ogni aspetto per fornire il miglior compromesso. Va ricordato infatti che un pneumatico è sempre un compromesso tra varie caratteristiche, visto che alcune sono contrarie ad altre, ad esempio grip e durata.
Individuato il target la palla è passata agli ingegneri e chimici che hanno prototipato decine di mescole differenti per ottenere quella ideale, non solo da un punto di vista teorico, ma che poi fosse anche realizzabile industrialmente.
Il passaggio successivo è stato un lungo lavoro di testing per cui sono state sviluppate delle macchine apposite, in particolare per ovviare ad alcuni inconvenienti di quelle in commercio, ovvero macchine realizzate per test in laboratorio, ma che hanno dei punti deboli nel replicare le condizioni del mondo reale. Una su tutte i rulli utilizzati per misurare la resistenza al rotolamento, i quali hanno un raggio che va da 1 a 2mt (per le macchine più costose), ma che hanno il difetto di deformare il pneumatico con un’approssimazione rispetto le condizioni reali, ovvero del manto stradale piatto. Pirelli si è avvalsa quindi di una macchina utilizzata per lo sviluppo dei pneumatici da moto ipersportive e Superbike, che non solo da la possibilità di far rotolare i pneumatici su una superficie piatta, ma riesce ad inclinare le ruote lateralmente, modificare i carichi in tempo reale e applicare anche una torsione alla ruota, simulando quindi ogni tipo di condizione reale con la possibilità di misurare temperatura interna ed esterna dei pneumatici ed assorbimento in watt delle resistenze con una precisione migliore dei comuni misuratori di potenza ciclistici.
Tanto per dire, nella sala attigua era appena stata installata una macchina analoga per i test dei pneumatici da F1, motorsport e modelli Prestige (pneumatici sviluppati apposta per modelli specifici di auto tipo Lamborghini, Ferrari, Pagani, etc..) dal costo di 6,2 milioni di euro.
Insomma, le risorse non mancano, ed oltretutto Pirelli ha voluto (ri)entrare nel mercato ciclo con prodotti di alta gamma, quindi non al risparmio.
Andando al sodo, la mescola utilizzata per i PZero Velo è denominata SmartNet Silica™, ovvero: “una molecola a base di silice la cui conformazione differisce dalla silice tradizionale: non ha forma sferica ma allungata, a “bastoncino”. La molecola presenta una tendenza naturale ad ordinarsi, invece di avere una disposizione casuale all’interno della struttura. L’ordine porta a diversi vantaggi in termini di prestazioni: la disposizione longitudinale agisce in positivo sulla scorrevolezza del pneumatico, dando prestazioni direzionali molto elevate grazie anche all’estrema elasticità, con conseguente diminuzione della generazione di calore e della resistenza al rotolamento. SmartNet Silica™, inoltre, offre il grande vantaggio di non concentrarsi, ma di disperdersi in maniera ampia ed omogenea all’interno della struttura: questa proprietà, sommata alla naturale affinità chimica con l’acqua, si traduce in alte prestazioni su bagnato. La parola Net inclusa nel nome non è ovviamente un caso. Un’ulteriore particolarità di SmartNet Silica™ è quella di saper creare un vero e proprio network di particelle, legando a sé altri elementi della mescola. La stabilità del reticolo molecolare è determinante per garantire il perfetto bilanciamento delle prestazioni e contribuisce alla protezione naturale contro le forature, senza appesantire la struttura del pneumatico e prolungandone la durata nel tempo.”
Lo sviluppo non si è fermato alla mescola, ma ha coinvolto anche la forma e struttura della caracassa e del battistrada. Per la messa a punto del disegno dei battistrada del PZero Velo e PZero Velo 4S (il modello TT è totalmente slick), Pirelli ha utilizzato la tecnologia FGD “Functional Groove Design” di derivazione motorsport. La scolpitura, che non ha solo funzione estetica, si ispira a quella di uno dei migliori pneumatici Pirelli per le SSP (categoria delle World SuperBike), il Diablo Supercorsa. Angoli, profondità e distanza delle scolpiture sono stati studiati per ottimizzare le prestazioni in termini di deflusso dell’acqua, di tenuta su asciutto e bagnato, di durata, di feedback del pneumatico, così come di comfort e grip. Il disegno dei battistrada richiama quello di un lampo e presenta angoli molto stretti nella parte mediana, con una decisa apertura verso i laterali, a tutto vantaggio del drenaggio dell’acqua, della scorrevolezza, di un consumo uniforme della gomma. La scolpitura, poi, è realizzata con una profondità progressiva, che migliora la durata nel tempo e dà grande reattività e controllabilità di risposta del pneumatico, anche in condizioni di piega estrema
I modelli in cui è declinata la gamma PZero Velo sono 3 e sono identificati dai codici colore mutuati dalla F1:
L’etichetta argento caratterizza il PZero Velo dedicato al road racing. È il più versatile dei tre, leggero, in grado di offrire massima scorrevolezza e handling, oltre ad un comportamento su asciutto e su bagnato che trasmette grande sicurezza al ciclista. È pensato per la competizione o l’allenamento, su qualsiasi tipo di asfalto.
L’etichetta rossa definisce il PZero Velo TT, il più veloce e leggero della gamma. È caratterizzato da ottima scorrevolezza ed elevato grip, a cui si aggiunge una perfetta tenuta sul bagnato.
L’etichetta blu infine, si applica ai 4S, gli pneumatici PZero Velo quattro-stagioni, ideali in autunno e inverno. Offrono elevata resistenza alla foratura e grip sul bagnato garantendo, inoltre, massima scorrevolezza e performance.
Venendo alla prova su strada, come sempre, 50km scarsi su una bici non propria e su strade sconosciute non sono un test attendibile per pronunciarsi su prestazioni e sensazioni, men che meno su un aspetto importante come la durata. Divertente è stato poter girare nella pista test, che aveva una parte irrorata costantemente d’acqua (il che ha aiutato contro la canicola) per saggiare la tenuta sul bagnato. Ed una parte con delle linee delimitate da coni su cui fare delle curve strette (in dipendenza dalla velocità raggiungibile da propri garretti) e due linee in pavé di diversa “scassatezza” per verificarne la comodità. Tutti i partecipanti avevano pneumatici PZero Velo argento gonfiati a 6,5bar, indistintamente, in quanto questa è la pressione suggerita da Pirelli per i PZero.
Al termine della prova confrontandosi con gli altri era opinione comune che siano copertoni morbidi e molto assorbenti delle imperfezioni del manto stradale. Questo al netto del fatto che il parco bici test andava da Canyon Ultimate a Cannondale SuperSix, Cervélo S5, Bianchi Specialissima, etc…ognuna con ruote differenti (Mavic, Fulcrum, Enve, etc..).
La mescola viene prodotta in uno stabilimento Pirelli in Romania, mentre l’assemblaggio industriale viene, per ora, effettuato da un competitor francese su licenza. In effetti la scritta “made in France” era saltata subito agli occhi a tutti e necessitava una spiegazione.
Il prossimo anno saranno utilizzati ufficialmente da un team World Tour. Ed è prevista una versione tubolare. Su una eventuale versione tubeless bocche cucite, ma il fatto che ora sia in sviluppo una linea Mtb fa ben sperare.
Il prezzo partirà da 42eu.
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