Ieri si è tenuta la prima gara in assoluto di “Superenduro B-Road”, nelle splendide colline delle Langhe, con partenza e arrivo a La Morra. Parto all’alba da casa per arrivare puntuale, e raggiungo dopo un paio d’ore il paesino medievale arroccato e pronto ad ospitare questo nuovo formato di “enduro”, dedicato alle bici gravel. In pratica si pedala su asfalto/sterrato per 112 km, di cui 36 sono cronometrati in quattro prove separate, da raggiungere tramite dei collegamenti da pedalare ad andatura relativamente blanda.
Il mio mezzo oggi è una Scott CX Addict, che vi abbiamo presentato in questo articolo. Non si tratta di una bici gravel, ma da ciclocross, cosa che si nota nella trasmissione essendo il telaio identico al modello gravel (che ha una verniciatura mimetica): monocorona 11v con corona da 42 e pacco pignoni 10-36. Gomme belle tassellate, freni a disco Sram Red, telaio completamente in carbonio. Una bella posizione in sella, comoda e non troppo distesa, mi mette subito a mio agio dopo le prime (poche) pedalate dei giorni scorsi.
L’organizzazione è quella del Superenduro, capitanata da Franco Monchiero, che vive qui in zona e ha scelto il percorso, e da Enrico Guala, che fa da speaker. A loro si aggiunge il rodato staff del SE, ufficio stampa compreso, con Rock in The Middle che si occupa dei comunicati, foto e video. A proposito di foto, per ora vedete quelle che ho scattato io con il cellofono, successivamente inserirò quelle ufficiali. Ci tengo a scrivere subito il report perché mi riesce meglio se sono ancora “caldo” dalla gara.
Mi ritrovo con il numero di partenza 3, quindi parto insieme alla leggenda Thomas Frischknecht e ad altre facce più o meno conosciute con cui è stato un piacere parlare durante i trasferimenti.
Thomas è vestito da gravel: braghe larghe, scarpe da MTB. E soprattutto bici da sterrato, con un manubrio Ritchey largo 500mm e con la parte bassa che guarda verso l’esterno per facilitare la guida fuoristrada. Il resto dei circa 100 partecipanti gira in gran pare su bici da strada con gomme slick. Ci sono alcune mountain bike e poche gravel. È una categoria di bici che deve ancora arrivare al grande pubblico, e che deve ancora venire sviluppata e promossa per bene dalle aziende.
Per quanto mi riguarda, la tenuta è quella stradistica, la bici però no. Pur avendo letto che la gran parte dei 112 km si snodano su stradine asfaltate, ci tenevo a provare la nuova Addict, sapendo che magari nelle salite avrei perso del tempo.
Si parte dal classico palco del Superenduro, dopo i tre apripista, degli stradisti di eccezione che di nome fanno Milivinti, Lupato e S8cornola. Tutti appena tornati dal Giro, ci faranno compagnia durante questa giornata estiva.
C’è anche Scot Nicol, il fondatore di Ibis, che si gode le Langhe dal punto di vista ciclistico ed enogastronomico.
Il primo trasferimento, interamente su asfalto, è lungo circa 30 km e va su e giù su queste colline pittoresche, fra vigne e noccioli. Dopo circa 1 ora e mezza arriviamo alla partenza della prima PS, e lì si cominicia a fare sul serio. Non senza aver gustato il primo dei 3 magnifici ristori. Segnatevelo: non ho mai trovato dei ristori così appetitosi e ben organizzati come in questa gara: specialità della zona, vino bianco (ok, forse non per chi gareggiava), piazzette medievali tutte per noi.
Mi butto nella PS1, che appena fuori dal paese si butta a sua volta in uno sterrato inizialmente ripido e scassato, che mi prende un po’ di sorpresa. Dopo un po’ mollo i freni e mi godo le gommazze della Scott, insieme alla sua stabilità che uno non si aspetterebbe da una bici rigida e con manubrio da corsa.
Arriva l’asfalto, per una discesa a tutta. E qui si vede il rovescio della medaglia delle gomme: meno scorrevoli di chi gira su una BDC, soprattutto quando comincia la salita, fatta interamente in fuorisoglia. Alla fine terminerò 12°, non male visto il tanto asfalto.
Conto di rifarmi nella PS2, che dovrebbe essere interamente su sterrato. Parto a tutta, facendomi di nuovo sorprendere da una discesa più scassata di quello che pensassi. E non solo io. Dei tratti sabbiosi sono un vero esercizio di equilibrismo, e anche il futuro vincitore della gara fa un touch down piuttosto massiccio:
Sono quasi all’asfalto, quando il fattaccio succede: forato! Cambio la camera d’aria, convinto si tratti di una pizzicatura, gonfio la gomma con una bomboletta e riparto, arrivando alla fine della PS e poi al controllo orario. E lì mi accorgo che dalla gomma esce una protuberanza pestifera che non promette nulla di buono: la camera d’aria! Una pietra ha tagliato la gomma. Thomas mi dá una banconota da 5 Euro per tappare il buco, rigonfio il tutto e parto appena in tempo per non prendere una penalità.
Il sollievo dura poco: dopo circa 2 km di trasferimento la gomma si sta sgonfiando, a causa della valvola difettosa. Mi rifermo, smonto la ruota posteriore e chiedo a chi passa se hanno una pompa e una camera d’aria. Una buon anima mi dà tutto, rigonfio e riparto, sapendo che ormai arriverò in ritardo all’inizio della PS3. “Poco male”, penso fra me e me. “Mi faccio la PS3 con calma per poi dare tutto sulla PS4”. Parto sulla PS3, faccio qualche curva e, di nuovo, la gomma posteriore si sta sgonfiando! Evidentemente la camera d’aria è bucata. Non ne ho più di ricambio, ma soprattutto sono piuttosto stufo e demoralizzato. Torno alla partenza e mi rassegno a salire sulla macchina scopa. La PS3 si rivelerá essere 13 km di quasi sola salita, con un finale molto ripido e duro.
La gara è ancora lunga, visto il lungo trasferimento fra PS3 e PS4 (dopo un altro ristoro spettacolare), così andiamo alla partenza di PS4 per stare con gli altri. Alla fine vince Stefano Corino davanti ad Andrea Bugnone ed Emanuele Poli. Quarto Enrico Chessa del Forum Racing Team. Thomas Frischknecht quinto.
Una bella manifestazione, organizzata alla grande in un posto magnifico. Sicuramente da fare, se vi piace pedalare a tutta!
Risultati completi
Superenduro B-road