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Paris-Roubaix da record quella dell’edizione 110 di questo 2013. La media più elevata di sempre (45,129km/h) resta quella dell’edizione 1964, vinta dall’olandese Peter Post, ma all’epoca c’erano meno settori in pavé (in particolare mancava l’Arenberg) e quella giornata fu segnata da forte vento favorevole. Da quando nel percorso è stata inserita la foresta di Arenberg, quella del 2013 è per ora l’edizione con la media più elevata. Fabian Cancellara ha coperto i 254km della corsa alla velocità media di 44,190km/h. Quasi 1km/h più veloce dell’edizione 2012 vinta da Tom Boonen.
Nonostante ciò, Cancellara si è aggiudicato la corsa allo sprint nel velodromo. Ecco le sue impressioni in merito:
“Ho avuto il tempo di pensare a molte cose durante la corsa, mi immaginavo tutte le varie possibilità. Si sapeva che tutti correvano contro di noi e che sarei stato solo contro tutti. Non so come ho fatto. E’ incredibile arrivare al velodromo e finire con uno spettacolo del genere. Ma non cercavo di dare spettacolo, solo la vittoria..Alla fine non era nemmeno questione di correre secondo l’istinto, ma di battersi. Non so come ho fatto. Sono andato aldilà dei miei limiti. Ero talmente contento che la corsa fosse finita…Dopo la linea d’arrivo ho cercato subito di andare sull’erba per stendermi, ho preso un minuto per respirare, per ritornare sulla terra. Ora ho bisogno di riposo, non ho mai sofferto così. Avevo una missione. Ce l’ho fatta“.
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Rimasto senza compagni di squadra a 50km dall’arrivo più d’uno forse ha pensato che poteva finire come nel 2011, quando arrivò 2° dietro Van Summeren. Ma non lui evidentemente: “ero più fiducioso che nel 2011. Sapevo che la squadra era molto forte ed hanno fatto un gran lavoro. Avevamo tutto il gruppo contro. Mi sono ritrovato isolato un po’ presto, ma per fortuna non ho avuto problemi meccanici durante la corsa, nemmeno una foratura. Ci sono stati molti attacchi ed ho dovuto scegliere i momenti in cui seguire i corridori che avevo lasciato partire e che controllavo. Sapevo che non potevo correre dietro a tutti…Alla fine avevo Stybar e Vanderbergh a ruota. Non so come, ma sono scomparsi ad un certo punto. E poi avevo ancora dietro Sep (Vanmarcke)“.
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