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-Salite da allenamento- Terminillo -Lazio-

“Salite da allenamento” sono le salite magari meno conosciute o “blasonate”, ma fattibili tutto l’anno e con pendenze non estreme, quindi adatte a fare lavori specifici da allenamento per l’appunto.

Ovvero con questa serie si vuol far conoscere e dare risalto non ai soliti Stelvio, Giau, Zoncolan e Mortirolo vari, cioé salite agibili solo in certi periodi dell’anno o con pendenze mostruose, ma a salite meno conosciute “fuori zona”, ma comunque molto frequentate dai locali.

Questa volta andiamo in provincia di Rieti, grazie a Samuelgol che ci porta sul Monte Terminillo, nota come “la montagna di Roma”.

2217 metri s.l.m. sopra la città di Rieti:

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Uno dei monti più alti del Lazio, ma soprattutto il valico stradale più alto della regione, con Sella di Leonessa che si trova ai 1890 mt. s.l.m.

[img]http://foto.bdc-forum.it/image.php?id=1936&s=576&uid=1850[/img]

Un traguardo per ogni ciclista degno di tal nome, non facilmente raggiungibile. Non sono molti i mesi all’anno in cui è possibile tentare la scalata. Neve e temperature basse consigliano di provarci, quantomeno di farlo in maniera godibile, da Maggio a Ottobre, perché se la salita non è quasi mai un problema, la discesa molto lunga e con possibile fondo ghiacciato, ne sconsiglia la percorrenza con i normali pneumatici da bdc.

I versanti dove tentare la scalata sono due: quello più noto, percorso anche da molte tappe del Giro d’Italia, sul versante di Rieti, con la salita vera che inizia dall’abitato di Vazia, sul versante sud del Terminillo e quello meno noto e meno trafficato che parte dall’abitato di Leonessa, sul versante nord della montagna. Ugualmente a loro modo affascinanti.

Veniamo ai due versanti:

Lato Vazia, circa 21 km di salita sino alla Sella di Leonessa per 1340 mt. di dislivello, di cui 15 km per 1050 mt. di dislivello sino al punto intermedio di Pian de Valli:

Per effettuare questa ascesa, giunti a Rieti si seguono i numerosi cartelli marroni indicanti “Terminillo”, volendo si può parcheggiare se si è con l’auto, al parcheggio dello stadio “Atleti Azzurri d’Italia di Rieti e in un paio di km di falsopiano all’1/2% si raggiunge Vazia, frazione di Rieti, da cui si scorge in breve una colonna sulla sinistra e in terra la striscia ove azzerare garmin e computerini vari per prendere il tempo di ascesa.

Siamo a 550 metri. Durante tutta la salita la strada è sempre larghissima e dall’asfalto ottimo. Non eccessivamente trafficata salvo che nei we, con moto e auto che sfrecciano a tutta. La salita comincia subito decisa al 7/8% mantenendo pendenze regolari senza particolari strappi per 7 km sino ai 1014 mt. di Pian De Rosce, ove vi è circa 1 km di falsopiano per rifiatare. Questo primo tratto è per lo più all’ombra. Passato Pian de Rosce, con ampi prati da picnic, subito la strada si impenna per circa 3/400 metri fra il 9 e il 10 %, per poi riassestarsi come i precedenti km tra il 7 e l’8% costanti in cui la fatica si farà sentire. Non si è più all’ombra, salvo brevissimi tratti, e nonostante l’altura, il sole e i km precedenti incideranno sulle gambe. Lunghi rettilinei si alternano a qualche tornante che darà la possibilità di vedere la piana di Rieti da una parte e dall’altra la valle del Velino, che culmina sotto al Monte Giano con la sua caratteristica scritta formata da vegetazione e visibile anche dal satellite con Google Earth.

Dopo Pian de Rosce saranno altri 7 i km che porteranno sino alla linea in terra posta in prossimità dell’agglomerato di residence e alberghi ai 1670 mt di Pian de Valli. Qui i corsaioli potranno stoppare il loro cronometri, aspettare beffardi l’arrivo dei loro compagni o da loro essere sbeffeggiati se arrivati per ultimi e davanti alla fontanella di acqua freschissima posta accanto alla linea, inscenare una sorta di commento alla tappa.

Un buon tempo di ascesa fra le due linee, può essere considerato intorno ai 55 minuti. Sotto i 50 minuti siamo di fronte ad una prestazione di tutto rispetto, non accessibile ai più, se parliamo di amatori. Rimane il tratto per giungere alla Sella di Leonessa. Dopo un paio di km pianeggianti e uno in leggera discesa, rimangono circa 3 km impegnativi nuovamente fra il 7 e il 9%, fra tornanti e prati tipicamente di alta montagna.

Uniche fontanelle dell’ascesa sono quella di Pian De Valli e, circa due km dopo, quella di Campo Forogna, quindi partite con acqua a sufficienza. Su in cima alla Sella, non vi è nulla se non un cartello…e un panorama mozzafiato che vi porta a vedere perfino i Monti Sibillini e quelli della Laga, al confine fra Lazio, Abruzzo e Marche.

Lato Leonessa 17 km di salita sino alla Sella di Leonessa per 950 mt. di dislivello.

Qui non ci sono righe in terra seppur il riferimento ove prendere il tempo c’è lo stesso, è una salita per amatori veri, nessuna macchina mai, asfalto ogni anno un po’ migliorato ma sempre con tratti che ne sconsigliano la discesa (quindi niente ripetute), mentre a salire nessun problema.

Si parte dal carinissimo abitato di Leonessa posto a 950 mt.. Lasciandoselo sulla propria destra gli si gira intorno e dopo un bivio cui si svolta a dx, inizia la salita nella Vallonina, verdissima d’estate e infuocata dai colori dell’autunno grazie ai faggi multicolori

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I primi 7 km sono un falsopiano a salire tra l’1 e il 3%, in cui fare velocità di rapporto, sperando di non avere il vento contro, in cui si sale appena 200 metri circa. Passato un ponticello la strada piega a dx e di lì si possono azzerare in cronometri perché non si scherza più e la strada sale variabilmente fra l’ 8 e il 10%, con brevi impennate intorno al 12/13%. Il primo tratto è spettacolare, tutto in un fitto bosco di faggi che prosegue fra curve e controcurve per circa 7,5 km in cui si sale circa altri 600 metri, sintanto che dopo una curva a dx si esce dal bosco e si vede la sommità del Terminillo. Ci si rincuora, si pensa che sia fatta. In realtà manca la parte più impegnativa di circa 2 km sempre fra il 9/10/11% in cui l’altura e il sole, oltre alla stanchezza, acuiscono la fatica. La Sella ancora non si vede, ma si raggiunge in breve una serie di tornanti con pendenza un minimo meno impegnativa (6/7%) al termine dei quali si giunge infine all’agognato GPM, dopo una ascesa che se sarà andata male, ci avrà visto incontrare forse una o due auto.

Tempo di ascesa. La salita è stata oggetto di arrivo di tappa dell’ultimo Giro dilettanti e il vincitore di tappa ha scaricato su strava il tempo di ascesa dal ponticello alla Sella percorso in 26 minuti e spicci.

Anche questo versante è totalmente primo di fontanelle, quindi consigliato all’ingresso dell’abitato di Leonessa, appena passato un arco, rifornirsi alle due fontanelle subito a sx.

Considerazioni tecniche:

dal punto di vista dell’allenamento puro, il versante Vazia, nel tratto sino a Pian de Valli è il più indicato. Salita lunga, di pendenza costante ma mai proibitiva, a parte il tratto di falsopiano centrale, ove poter fare sia lavori specifici che lavori su salita lunga, o anche test per misurare il proprio livello, grazie alla presenza delle due righe in terra. Può tranquillamente essere fatta anche a scendere. Il versante di Leonessa ha pendenza più dura e meno regolare, asfalto non particolarmente buono che a scendere può risultare rognoso ed è sul versante nord, quindi più a rischio umidità ghiacciata e/o scivolosa, se non una maggior permanenza di neve..ma è anche molto più bello e meno trafficato, sembra di essere fuori dal mondo.

Considerazioni logistiche:

dal lato Vazia, circa 1km prima dell’attacco della salita, sulla sinistra, troviamo il Ristorante Valentino. E’ un must per moltissimi ciclisti. Si mangia molto, piuttosto bene e a prezzo contenuto (con 25 euro si passa dall’antipasto a buffet o abbuffet, al caffè senza saltare portate per chi ce la fa) ed è ciclisti friendly. Se li si avverte prenotando, solitamente propongono senza sovrapprezzo, la possibilità di una stanza ove docciarsi.

Dal lato Leonessa, consigliata sosta alla Taverna del Lupo di Albaneto

Qui le tracce di due giri caricate sul training camp del forum che comprendono le due salite.

Lato Vazia

Lato Leonessa

 

 

 

 

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Pubblicato da
Piergiorgio Sbrissa

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