Il 2025 si apre con un’opinione di un corridore di eccellenza su un tema che ormai da qualche stagione è sempre più caldo, ovvero la sicurezza in corsa e le velocità medie orarie crescenti tra i professionisti. Che le medie orarie siano cresciute ormai è un dato di fatto, che le cadute siano in aumento è invece ancora tema di analisi, ma la percezione comune è che siano aumentate. D’altronde il ciclismo su strada si corre in controtendenza alla misure di sicurezza, con arredi urbani atti a limitare ovunque la velocità delle automobili, mentre tra materiali, preparazione, etc.. il ciclismo diventa sempre più veloce.
Wout van Aert in un’intervista su Sporza è tornato lungamente sulle sue di cadute, quelle che nella stagione 2024 lo hanno limitato pesantemente. E con lui vari Big, come il compagno di squadra Vingegaard o Remco Evenepoel, tutt’ora in paziente attesa di rimettersi dall’ennesimo incidente su strada.
Van Aert va dritto al punto:
“Ha creato un dibattito interessante tra i corridori. Limitare il numero di rapporti (o più probabilmente intende il loro sviluppo metrico -ndr-) penso renderebbe lo sport molto più sicuro. Altri corridori pensano che no, ma io resto convinto di si: se sei in una discesa con un limite di velocità nessuno può risalire di posizione. Ora i rapporti sono cosi grandi che pensi comunque di sorpassare“.
Oggi i rapporti standard montati su gran parte delle bici dei pro sono il 54×11, ed in alcuni casi il 55×11. Rispettivamente 20 e 40cm di maggior sviluppo metrico in confronto al classico 53×11 che è stato lo standard per 40 anni e più. E’ veramente questo che fa la differenza nelle tante cadute, gravi? O appunto sono i cambiamenti avvenuti nel disegno delle infrastrutture, come le milionate di rotonde, restringimenti per i passaggi pedonali, etc..? O sono le dinamiche di corsa? Con gare sempre più tirate e nervose dal km 0? O forse la combinazione di questi fattori.
Resta il fatto che anche dal lato dei protagonisti sembra essere venuto il momento di una riflessione, e giustamente, di trovare una soluzione. In effetti sembra difficile tornare alla configurazione delle strade di 30 anni fa, quindi limitare le velocità potrebbe essere un’idea. Non tanto e solo con i rapporti, ma mettendo, come auspica Wout, dei limiti ad esempio in discesa. E si apre il mondo dei controlli…
Resta il fatto che Wout si è mangiato una stagione grazie alle cadute, ed ora ha 30 anni: “sono praticamente usurato in termini di gare, ma non ci credo dentro di me, anche se la fine è più vicina dell’inizio. Sono sicuro che il talento non vada via, dopo tanti duri colpi ho comunque raggiunto un ottimo livello a primavera, ed ora sta tornando ancora“.
I migliori auguri per la nuova stagione, ma il dibattito resta aperto.
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