Selfies al Tour

“Una volta” erano gli scalmanati che rincorrevano i corridori in salita urlandogli non si sa cosa o mettendosi davanti per farsi investire.

La nuova moda del “tifoso” ciclistico non poteva che essere il selfie, l’autoscatto col cellulare con sfondo di ciclista.

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Gli inglesi hanno martellato per 1 anno intero attraverso ogni media possibile per fare delle 3 tappe inglesi del Tour il “Grand départ” più indimenticabile della storia. D’altronde gli ultimi due sono stati vinti da britannici (Froome non è propriamente percepito come “inglese”) ed il ciclismo è lo sport del momento in terra d’Albione. Pertanto le prime due tappe nello Yorkshire hanno mantenuto le promesse. Così tanta gente a bordo strada anche su salite di 3^ categoria si è vista si e no sull’Alpe d’Huez o sui muri del Fiandre.

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Gli stessi corridori si sono detti sbalorditi dalla quantità di pubblico e dal calore che ricevono. Più d’uno ha parlato di “pelle d’oca”, e non è difficile credergli.

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Christian Proudhomme, direttore del Tour, ha dichiarato che quello che si è visto in queste due tappe:”è un bene per lo Yorkshire, ma anche un bene per il Tour de France, e sicuramente si è alzata l’asticella per qualunque paese ospiterà il Tour in futuro“.

Bernard Hinault ha dichiarato che in 40 anni di ciclismo corso e visto è la prima volta che vede una folla del genere a bordo a strada.

Spettacolo che galvanizza i corridori, che ricambiano volentieri, come John Degenkolb:

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Però la moda dei selfies ha il suo lato negativo. E lo riassume seccamente Geraint Thomas della Sky: “i selfies sono la nuova rottura di palle per i corridori“.

In seguito ha articolato meglio il pensiero: “La cosa peggiore è quando la gente si mette di schiena al gruppo che passa per farsi la foto. Non ci vedono arrivare e stanno in mezzo alla strada. Se stai davanti li puoi vedere ed evitare, ma se sei dietro un paio di corridori li vedi di colpo e puoi andarci addosso. Ci sono già stati molti incidenti con collisioni col pubblico nel passato e non è una cosa bella…Non ci sono molte corse in Gran Bretagna e forse la gente non capisce quanto andiamo veloci e quanta strada utilizziamo. Se vogliono farsi un selfie che si mettano su un muro“.

Stessa posizione di Tejay VanGarderen (BMC):  “Stare in mezzo alla strada dando le spalle a 200 ciclisti che ti vengono incontro per farsi un selfie? E’ un mix di vanità e stupidità. Amo il pubblico numeroso ed il suo supporto, ma per favore dateci spazio”.

Dalle immagini tv si è visto ad esempio Ramunas Navardauskas (Garmin-Sharp), 3° nella 1^ tappa, sbracciarsi nervosamente chiedendo spazio dentro l’abitato di Ripponden.

Alberto Contador, dopo la stessa tappa, ha detto: “Sono contento che sia finita. E’ stata una tappa estremamente nervosa con così tanti spettatori“. Mentre dopo quella odierna ha dichiarato: “Finire illeso ogni tappa è una vittoria“.

Evidentemente, alla partenza della 1^ tappa, fianco a fianco a Chris Froome* non si immaginava ancora a quanti selfies avrebbe dovuto fare e farà da sfondo:

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*Froome in particolare deve stare attento, visto che in passato gli è bastato anche 1 solo ostacolo davanti per centrarlo (1° corridore del video):

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