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Stages Cycling avrebbe licenziato tutto il personale e cessato l’attività

Stages Cycling, noto produttore di misuratori di potenza ed accessori vari,  avrebbe licenziato tutto il personale e cessato l’attività. Questo secondo quanto riportato da EscapeCollective.

Al momento il sito di Stages è ancora funzionante, ma l’intero catalogo del loro negozio online risulta esaurito.

Secondo quanto riferito dalle fonti di Escape Collective, alla base delle difficoltà di Stages ci sarebbe il fatto che una quota tra il 50 e l’80% del proprio business era dipendente da palestre orientate allo spinning/ciclismo, in quanto la quota maggioritaria dei prodotti venduti da Stages era nell’Indoor.

Dopo la pandemia questo settore  sarebbe andato in grande crisi, come dimostrato anche dalle difficoltà di Peloton e il calo di fatturato di piattaforme come Zwift. A questo si è aggiunta una scarsità di microprocessori sul mercato durante il periodo del covid che ha colpito varie industrie. Ed ovviamente anche Stages, che produce dai misuratori di potenza alle bici da indoor fino alle unità Dash, tutti prodotti che richiedono uno o più chip. Il risultato è stata una mancanza di inventario proprio mentre l’industria del ciclismo stava vivendo il boom del Covid.

Queste difficoltà di approvvigionamento ha portato a problemi di flusso di cassa: il marchio non poteva vendere ciò che non aveva, il che alla fine ha portato a maggiori problemi di approvvigionamento poiché la società non aveva le risorse finanziarie per ricostituire l’inventario, il che a sua volta è stato ulteriormente aggravato da un forte aumento nei costi di spedizione e nei tempi di consegna sempre crescenti.

Questo ha portato Stages a tentare di vendere una quota di minoranza del 32,5% nel gennaio 2023 a Giant, con un investimento dichiarato di 20 milioni di dollari. Alla fine però, nel maggio dello stesso anno l’accordo fallì e con esso l’attesa iniezione di liquidità.

Diverse fonti vicine a Stages, che hanno parlato con la promessa di anonimato, hanno indicato a Escape Collective che la società aveva inizialmente cessato gli ordini ai fornitori e poi la spedizione ai clienti, e attualmente il sito web mostra la maggior parte dei prodotti come non disponibili.

Se tutto sarà confermato sembra che la bancarotta sia quasi inevitabile a questo punto.

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Pubblicato da
Piergiorgio Sbrissa

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