La Paris-Nice terminerà sabato, un giorno prima del previsto. Nella negoziazione se continuare la corsa tra organizzazione e squadre si è deciso di continuare ed adottare questa soluzione, annullando l’ultima tappa. Solo il Team Bahrain-McLaren si è opposto e lascerà immediatamente la corsa (Dylan Teuns, loro miglior uomo in classifica è 6° al momento).
Sophie Wilmès, primo ministro belga, ha annunciato che tutti gli eventi sportivi in terra belga sono annullati sino alla data del 4 aprile prossimo. Di fatto questa misura cancella tutta la prima parte della campagna fiamminga di corse professionistiche, lasciando un lumicino di speranza per il Giro delle Fiandre, giusto il 5 Aprile.
Se gli organizzatori del GP E3 sono fatalisti: “non c’è ormai alcuna possibilità che la nostra corsa si svolga quest’anno“, quelli del Giro delle Fiandre tentano il tutto per tutto, pensando a misure contenitive: “la concentrazione di invitati e vip sul Quaremont e Koppenberg può essere limitata, ma va preservata“. Questi posti vip sono la principale fonte di guadagno per l’organizzazione, visto che i biglietti per questi posti costano centinaia di euro.
Il ministro della salute però pare più pessimista: “non vedo come possa essere possibile organizzare una corsa di ciclismo senza pubblico“. E ricordiamo che lungo le strade della Ronde, si assiepa normalmente fino ad un milione di persone.
Patrick Lefévère, Team Manager della Deceuninck-Quick Step, intervistato dal Het Nieuwsblad si è limitato ad un laconico “ho paura che sia annullato tutto”. Nel caso, per il Giro delle Fiandre, nato nel 1913, si vedrebbe cancellato per la prima volta dal 1918. Infatti è l’unica classica monumento che si è disputata anche durante la 2^ guerra mondiale.
In Spagna intanto è arrivato lo stop per la Vuelta a Cataluña (23-29 marzo), anche se gli organizzatori hanno chiesto all’UCI di spostarla più avanti nel calendario. Stessa sorte probabile per il giro dei Paesi Baschi (6-12 aprile).
L’Italia al momento è ovviamente il paese più toccato, con l’annullamento in particolare di Milano-Sanremo, Strade Bianche e Tirreno-Adriatico e Giro di Sicilia. Ma il timore più grande riguarda ovviamente il Giro d’Italia. Il direttore Mauro Vegni monitora la situazione, sperando di poter far partire la carovana rosa il 9 maggio da Budapest, ma la situazione è troppo dinamica al momento, e va considerata l’evoluzione della situazione in particolare in Ungheria, che alla fine si potrebbe privare delle prime tappe, ma con la conseguenza di mandare all’aria tutto il Giro. Vegni spera sia possibile nel caso peggiore spostare la corsa a data da destinarsi, ma in un calendario che al momento si prospetta intasatissimo nella seconda parte dell’anno, trovare spazio per una corsa di tre settimane pare un’impresa titanica. Ad ogni modo ogni decisione è rinviata al 3 Aprile, quando federazione, organizzazione e organi governativi si incontreranno per fare il punto.
Per l’organizzazione del Giro, Rcs-Sport, si tratterebbe di un colpo durissimo, visto che praticamente si vedrebbe annullata quasi l’intera stagione di gare. Conseguenze economiche rilevanti anche pre tutto l’indotto che in particolare il Giro d’Italia porta al paese intero; e per le squadre infine, che si vedrebbero private di ogni possibilità di operare in un contesto economico globale in contrazione.
Appare anche ottimistico pensare che la situazione si risolva in un mese o due, con paesi “in ritardo” rispetto la situazione epidemiologica italiana, e con probabile picco di contagiati a maggio-giugno.
Il ciclismo, come molti altri settori, potrebbe veramente cambiare volto dopo questa terribile crisi.
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