Prendendo spunto dagli utili e validi commenti relativi al primo articolo (LINK) e amplio il dibattito e le considerazioni in questa seconda parte focalizzandomi su alcuni elementi o punti.
“C’è il rischio di fare uscite solo in funzione del tempo su determinate salite o segmenti di percorso, stravolgendo un eventuale allenamento.” @Shinkansen
Questo può essere un problema concreto e/o un rovescio della medaglia nell’utilizzo di questo strumento. Vien da sé che un carico strutturato, se realmente tale può però anche includere tratti massimali. In tal senso da un po’ di tempo (2013) anche nei miei programmi di allenamento inserisco tratti “mirati” che possano dare all’atleta la possibilità di provarsi su segmenti (se utilizzano Strava) e/o tratti indipendenti da un database online. Il punto cardine è individuare e selezionare tempistiche di tali segmenti e la loro implementazione in un più complesso programma che non può includere solamente e sistematicamente solo segmenti e “caccia” ai Kom.
“Ci gioco anch’io con strava e a volte rimango basito e mi chiedo ma dove stiamo andando? Posso far visualizzare a sconosciuti dov’ero, come andavo e a quanto batteva il cuore?
Non lo so se e’ giusto, l’importante che questo gioco che gioco non è’ ci porti fuori di casa a fare un po’ di attività fisica.” @Kevin34
Sono un po’ scettico sulla prima parte, sulla privacy online non reputo che questi siano dati così “sensibili”! Assolutamente d’accordo sulla seconda parte e questo lo sanno benissimo i produttori di hardware e software: lo sport/fitness amatoriale già ora, e in maniera sempre più massiccia nell’immediato futuro, sarà interazione tra differenti sistemi e tecnologie, in gergo tecnico si va verso una “ludicizzazione” (Gamification, http://it.wikipedia.org/wiki/Gamification).
“E poi si conoscono altre persone in tutto il mondo e si possono vedere solo in “leggera differita” le fatiche ciclistiche altrui.” @Madbee
Anche questo è altrettanto vero, posso fare 2 esempi “personali”: negli USA ho incontrato e percorso un pezzo di salita con un buon amatore, ci siamo scambiati 4 chiacchiere e alla fine la promessa di “incontrarci” su Strava e così è stato.
Recentemente vi sono stati alcuni turisti (in viaggio/stage allenamento) con bici al seguito qui nelle zone dove abito: scoprendo che molti Kom erano miei, si sono incuriositi e mi hanno contattato, questo ci ha permesso di incontrarci e poter fare una “mini” conferenza sull’allenamento… con la promessa poi di rivederci anche l’anno prossimo. Non esistono tecnologie “buone” o “cattive”, ne esiste un uso consapevole e utile ed uno meno.
“Uso da 2011, e ci sono cose interessante: Vedere un allenamento e a volte parlare con un Pro, conoscere un percorso in una zona sconociusta.” @Marcelo Marino
Anche questo è vero così come può essere disarmante confrontare la propria prestazione con chi pedala…per mestiere! Altre volte può essere (virgoletto) “gratificante” vedere come, tutto sommato, in talune circostanze ci possano essere dei punti in comune, dei percorsi che l’uno predilige rispetto ad altri. In tal senso Strava può essere “discriminatorio” poiché in alcune zone più popolate da pro e under23 può essere più difficoltoso il confronto di prestazioni solo tra “amatori”. Non sono generalmente d’accordo su una frammentazione di Strava in decine di sotto-classifiche, però la possibilità di “filtrare” i pro ufficiali potrebbe dare la possibilità di un duplice confronto (con e senza professionisti).
“Il valore dei KOM è poi tutta un’altra questione. A mio avviso conta solo una cosa: più sono i partecipanti al segmento più è veritiera la posizione in classifica.” @Boost
Veloviewer (LINK) implementa l’utile funzione VeloViewerScore: sintetizzano è un valore pesato (migliori 100 segmenti e/o Kom) quantificazione del proprio livello. E’ infatti innegabile che un Kom su un segmento coperto/percorso da soli 20 ciclisti ha un peso differente da un segmento su cui ne sono transitati migliaia. In tal senso, ed in linea con la politica recente di riduzione doppioni e volendo limitare il numero di segmenti attivi, penso che sarebbe utile che Strava filtrasse i “kom solitari”: vuoi per scarsa percorrenza e/o imprecisa traccia KOM vi sono molti segmenti inutilizzati e inutilizzabili da altri. In tal caso sarebbe ottimale che “se n< 2 atleti sul segmento => il segmento diviene privato in automatico finché non viene validato dal passaggio di altri”. Tornando a VeloViewerScore questo parametro fornisce spesso un peso e misura lineare rispetto alle reali prestazioni di un atleta…anche, e soprattutto, extra Strava (ossia gare “tradizionali”).
“La gamification è un trend innegabile in ogni settore. Tutti ci provano ma pochissimi ci riescono. Quelli di Strava ci sono riusciti e benissimo. Hanno fatto leva sull’istintiva componente ludico-agonistica del ciclismo dandole una nuova veste fatta di accessibilità ai dati, grafica bella e chiara, comunicazioni efficaci, marketing di alto livello. Bravi. Niente da dire. Invidia professionale.” @Brio
Il tutto puntando sull’essere particolarmente elementare sia nell’utilizzo che nell’interfaccia. Questo ha permesso l’implementazione poi di –sia pur semplici e basilari- strumenti anche di analisi allenamento, accedendo con versione Premium. In tal senso entrando in diretta concorrenza con altri portali (es. TrainingPeaks) rendendo però il tutto più semplice e senza la pretesa di essere un software completo su una piattaforma online (= UI pesante, lentezza nella gestione di molti dati).
“purtroppo lo spettro delle varie personalità e psiche degli utilizzatori di STRAVA non e’ in controllo di STRAVA in se.” @ciclo_beibo
Un, semi-scherzoso, esempio di psiche… vogliamo parlare degli S-tra-ns-va gender? 😀
Nome e barba molto femminile, cosa si fa per una manciata di… QOM o un po’ di goliardia 😀
“Per quanto riguarda l’etica a cui fa riferimento Francesco, trovo vergognoso percorrere un segmento o caricare una traccia seguita in moto o auto, mentre non mi disturba il caricare una traccia fatta dietro motori, purchè sia evidenziato (eseguo regolarmente lavori dietro macchina).
Un giorno ho caricato una traccia e il sistema mi ha evidenziato un KOM su di un tratto in pianura, sapendo di averlo fatto durante una sessione di allenamento dietro macchina, ho scritto a Strava chiedendo la rimozione del KOM, purtroppo ad oggi esistono segmenti in punti impensabili e l’autosegnalarsi a Strava diventa difficile, l’ideale sarebbe avere la possibilità di togliere un proprio tempo dalla leaderboard ma, forse con il tempo, ci si arriverà.” @(Ale74)
Si può anche usare la funzione “ritaglia” e rimuovere la parte in questione e/o che non si vuole venga classificata così da non rendere l’uscita completamente “privata” come @Lucio p ha poi suggerito. Oltre ad auto e motocicli sono in crescita, presumo in modo lineare alla loro diffusione, anche segmenti coperti con l’uso di e-bikes. Cosa porti poi qualcuno a caricare un’uscita su Strava svolta completamente e/o abbondantemente con l’ausilio di un motore elettrico…rientra nel campo “psiche” di cui sopra…
“L’unica cosa che di strava mi ha fatto “pensare” è stato all’inizio del suo utilizzo quando venni derubato della bici da cross dal garage: mi è sempre rimasto il dubbio che le mappe di strava li abbiano agevolati – all’inizio avevo trascurato l’opzione privacy per nascondere il luogo di partenza.” @dinute
Esiste, come hai puntualizzato, l’opzione privacy che oscura una limitata area geografica a propria scelta. Oltre a questo è utile, se questa è la propria premura/timore, non far partire la registrazione…sotto il portone di casa e cercare di limitare la lista dei followers. In tal senso, idealmente, dando accesso solo a persone che si conoscono e/o che si sono conosciute anche in altri modi ed evitando (io lo faccio) gli “anonimi” e/o nomi di fantasia. Non esiste, al momento, una funzione di reale e completo “live tracking” come per Garmin (Edge 510, 810, 1000) e/o altre app (es. Endomondo, Runtastic) ma anche in tal caso, se si hanno di questi timori –giustificati- è meglio non rendere visibile tali dati e posizione in queste app e/o altri programmi-portali social.
“Ha ancora senso rinnovare il chip, quando Strava continua a diffondersi sempre di piu’. Alla 9 colli 2013, ho trovato molto piu’ divertente, consultare la classifica e tutti i settori in dettaglio, della mia prestazione e dei miei amici sul strava, che non su Sdam, dove trovi solo l’ufficialita’ del tuo arrivo e di qualche passaggio. Aspetto vostre risposte.” @luciobike
Un chip/transponder con passaggio in alcuni/pochi punti è una tecnologia abbastanza “basica” rispetto a quanto prospetti; ciò non potrebbe essere così remoto, sarebbe però necessario fornire a tutti un GPS e connettività per poter registrare i dati in tempo reale. O come passaggio intermedio un dispositivo GPS che poi scarichi tutti i dati una volta superato il traguardo, come una “scatola nera”.
“Una cosa che mi piacerebbe da strava sarebbe sulle corse poter sovrappore il mio file con quello di altri.”@ilsagold
Il file no, i segmenti sì da quando poi recentemente Strava ha fagocitato tale utile funzione presente su Raceshape (che purtroppo chiuderà in data 1/10)
“Utile anche come pianificatore: conoscendo la propria Vam si può presumere quale sarà il tempo di percorrenza di una salita!!” @mik74
Il problema di molti segmenti è che vengono creati, anche in automatico (es. quelli che completano il nome con “climb”) dal primo passaggio o da dispositivi (cellulari) con poca precisione. Una situazione tipica questa che può portare ad un’imprecisione dati. Se si osserva la sola VAM non è affatto infrequente vedere valori altimetrici incorretti poiché è la prima tracciatura del segmento che “fa fede”: se questa è errata (altimetria) lo saranno anche i successivi riferimenti.
“Spesso quando ci si vede si parla dei Kom (il verbo kommare è ormai abbastanza consueto), dei secondi persi e guadagnati per la scia il vento o altro.” @mobi
C’è chi si è talmente specializzato nel meteo pre uscite (vento, umidità, temperature) che, grazie anche a Strava, potrebbe diventare colonnello dell’Aeronautica ad honorem! 😀 Tornando seri, se Strava permette un maggior/miglior contatto con l’ambiente e il territorio (N.b. uno dei punti presenti come obiettivi specifici dell’apprendimento nella materia Ed.Fisica nelle scuole di II grado “relazione con l’ambiente naturale e tecnologico”) permettendo di esplorare nuove zone e conoscere nuovi territori, questo è senz’altro un elemento positivo!
“A mio avviso sarebbe da rivedere opzione segmenti. Mi spiego su salite lunghe ad esempio Grappa ( vicino a casa..) non ci possono essere 1000 segmenti, uno ad ogni metro..
Forse sarebbe un’idea poter avere due opzioni, una con dei segmenti già preordinati ad esempio, tot salita, metà, altro… E un altro con segmenti free come adesso.” @utah
Il problema del sistema promosso (e mai modificato, per ora) è nella totale autogestione e questo può creare quanto hai descritto: decine di segmenti, segmenti percorsi da una sola persona per errore/imprecisione GPS, segmenti disegnati “ad hoc” (es. quelli che si concludono dopo lo scollinamento, magari di un passo di montagna o che iniziano da strade e straducole collaterali, solo per poter proteggere un “proprio” segmento…). Però una gestione differente richiederebbe o degli “amministratori-utenti” nominati ad osservare determinate aree o personale Strava che opera in tal senso. Data la mole di dati, segmenti ed utenti penso che questa seconda opzione sarebbe economicamente poco fattibile.
“A mio modesto avviso il concetto di “confronto” è improprio. E’ un po come confrontare i campioni delle varie epoche in base al tempo fatto sulla stessa salita. Se non vale per i campioni figuriamoci per un confronto pro vs dilettanti vs amatori vs cicloturisti ecc. è divertente, estremamente divertente, e fornisce senza dubbio indicazioni utili sia per comprendere le qualità del singolo atleta o per valutarne lo stato di forma ma il confronto, per fortuna del ciclismo, sarà sempre quello nel singolo giorno, sullo stesso percorso e con il numero attaccato dietro la schiena.” @chiagiugio
Il ciclismo su strada è attività all’aperto soggetta a numerose variabili, anche in assenza della componente gara/gruppo. Le prestazioni quando confrontate vanno preventivamente contestualizzate. Non fare ciò può costituire sicuramente un limite sia nella comparazione/stima delle prestazioni tra pro che, a maggior ragione, su Strava. Perché a maggior ragione? Perché lo spettro di livelli è decisamente superiore, nei professionisti è decisamente più limitato (prestazioni di elite, ristretto percentile, limiti superiori di fisiologia) rispetto ad un crogiuolo di amatori che spaziano dall’atleta che sale a 2,5W/Kg a chi riesce ad avvicinarsi, magari sulla singola e “secca” salita a prestazioni quasi di elite.
“Però no, non ha cambiato il mio modo di allenarmi, lo ha fatto molto di più il PM… certo che quando sai che sei sul segmento….” @Marietto64
Questo è indubbio: uno strumento di allenamento e quantificazione oggettiva dei dati non può essere comparabile con uno strumento di database e confronto (sia pure anche con sé stessi). Motivo per cui sono entrambe utilizzabili ma uno non sostituisce, funzionalmente, l’altro.
“Che il ciclismo sia infantilmente divertente è solo un bene secondo me.” @Piergiorgio Sbrissa
Come non essere d’accordo! Dopo questa carrellata di opinioni, pro e contro (complimenti a tutti gli intervenuti per aver contribuito a toccare tutti questi differenti punti) resto convinto che Strava sia un’evoluzione in chiave moderna (sociale e tecnologica) del ciclismo. Il tutto con un’implementata migliore (grafica, funzionalità, possibilità di utilizzare molti devices) rispetto alla concorrenza che si è trovata immediatamente a rincorrere e che sta cercando di correre ai ripari (es Garmin Connect). Può sostituirsi ad un carico di allenamento strutturato? Essenzialmente no ma come nell’era “pre Strava” si utilizzavano riferimenti propri ed altrui -magari non sempre reali e mediati dal passa parola e/o altri “database” (evidente anche nei vostri commenti la registrazione di dati e segmenti in forma personale)- ora si può fare ciò con maggior facilità, immediatezza e con un ampliamento enorme, o comunque proporzionale all’utenza nella propria area, del database e riferimenti. Come ogni strumento e tecnologia non implica in sé lati a prescindere “negativi”, solo il suo utilizzo sopra le righe o oltre le regole può indubbiamente rompere il gioco. Perché tale è e resta: alla base sta sempre l’agonismo con sé stessi e con gli altri. Ed esattamente come in ogni contesto agonistico l’appagamento è proporzionale al rispetto di regole e buon senso.
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Dott. Massa Roberto
operatore sportivo, allenatore, preparatore atletico, coach
Laureato in Scienze Motorie – Sport & personal trainer
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