Ancora una volta è stata la côte della Roche-aux-Faucons a fare da giudice di pace nel finale della Liège-Bastogne-Liège, quando il gruppetto dei superfavoriti si è involato sotto l’impulso del canadese Michael Woods (Israel Start-Up Nation), con Julian Alaphilippe (Deceuninck) David Gaudu (Grouapama), Tadej Pogacar (UAE), ed Alejandro Valverde ((Movistar). Gruppetto che è arrivato allo sprint poi vinto dal giovane sloveno Tadej Pogačar su Alaphilippe e Gaudu.
Pogačar è stato scaltro a prendere la ruota di Alaphilippe da fondo gruppo, col francese che, seppur con un filo di ritardo nello sprint lanciato da Valverde, ha facilmente rimontato chi gli stava davanti. Ma lo sloveno lo ha infilato negli ultimi 10mt uscendogli di ruota proprio all’ultimo.
Niente da fare per Alaphilippe, che anche quest’anno si vede sfuggire la vittoria alla Liegi e non riesce ad entrare nel ristretto novero dei vincitori della Doyenne in maglia di campione del mondo (composto da Ferdi Kubler, Ric Van Looy, Eddy Merckx e Moreno Argentin), né è riuscito a rompere il digiuno francese che dura dal 1980, con Bernard Hinault. In compenso podio con il 2° ed il 3° entrambe francesi, grazie all’ottima prova di David Gaudu, le Petit Prince bretone, il quale sta dimostrando in questa stagione di essere giunto a maturità e capace di prendere il testimone di Thibaut Pinot.
Pogačar mette nella sua già nutrita bacheca la Liegi all’età di 22 anni e 217 giorni, diventando il secondo più giovane vincitore della Doyenne dopo Bernard Hinault nel 1977 (22 anni 162 giorni). Pogačar è cosi il secondo più giovane vincitore di Tour de France e Liège-Bastogne-Liège. È anche il più giovane a realizzare la doppietta Tour de France-Liegi nella storia. Solo 4 corridori hanno realizzato la doppietta Tour-Liegi: prima dello sloveno ci sono riusciti Ferdi Kubler (1951), Eddy Merckx (1972 e 1975) e Bernard Hinault (1980).
Anche Alaphilippe ha rilevato “la furbizia” di Pogačar, il quale, secondo il francese: “è stato il più furbo, ha saputo lanciare il suo sprint al momento giusto, quando doveva”. Pogačar stupisce proprio per la sua lucidità in gara, in ogni momento, nonostante i 22 anni. Anche nei chilometri finali lo si è visto collaborare, ma anche restare spesso coperto, mangiare pochi km prima dello sprint, e poi frenare per non stare in testa al gruppetto andando a prendere la ruota di Alaphilippe, chiaramente il più veloce nello sprint, soprattutto in piano. Una lucidità ed una lettura in corsa che non ha avuto nemmeno il 41enne Valverde, che di Liegi ne ha comunque vinte 4.
Quest’anno Pogačar è stato anche ottimamente servito da Davide Formolo, il quale ha chiuso su Carapaz nel finale (l’ecuadoriano è stato poi squalificato per posizione illecita in discesa), e da Marc Hirschi, i quali hanno poi rotto i cambi dei pericolosi inseguitori. Oltre ad aver (probabilmente in modo involontario) chiuso Primoz Roglic sulla Roche-aux-Faucons al momento dello scatto di Woods.
Grande vittoria per Pogačar, che regala anche la seconda vittoria di fila alla Slovenia.
Vittoria olandese, tanto per cambiare, nella Liegi femminile, con Demi Vollering (SD Worx) la quale si è imposta allo sprint davanti la connazionale Annemiek van Vleuten e l’Italiana Elisa Longo Borghini. La Vollering ha potuto contare sul lavoro della campionessa del mondo, trasformata in super-gregario, Anna van der Breggen (5^) e Ashleigh Moolman (7^).
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