Taylor Phinney (EF Education First), 29 anni, ha annunciato che metterà un termine alla sua carriera la prossima domenica, dopo la Japan Cup.
Figlio di due campioni ciclisti (Connie Carpenter e Davis Phinney), Taylor è diventato professionista nel 2011 con credenziali notevoli: due volte campione del mondo di inseguimento su pista nel 2009 e 2011, e vincitore della Paris-Roubaix U23. Da professionista però non è riuscito a mantenersi all’altezza delle aspettative. Nel suo palmares i punti più alti sono rappresentati dal titolo mondiale a cronometro a squadre con la BMC nel 2015, e la vittoria della cronometro di apertura del Giro d’Italia 2012 che gli consentì di portare la maglia rosa per tre giorni.
La battuta d’arresto principale della sua carriera è dovuta all’incidente ai campionati nazionali del 2014, in cui cadde in discesa andando a sbattere contro un guardrail fratturandosi tibia, rotula e rompendosi il tendine rotuleo. Dopo l’incidente il suo miglior risultato è stato un 8° posto alla Paris-Roubaix 2018.
Phinney durante la convalescenza dall’infortunio si è appassionato di pittura, e come lui stesso ha dichiarato: “ho sempre avuto un lato sportivo ed uno artistico, alla fine ha prevalso l’arte”.
Phinney però è anche appassionato di Mtb Enduro e vorrebbe competere nella disciplina. Dopo aver vissuto per anni a Quarrata, in Italia (parla molto bene Italiano) vive attualmente a Girona con la fidanzata Kasia Niewiadoma, professionista della Canyon/SRAM.
I nostri migliori auguri per il proseguo.
Corridore estremamente promettente, peccato per quella caduta che gli ha in qualche modo rovinato la carriera.
Ad maiora!
"Talent is nothing without work ethic, and work ethic comes from genuine passion for what you’re doing. And if you are constantly forcing your work ethic because your passion is elsewhere, then potential and talent mean nothing. And if there’s anything that I can take away from the sport of cycling it’s that, you can be as talented as you want, but if you don’t wake up every morning and you don’t want that thing, it doesn’t matter. I think that there’s a lot of power in recognizing that you don’t have the genuine passion for the thing that you’re doing anymore. And then having the courage to make that choice, to make that decision when you’re so deep in it. I feel like I’ve been basically preparing for this for a while now, cultivating the ability to voice my honest opinion and say: “I think that I don’t want to do this anymore.”