Cannondale CAAD è il classico “nome garanzia” per gli appassionati. Il telaio in alluminio, che nel corso dei decenni si è fatto una fama solida ed ha collezionato vittorie ad ogni livello, è arrivato ora alla undicesima incarnazione, tanto eccellente secondo Cannondale da fargli meritare il numero 12 saltando l’11, come se fosse non uno, ma due gradini sopra il già ottimo 10. Ecco quindi il nostro test della Cannondale CAAD 12 Black Ink, versione top della gamma.
Il telaio è realizzato in alluminio serie 6000, 6069 e 6061 per la precisione, ovvero alluminio trattato termicamente dopo la saldatura (al contrario di quello serie 7000). Un procedimento ormai consolidato da moltissimo tempo, come da moltissimo tempo il marchio di fabbrica di Cannondale sono le saldature a doppia passata, che rendono il telaio “pulito” esteticamente (e tutto sommato molto simile ad uno in carbonio). I tubi sfruttano le tecnologie attuali, dall’idroformatura, a piegature meccaniche, a lavorazioni cnc. Il tutto per consentire di limare ogni grammo superfluo senza andare ad intaccare la rigidità del telaio, considerando anche la compatibilità con i gruppi elettronici.
Al contempo è stata aumentata la comodità, in particolare grazie al reggisella SAVE da 25,4mm, in carbonio, che sfrutta la capacità di flessione di questo materiale. Idem per la forcella, Speed SAVE, sempre in carbonio.
La scatola movimento centrale è da 73mm,il passaggio ruota adattato per ospitare coperture sino a 28mm con un movimento centrale leggermente abbassato per compensare la maggiore altezza data da queste.
Tutte caratteristiche che si possono ritrovare sulla sorella in carbonio SuperSix EVO, geometrie comprese.
Per quanto riguarda il montaggio, la versione Black Ink va sul sicuro, con trasmissione Shimano DuraAce 9000, guarnitura HollowGram SiSL2, BB30, con corone OPI SpideRing SL, 52-36, pignoni Ultegra 11-28, attacco manubrio e manubrio Cannondale C1 in alluminio, sella Fizik R3 K:ium e ruote Mavic Ksyrium Pro gommate Mavic 25mm a completare il pacchetto.
La bici, in taglia 58, è stata utilizzata per circa 750km prevalentemente su percorsi in salita.
L’attenzione appena saliti in sella era orientata a percepire le eventuali differenze a livello di sensazioni tra il telaio in alluminio e quelli, ormai standard, in carbonio. In particolare per chi, come il sottoscritto, ha già vissuto la transizione tra i telai in acciaio e l’epoca d’oro dell’alluminio fine anni ’90 e primi anni duemila.
Il CAAD 12 rispetta la nota fama dell’alluminio di essere “spaccaschiena”? La sensazione è negativa. I ricordi delle buche assassine per la schiena del mio vecchio CAAD4 restano tali. La combinazione di coperture da 25mm e reggisella SAVE smorzano molto bene le asperità stradali. In particolare si sente il reggisella flettere negli avvallamenti più marcati del manto stradale. Ci si accorge di non essere a bordo di una bici in carbonio solo in presenza di asfalto molto rovinato e rugoso. In questo frangente la sensazione è che le vibrazioni arrivino più marcate rispetto ad un telaio in carbonio e in qualche modo si amplifichino se sollecitato ripetutamente. Vista la stagione non ci siamo concessi uscite piu’ lunghe di 130km sulla Black Ink, ma probabilmente il limite maggiore potrebbe essere proprio sulla lunga distanza, dove un telaio in carbonio può perdonare di più gli asfalti non perfetti (per usare un eufemismo) che si incontrano oggigiorno.
La musica cambia quando si tratta di fare cambi di ritmo o sprintare, in queste situazioni il telaio risponde benissimo, evidenziando i pregi di un telaio molto rigido e leggero, per cui si apprezza la “secchezza” della risposta. D’altronde anche la guarnitura semicompact 52-36 sta lì a ricordare che il CAAD12 non è un telaio da passeggio. Anche se la sensazione resta quella di una versione “addomesticata” rispetto ai vecchi CAAD. Difficile dire se sia merito delle varie idroformature o delle componenti in carbonio (forcella e reggisella).
Il montaggio rende giustizia al telaio, con l’ottima guarnitura Hollowgram, che resta un eccellente componente che Cannondale fa bene a mantenere, alla inappuntabile trasmissione DuraAce 9000. Anche se stona un po’ il pacco pignoni Ultegra su una bici da 5000 Euro…
Buone le Ksyrium Pro, ruote affidabili e dal buon peso, anche se un paio di ruote più “cattive” esaltano ancora di più la Black Ink. Un paio di Enve per tubolare a basso profilo hanno fatto al caso, non solo facendo arrivare il peso globale a 6,5kg, ma esaltando ancora di più la sensazione di pronta risposta in accelerazione, in particolare in salita. Con queste ruote la Black Ink è diventata davvero una bel missile.
Un amico della mia stessa età mi ripete spesso: “il vero telaio da gara è in alluminio”. Forse in questa affermazione c’è un po’ di nostalgia di anni di gioventù ormai andati, ma c’è ancora del vero. L’amatore che vuole una bici “vivace” per gare in circuito ed altre situazioni garaiole non sbaglierà con questa ultima incarnazione del CAAD Cannondale, indipendentemente dalla versione scelta. Con oltretutto il vantaggio di avere guadagnato non poco in comodità rispetto all’alluminio del passato.
Senza contare il sottile piacere di andare un po’ controcorrente.
Prezzo CAAD 12 Black Ink: 4999eu
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