Recentemente sto utilizzando quasi sempre un casco, l’Abus Airbreaker, modello superiore di un casco che già avevo apprezzato, ovvero l’Aventor, il casco più compatto che abbia provato, con una forma aderente alla testa, dall’ingombro molto limitato rispetto altri caschi, e che fa evitare il noto e temuto “effetto fungo”.
L’Airbreaker è il fratello maggiore, un casco molto compatto e ventilato.
L’Airbreaker è un casco senza fronzoli, ma di sostanza e dal design molto indovinato. Niente MIPS o cinghietti a chiusura magnetica, ma un casco molto “classico” nelle specifiche, con la classica rotella nel retro per serrarlo e la possibilità di aggiustarlo in altezza sulla nuca grazie al cursore scorrevole.
Inserti staccabili e lavabili ben posizionati e comodi, non fanno avere alcun punto di pressione e sono a contatto alla giusta altezza.
Eccellente la ventilazione. Le prese d’aria sono numerose e funzionano molto bene. In discesa si sentono molto bene i flussi d’aria entrare (cosa non sempre scontata). Ottimo con clima caldo quindi, visto anche il peso molto contenuto, 230gr in taglia L.
Unico neo non è facile fissare gli occhiali sul casco nel caso si voglia, tipo in salita. O meglio, gli occhiali entrano facilmente nelle varie feritoie, ma non aderendo perfettamente al casco. Gli occhiali restano sempre piuttosto sporgenti, o se infilati molto bene dentro le stanghette poi danno fastidio alla testa.
Enorme l’offerta di colori: ben 20 colorazioni diverse. 3 le taglie.
249,95eu il prezzo, piuttosto elevato, ma lo street price è più digeribile.
Cosa da non sottovalutare,è un prodotto tedesco ma fabbricato in Italia.
Tanta scelta di colori e verniciato benissimo.
Comunque su un casco da 250 € la trovo una mancanza importante