[Test] Casco MET Manta Mips

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MET presenta oggi il nuovo casco Manta MIPS. Con questo casco MET vuole coniugare design, aerodinamicità e sicurezza.

La parte interna è identica a quella del top di gamma dell’azienda italiana, ovvero il Trenta Carbon, con il sistema 360° Head Belt, che come avevamo verificato, offre grande comodità.

Per la parte esterna invece è stato ottimizzato il design rispetto il modello precedente, grazie ad un profilo più basso sulla parte superiore ed un nuovo profilo del deflettore posteriore per l’estrazione dell’aria.

Lo sviluppo aerodinamico del nuovo Manta è stato realizzato grazie alla galleria del vento del laboratorio NEWTON del Politecnico di Milano. In questa tabella potete vedere riassunti i dati:

Per quanto concerne la sicurezza MET ormai sfrutta in gran parte della sua gamma la tecnologia MIPS, in questo caso specifico con il MIPS-C2®. 

Il sistema di chiusura sulla parte posteriore è quello che si trova anche sul Rivale, con la rotellina di dimensioni ridotte. In questo caso per chiudere il cinghietto sottogola è presente un sistema magnetico della Fidlock, piuttosto pratico e rapidissimo da aprire. È stato pensato in particolare per i triatleti e per velocizzare i tempi di transizione.

Prova

Abbiamo utilizzato il Manta Mips durante l’ultimo mese. Ormai abbiamo provato buona parte della gamma MET, e possiamo dire che questi caschi sono molto ben realizzati, tanto che il Rivale Mips è il casco che utilizzo da quando l’ho provato. Il Manta non tradisce le aspettative e non si può che parlarne bene.

La comodità è ottima, tra le migliori, proprio come il fratello maggiore Trenta, grazie all’ottimo sistema orbitale. Il design è molto ben riuscito ed essendo piuttosto appiattito sulla parte superiore evita il temuto “effetto fungo”.  Gli occhiali si incastrano perfettamente nelle due feritoie frontali-laterali, pertanto restano ben saldi sul casco nei frangenti in cui li si vuole togliere.

Il sistema di chiusura magnetico non è particolarmente importante per un normale utilizzo bdc, ma poterlo aprire “al volo” con indice e pollice è un piccolo valore aggiunto.

Avendo utilizzato il Manta nell’ultimo mese non posso esprimermi sull’utilizzo con alte temperature, ma l’aerazione, in particolare in discesa, sembra buona.

Nel complesso un altro eccellente prodotto di MET.

Disponibile in 3 taglie (S-M-L) e 6 colori al prezzo di listino di 250eu.

Sito MET

 

Commenti

  1. Arriva fino al 61 con la misura large.
    Io, purtroppo, ho il testone e sono sul 63. Ho il Giro L, che tra l'altro ha anche la XL
    Altrimenti, a suo tempo, avrei già preso il Trenta Carbon.
  2. Ser pecora:

    Ecco qua: http://www.newtonlab.it/indexIt.htm

    Scrivigli e chiedigli come fanno ad inventarsi protocolli per far sembrare le cose migliori, ma senza creare sospetti.
    Sono curioso anche io di sapere come fanno.

    Sarei anche curioso di sapere se veramente ci sia qualcuno che si compra un casco perché n% più veloce del precedente.
    Dicono che hanno fatto i test a 33, 50 e 80 km/h, se si risparmiano 4 w a 80 km/h possono pure rientrare nell’errore strumentale.
    Ma anche 4 w a 33 sono un valore difficilmente apprezzabile.
  3. robeambro:

    come e' altrettanto sciocco da parte dei costruttori millantare dei guadagni di performance che dipendono dal singolo ciclista, se io ho la testa tonda col modello nuovo magari vado meno veloce di chi ha la testa ovale.

    Piccola precisazione: questo discorso vale pure per le ruote o qualunque altro componente. L'aerodinamica va valutata sull'insieme (e cosi infatti fanno i pro ad esempio, infilandosi interi in galleria del vento), dato che le tal ruote in combinazione col tal telaio e il tal diametro di gambe (con peli o senza, chissà) hanno aerodinamica diversa.

    Ma il costruttore di ruote cosa deve fare? Fare una tabella con tutte le combinazioni di telai e gambe? Con 25 yaw angles magari....per non essere semplificativi e sbrigativi.
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