Il casco MET Trenta 3k Carbon è il nuovo top di gamma dell’azienda di Talamona, Sondrio, utilizzato quest’anno dalla squadra WorldTour UAE Emirates.
Il nome è celebrativo del 30esimo anniversario di MET, mentre il 3K Carbon si riferisce chiaramente alla costruzione della gabbia interna del casco, realizzata appunto in fibra di carbonio. A dispetto di quanto molti credono infatti, quello che conta di un casco non è “il polistirolo”, ma l’anima interna che da integrità alla struttura. Nel caso del Trenta 3K quest’anima è in carbonio, e questo consente di adottare un polistirene espanso (EPS -“il polistirolo”) del 20% meno denso di quello utilizzato abitualmente. Il risultato è un casco ovviamente omologato e capace di dissipare l’energia ricevuta in caso di impatto, ma dal peso molto leggero.
Il casco in test, in taglia L (58-61cm), ha fermato l’ago della bilancia a 235 grammi.
L’uso del carbonio in questo caso non è estetica quindi, ma strutturale.
Altra caratteristica del Trenta, questa in comune anche col modello non 3K carbon, è il sistema di ritenzione interno, denominato Safe-T Orbital fit system, che circoscrive semplicemente la nuca, ma tutta la testa, fronte compresa.
La parte posteriore si serra con la consueta rotella, mentre l’altezza del sistema di ritenzione si può regolare in 4 posizioni.
Altra caratteristica del Trenta è la ricerca effettuata a livello di ventilazione ed aerodinamica. Questi due aspetti su un casco come il Trenta sono correlati, in quanto le prese d’aria (19) sono molto ampie sulla parte frontale, più una sulla parte superiore. L’aria viene canalizzata in queste prese e quindi estratta dalla parte posteriore che ha le feritoie di uscita con profilo NACA in modo da sfruttare l’effetto Venturi ed estrarre il calore prodotto dalla testa facendo passare l’aria all’interno del casco senza farla “frenare” troppo.
Questo in parole molto povere. La spiegazione ovviamente può essere più sofisticata e precisa, ma in pratica il guadagno dichiarato da MET in termini aerodinamici è del 7% at 45km/h rispetto un casco “tradizionale”, anche se MET non specifica quali siano questi caschi tradizionali. Come sempre l’aerodinamica è un aspetto molto difficile da valutare in se, soprattutto se non viene considerato nel complesso globale equipaggiamento + ciclista.
Non potendo valutare i guadagni aerodinamici si può tranquillamente affermare che il Trenta è in ogni caso un casco molto ben ventilato e quindi “fresco”. In particolare la combinazione di basso peso ed ampie feritoie lo fa praticamente dimenticare anche in salita, dove le velocità sono decisamente più basse dei 45Km/h dei test in galleria del vento.
A questo si combina il sistema di ritenzione orbitale, che sinceramente è uno dei migliori provati, in quanto elimina praticamente ogni punto di pressione sulla circonferenza della testa. Il casco sembra veramente “calzato” più che non appoggiato sopra la testa. In particolare sulla fronte è molto gradevole non avere alcun punto di contatto solido col casco, ma solo la fascetta in plastica del sistema Safe-T-Orbital. Fascetta che è coperta da un inserto antibatterico morbido staccabile e lavabile.
Nel complesso un casco che si dimentica davvero di avere in testa.
Molto ben pensata la forma delle feritoie frontali e posteriori anche per inserirci gli occhiali in alcune situazioni. Restano molto ben bloccati in entrambe le posizioni.
Per finire un accessorio utile a completarlo: una luce a led USB applicabile tramite clip al sistema di ritenzione posteriore per rendersi visibili anche in condizioni di scarsa visibilità. Molto leggero, poco ingombrante e staccabile se non serve (29eu).
Nel complesso un casco davvero eccellente per comodità, peso e ventilazione. Ad un prezzo da prodotto esclusivo,
Disponibile in 3 taglie e 3 colori al prezzo di 300eu
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