I freni a disco sulla bici da corsa sono ormai un tema parecchio dibattuto: utili, inutili, brutti, etc.. Resta la domanda: frenano?
Grazie a Colnago che ci ha permesso di usare una sua bici C59 con freno a disco per circa 1 mese diciamo che un’idea ce la siamo fatta.
La bici in questione l’avevamo già utilizzata sia per un test sul Giau, sia in occasione del DemoDay ad Eurobike, ma le collinette del Baden-Wurttemberg con discese lunghe al massimo 500mt non erano certamente probanti.
Nell’utilizzare la bici per un periodo più lungo si possono apprezzare invece le differenze nel quotidiano e con condizioni diverse. Purtroppo una caduta durante il test della Trek Domane, con conseguente polso steccato per 20gg e la neve del periodo invernale non hanno favorito test su discese lunghe ed a velocità “estive”, ma non disperiamo di non poter ripetere il test in tempi meteorologicamente più favorevoli.
In compenso proprio l’inverno ha dato la possibilità di testare i freni in condizioni “difficili”, come col bagnato e strade sporche.
Arriviamo subito alle conclusioni.
-I freni a disco, della Formula in questo caso, frenano sull’asciutto, con disco da 140mm, all’incirca come i freni tradizionali. Cosa vuol dire all’incirca? Vuol dire che la staccata è più netta, più “potente”. Nel momento in cui si azionano le leve si sente un rallentamento più deciso inizialmente. Questo non vuol dire che non siano modulabili, anzi, non è per niente facile arrivare al bloccaggio delle ruota posteriore, a meno di non tirare proprio forte le leve. E’ semplicemente una sensazione, che però in staccate nette (tipo prima di tornanti) da un grande senso di sicurezza.
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-I freni a disco, sul bagnato, frenano molto meglio dei freni tradizionali. Su questo non c’è dubbio. Provati più volte con la pioggia, i freni a disco sotto l’acqua frenano. Semplicemente. Fischiano un pochino, ma la frenata è praticamente la stessa che sull’asciutto. Non ci sono ritardi o altro. I freni tradizionali invece cominciano a frenare solo dopo che i pattini hanno fatto almeno un paio di giri togliendo l’acqua dalle piste frenanti, allungando la frenata. E diventando difficilmente modulabili una volta che questa è asciutta frenando di colpo o a scatti se piove tanto. Con i dischi niente di tutto ciò. Frenano e basta.
-I freni a disco, con disco da 160mm, frenano molto più dei freni tradizionali. Per provare questo senza andare solo a sensazioni abbiamo fatto un piccolo test “casereccio”, che sicuramente lascia il tempo che trova, ma viste le differenze riscontrate è abbastanza significativo.
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Su una discesa con pendenza media 8%, dritta(con una s a metà, ma si fa senza frenare), partendo da fermi senza pedalare, siamo scesi fino a raggiungere un cartello a cui si raggiunge la velocità di 55km/h (segnata da Garmin Edge 500), a quel punto abbiamo cercato di frenare il più violentemente possibile fino a fermarci. Dal punto in cui ci siamo fermati abbiamo misurato con metro la distanza dalla bici al cartello. Ripetendo il test 3 volte per ogni setup e facendo la media.
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Le differenze riscontrate sono state:
-freni a disco 140mm: 23,5mt
-freni a disco 160mm: 20,1mt
-freni tradizionali (sram red+mavic exalith): 26,7mt
Freni a disco usati su ruote in carbonio con tubolari Vittoria 23mm, freni tradizionali con copertoni Mavic 23mm. Tester 77,5kg.
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Questi i dati “oggettivi” per quello che possono valere. A sensazione i dischi da 140mm si avvicinano abbastanza ai freni tradizionali e le probabili variazioni di pressione sulle leve possono compensare le differenze in pratica. Con i dischi da 160mm invece la sensazione di frenare molto più forte è netta ed impossibile da non avvertire. Tanto che premendo davvero forte sulle leve la bici “sbacchettava” decisamente all’avantreno a dx e sx. Non so se per l’effetto della pinza da un lato. Probabile.
Per quanto riguarda l’affaticamento su frenate continue abbiamo provato a scendere per una breve strada con forte pendenza (18% media) coi freni sempre leggermente tirati. I freni a disco non hanno dato alcun problema e non si sono surriscaldati minimamente. La verifica è stata possibile tramite dei termometri adesivi posti sulle pinze dei freni. Chiaramente scendere a freni tirati dal Mortirolo è altra cosa, ma tant’è. Credo sia molto difficile che i dischi da 160mm possano andare in crisi anche in situazioni critiche. Tant’è che il disco più grande penso sia auspicabile solo per gente veramente molto pesante o per chi carica la bici con bagaglio.
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In conclusione: i freni a disco sono superflui? Dipende dalle situazioni. Con asfalto asciutto le loro prestazioni non differiscono molto da quelle dei freni tradizionali, se non per sensazioni che possono piacere o meno. In altre condizioni non sono superflui, anzi. Nel caso si venisse sorpresi da pioggia prima di una lunga discesa sapere di poter contare sui dischi è una sicurezza. Resta da vedere di provarli su lunghe discese per verificarne il surriscaldamento e l’eventuale degradamento delle prestazioni, ma “a naso” non dovrebbero esserci problemi, in particolare col disco da 160mm, che è una vera “ancora” anche su forti pendenze. Ad esempio Marco ha provato la stessa bici con i freni da 140mm sul trittico alpino del San Gottardo (altimetria: http://tc.bdc-forum.it/traccia.php?id=13033). Discese quindi lunghe e veloci, sopratutto l’ultima dal passo della Novena, dove si arriva a staccare dagli 80 all’ora a quasi fermi, per via dei tornanti. I freni non hanno avuto nessun segno di fading o perdita di potenza che dir si voglia, solo dei sonori fischi.
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Quando parliamo di dischi di differenti diametri intendiamo solo all’anteriore ovviamente. Al posteriore il disco da 140mm è più che sufficiente. Anzi, frenando violentemente, se non lo si dosa di più rispetto l’anteriore si può “spiattellare” un tubolare in poche frenate…
Ringraziamo Colnago e Crock per la disponibilità
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