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[Test] Giant Propel Advanced SL0 Disc

Giant ha rinnovato la propria bici aero, la Propel, dotandola ora di freni a disco. Il nuovo modello è totalmente nuovo ed abbiamo avuto la possibilità di provarlo, nello specifico la versione top di gamma, la Giant Propel Advanced Sl 0 Disc.

La nuova Propel è caratterizzata da un telaio i cui tubi sono stati studiati singolarmente nell’angolazione e forma per ridurre al minimo la resistenza aerodinamica, senso di di questa tipologia di bici. Come noto, Giant è uno dei maggiori costruttori mondiali di bici in carbonio, e lavora, tramite sussidiarie come terzista per numerosi brand famosi. Un’azienda quindi che, aldilà delle dichiarazioni, ha sicuramente il Know-How per realizzare bici di elevata qualità.

Chiaramente non potendo contare su una galleria del vento non possiamo fornire dati sul coefficiente aerodinamico della Propel, ma quantomeno possiamo verificare il lavoro sulle tubazioni rispetto il modello precedente.

Il telaio della nuova Propel è dato da Giant come uno dei, se non il telaio della categoria con il più alto rapporto peso/rigidità. Alleghiamo la loro tabella:

Chiaramente da questo si deduce che il telaio della nuova Propel è molto leggero:

982gr in taglia M, per un totale, con forcella e minuteria di 2145gr. Solo 45gr più della versione non disco. 2 etti buoni meno della Trek Madone 9, 400gr abbondanti meno della Venga Vias. Solo la Canyon Aeroad CF Slx fa meglio, con 60gr in meno, perlopiù grazie al manubrio integrato. Il modello in prova, in taglia L, senza pedali, come lo vedete in foto, pesava 7,35kg. Un peso eccellente per una bici aero con freni a disco e ruote alto profilo per copertoncino.

Novità di questa nuova Propel sono chiaramente i freni a disco. Il telaio li integra molto bene, con passaggio guaine interno sia per carro che forcella. Gli attacchi sono ormai gli standard FlatMount Shimano. Ovviamente perni passanti sia all’anteriore che posteriore.

Altro elemento nuovo e che caratterizza parecchio la nuova Propel e l’insieme attacco manubrio-manubrio. Non si tratta di una combinazione integrata, ma di due pezzi distinti, con l’attacco manubrio, che in realtà è “classico”, ma con una copertura di plastica, tenuta da 4 viti.

Svitando le 4 viti semplicemente si “scopre” l’attacco manubrio e si ha accesso alle guaine dei freni.

Guaine che poi passano posteriormente all’attacco manubrio coperte dagli spacers in gomma morbida. Le viti dell’attacco manubrio sono facilmente registrabili grazie a due “ali” laterali della copertura in plastica che si alzano. Tutto molto pratico e non laborioso da smontare e manutenere.

 

L’attacco per i ciclocomputer è integrato sulla parte anteriore dell’attacco manubrio. Smontabile anche questo.

 

Il reggisella è integrato. Altra novità rispetto la vecchia versione. La sella è la Giant Contact SLR. Una versione proprietaria che ricorda un po’ la San Marco Aspide.

 

La bici, in questa versione, è montata col nuovo Shimano Dura-Ace 9150 DI2. Elettromeccanico con freni a disco.

La centralina di comando è inserita in un’estremità del manubrio.

Per completare il pacchetto troviamo delle ruote sempre di marca Giant, in carbonio per copertoncino a profilo differenziato. Denominate Giant SLR 0 Aero Disc presentano un’altezza del cerchio di 42mm all’anteriore e 65mm al posteriore. Gommate con copertoncini Tubeless Giant Gavia Race 0 da 25mm.

Queste ruote, senza dischi e perni (e copertoni) pesano 1540gr la coppia. Anche qui un peso ottimo vista l’altezza del profilo.

Prova

Finite le presentazioni si monta in sella. Abbiamo provato la Propel in ogni condizione e tipologia di percorso percorrendo circa 500km e 11.000mt di dislivello.

La prima cosa evidente è la rigidità. Forse l’unica bici che mi ha dato la stessa impressione di rigidità è la Cipollini Rb1000.

Nel caso della Propel quello che colpisce è proprio il rapporto peso/rigidità. Si cercare di spingere forte quanto si riesce, ma sembra sempre di spingere i pedali su una base di marmo, la quale però risponde prontamente accelerando di conseguenza. La sensazione è avvertibile anche in salita, alzandosi sui pedali. In questo frangente la Propel non è per niente “morta”, ma da l’impressione di essere una bici di altra categoria, non aero. La cosa è evidente en danseuse con il telaio che oscilla lateralmente: la bici si riporta in posizione repentinamente grazie al peso da bici da salita e non si sentono sfregamenti dei dischi in nessun modo, segno della graniticità del telaio. Nonché delle ruote, molto rigide anche loro.

In discesa è un vero razzo. La rigidità del telaio viene esaltata dai perni passanti che garantiscono ancora più rigidità dell’insieme, o forse ne son uno dei motivi.

Fin qui il lato esaltante di questa bici. Ma la grandissima rigidità ha l’altro lato della medaglia: non è certo una bici confortevole. Pur con i copertoni da 25mm tubeless, gonfiati a 5,9bar all’anteriore e 6-6,1 bar al posteriore con un peso di 78kg (ahimè, al momento…) del pedalante, si può percepire ogni rugosità dell’asfalto. Sul piano sembra di pedalare su copertoni da 23mm, se non meno, ben gonfiati. Se l’asfalto è rovinato o si prende qualche buca non c’è pericolo di non accorgersene. Idem se si trova asfalto deformato in discesa, in particolare in curva, con la bici che sussulta implacabile. Anche la sella minimale non aiuta.

Sul resto della componentistica niente da segnalare. Il nuovo Dura-Ace è un orologio ed i freni funzionano molto bene, fornendo una progressività ottimale, senza dare la sensazione “On-Off” degli SRAM. Solo i dischi, se caldi, in discesa dopo un po’ fischiano e fanno un po’ di rumore metallico di sfregamento. Questo lo si nota in discese da medie a lunghe. Anche in discese super-ripide però danno sempre ottima confidenza senza dare alcun segno di surriscaldamento o spugnosità alla leva. Comandi che in questa versione del Dura-Ace hanno raggiunto un livello di ergonomia eccezionale a mio parere. Buona anche la comodità del manubrio. Come saprà chi legge spesso questi articoli non sono un fan dei manubri integrati o con profili alari, ma il manubrio della Propel ha un ala con una sezione generosa e piuttosto bombata che è abbastanza comoda.

Per quanto riguarda le ruote si sposano bene con la bici, facendo la loro parte nell’essere rigide anche lateralmente e torsionalmente a livello dei mozzi, stressati dai dischi. Restando però leggere quanto basta per non essere penalizzanti anche in salite lunghe. Ottima e sensata la scelta del profilo differenziato tra posteriore e anteriore. In questo modo la bici resta sempre ben guidabile anche in discesa con vento moderato.

Conclusione

Nel complesso una bici ben realizzata e con un’estetica “futuristica” e accattivante. Come sempre nel caso di Giant una bici di “sostanza”, senza complicazioni o orpelli inutili. Con questa nuova versione della Propel la scelta pare essere quella di staccare nettamente rispetto le altre categorie di bici, proponendo un mezzo senza compromessi in quanto a rigidità e “cattiveria”. La Propel è quindi LA bici da gare in circuito o per chi ama pestare sui pedali sempre e comunque. Cosa abbastanza sensata per chi si orienta verso questa tipologia di bici, quella “aero”. Anche se è una bici che va benissimo anche in salita dove rende tanto quanto altre tipologie. Con un set di ruote per tubolare leggere si arriva facilmente a peso limite UCI. Non è una bici che mi sento di consigliare a chi cerca qualcosa di polivalente. Idem per chi si fa intrigare dall’estetica per poi portarla a spasso: non è la bici per quello, in particolare per il fatto che concede poco o nulla in comfort ed assorbimento verticale. E’ una bici per gareggiare, senza altre divagazioni.

Prezzo della versione in test (che dovrebbe comprendere anche il misuratore di potenza Shimano, ancora indisponibile al momento): 9999eu

Sito Giant

 

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Pubblicato da
Piergiorgio Sbrissa

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