Categorie: Test

[Test] Isaac Proton Di2 Ultegra

Fondato in Olanda nel 2001, il marchio Isaac deve il proprio nome al celebre luminare Isaac Newton, forse il più grande precursore della scienza moderna. Inizialmente votata alla produzione di materiali compositi in carbonio come forcelle e componenti vari, Isaac non ha mai smesso di procedere lunga la via dell’innovazione, abbracciando anche il segmento dei telai e delle biciclette complete, comprendendo non solo carbonio ma anche alluminio.
Il modello Proton da noi testato appartiene alla fascia alta del listino della Casa, preceduto solo dal leggerissimo Proton FW. In questo caso Isaac ha messo a nostra disposizione la versione con gruppo elettronico Shimano Ultegra Di2, che avevamo già lungamente provato qualche tempo fa.

Il telaio Proton è realizzato in carbonio aerospaziale monoscocca, con trama 3K. Il tubo obliquo, avente generosa sezione ellittica a diametro costante, è stato concepito per massimizzare la rigidità strutturale sia nella zona del movimento centrale sia in quella del tubo sterzo, qui modellato a diametro differenziato – o a clessidra che dir si voglia – con la parte inferiore da 1.5” e quella superiore da 1.1/8”. Il trave orizzontale parte dello sterzo con un profilo rettangolare smussato e si innesta al tubo piantone con una forma perfettamente ellittica, chiamando a sé il morbido prolungamento dei foderi obliqui del carro posteriore. Esteticamente è un telaio dalla linea molto pulita, anche perché il gruppo elettronico Ultegra Di2 prevede il passaggio dei cavetti elettrici internamente al telaio. La batteria è alloggiata sotto al fodero sinistro del carro posteriore.

Allestimento
La bici in prova era equipaggiata con il gruppo trasmissione Shimano Ultegra Di2 elettronico a dieci velocità (pacco pignoni 12-25 e guarnitura standard 53-39), ruote Fast Forward F6R marcate Isaac con profilo in carbonio 50 mm, mozzi DT Swiss 240s e cerchio in alluminio per copertoncini, pneumatici Schwalbe Ultremo ZX, sella SLR XP di Selle Italia con carrello in titanio, piega e attacco manubrio Ritchey WCS (per tutti i dettagli si rimanda alla scheda tecnica a fondo pagina).
Questa componentistica di serie si colloca indubbiamente nella fascia media e medio-alta dei cataloghi delle varie case, badando al raggiungimento delle prestazioni amatoriali di buon livello.

Rilevazioni effettuate
Peso rilevato bici completa: 7.80 kg (senza pedali, misura telaio 56)
Peso ruote in ordine di marcia (inclusi quick-release, nastro paranipple, camere d’aria, pneumatici e pacco pignoni): anteriore 1.215 gr, posteriore 1.570 gr
Peso pneumatici: 195 gr ciascuno
Peso camere d’aria: 115 gr ciascuna
Peso quick-release: 86 gr (40 ant + 46 post)

Sintesi dei test
Altezza e peso del tester: 180 cm, 70 kg (senza abbigliamento)
Bici in prova: misura 56 (tutti i dettagli nella scheda tecnica a fondo pagina)
Periodo della prova: dal 21 Aprile al 03 Maggio 2012
Uscite effettuate: 4
Tempo totale di percorrenza: 22h.36min
Distanza percorsa: 580 km
Dislivello in salita: 6.950 m.
Percorsi effettuati: misti, vallonati con salite di vario sviluppo (max 16 km) e pendenze variabili fino al 22%, con ogni tipo di fondo stradale, dall’asciutto al bagnato, tra le zone della Brianza collinare e del Triangolo Lariano lecchese e comasco.

Identikit
In ordine alfabetico le principali caratteristiche riscontrate sul campo, per una sintesi immediata del profilo di questa bicicletta.

• Altezza avantreno
• Geometria orientata al comfort
• Rigidità complessiva

La prova
Salendo in sella a questa specialissima stradale si nota immediatamente una certa altezza dell’avantreno, in parte dovuta alla lunghezza del tubo sterzo (176.5 mm per il telaio in prova, taglia 56) e in parte all’angolo di 73°, un pochino più aperto rispetto alla media delle biciclette racing. Evidente la volontà dei progettisti di dare vita a un telaio che, pur mantenendo caratteristiche corsaiole, potesse contenere le sollecitazioni dirette a schiena e collo del ciclista. Una soluzione che si discosta da alcune geometrie spiccatamente professionali, andando a privilegiare una postura meno esasperata. Ne consegue una logica ripartizione dei pesi sul retrotreno, cosa che assicura una trazione eccellente laddove occorra.
La zona del movimento centrale, decisamente oversize, non accusa alcuna flessione in fase di spinta, scaricando tutta la potenza impressa dal ciclista sui pedali.

La forcella è veramente molto rigida e precisa, non trasmette alcuna vibrazione ma le asperità del terreno arrivano dirette al manubrio. Dietro invece il carro posteriore digerisce molto bene qualunque cosa capiti sotto la ruota, pur dimostrando una notevole rigidità laterale e una buona prontezza nello scatto.
La rigidità complessiva del telaio non va comunque a inficiarne la comodità sulle lunghe distanze, tanto da essere riusciti percorrere facilmente più di otto ore in sella senza avere risentimenti a schiena, collo e braccia.

In salita si comporta bene, il cuore del telaio non disperde energia, ma ovviamente il peso complessivo delle ruote in dotazione non consente di favoleggiare con il cronometro laddove le pendenze si assestino oltre il 4-5%. Molto bene invece sulle salite di modesta inclinazione, dove le ruote ad alto profilo permettono andature spedite e rilanci efficaci, anche se alle basse velocità non si possono ottenere accelerazioni fulminee.

In fase di sprint, sottoposto a scuotimenti effettuati ad alta velocità, il telaio reagisce molto bene, mettendo in mostra una buonissima rigidità complessiva, soprattutto laterale. E’ chiaro che il peso totale del mezzo non favorisce lo scatto bruciante, ma le progressioni in crescendo sono comunque soddisfacenti.
L’altezza della zona anteriore della bici, che abbiamo in parte contrastato togliendo quasi tutti gli spessori sotto all’attacco manubrio, non premia i repentini cambiamenti di direzione, sia in pianura sia in discesa. Pur non essendo pesante, l’avantreno dimostra una certa inerzia, alla quale occorre opporsi compiendo movimenti più ampi per ottenere i risultati desiderati.

In discesa la Proton è molto stabile, garantisce una buon margine di sicurezza nella guida. Nelle curve veloci non si scompone mai, nemmeno sui fondi dissestati. L’ingresso in curva, in staccata, va effettuato con decisione nella linea scelta, pena un logico sottosterzo dell’anteriore, che per le sue innate caratteristiche ha la tendenza ad allargare un pochino la traiettoria. Più che apprezzabile il comportamento del telaio in frenata, dove rimane incollato al terreno, ripartendo molto bene i carichi.

Valutazione componenti
Il gruppo trasmissione Shimano Ultegra Di2 elettronico non è certo una sorpresa. Le sue prestazioni sono eccellenti in qualsiasi frangente. Preciso e facilissimo da azionare, non ha mai manifestato segni di incertezza, né per quanto riguarda il cambio, né tantomeno per il deragliatore. Ottima anche la frenata, affidata al tradizionale sistema meccanico, sempre molto modulabile e potente quando occorre.
Inutile ribadire le caratteristiche delle ruote ad alto profilo, ben note a tutti. Va detto che le Fast Forward F6R di serie hanno dalla loro una straordinaria scorrevolezza dei mozzi, gli ottimi DT Swiss 240s. Il posteriore brilla per la prontezza nell’ingaggio ruota libera, oltre che per il caratteristico frinire dei suoi sei cricchetti quando si rilascia la pedalata.

I copertoncini Schwalbe Ultremo ZX si sono dimostrati fedeli alleati anche sui fondi bagnati.
La piega manubrio è risultata molto comoda ed ergonomica, offendo sempre un appoggio perfetto. Eccellente il grip del nastro sintetico Lizard Skins.
La sella è un classico di Selle Italia, la SLR XP, con scafo abbastanza rigido e imbottitura minimale.
Utile ed esteticamente ben realizzato il supporto antirisucchio catena, collocato internamente alla guarnitura.

Inconvenienti riscontrati nel corso della prova
Foratura posteriore causa pizzicatura durante l’attraversamento di rotaie.

Rapporto qualità prezzo
5.480 Euro  sono tanti per questa tipologia di bici orientata all’amatore e con questo peso.

Scheda tecnica
Telaio: Isaac carbonio aerospaziale monoscocca trama 3K
Forcella: Isaac carbon, cannotto sterzo 1.5”-1.1/8”, forcellini in alluminio
Serie sterzo: FSA Orbit C40 1.5”-1.1/8”
Attacco manubrio: Ritchey WCS C-260 alluminio, diametro conchiglia 31.8 mm, attacco forcella 1.1/8”, estensione 120 mm
Curva manubrio: Ritchey WCS Logic II alluminio, 31.8 mm, larghezza 460 mm, drop 140 mm
Nastro manubrio: Lizard Skins DSP 2.5 mm
Comandi e leve freno: Shimano Ultegra Di2
Freni: Shimano Ultegra
Pattini freno: Shimano Ultegra
Deragliatore: Shimano Ultegra Di2
Cambio: Shimano Ultegra Di2
Guarnitura: Shimano Ultegra 53-39, pedivelle 172.5 mm
Movimento centrale: Shimano Ultegra BB30
Pignoni: Shimano Ultegra, 12-25 (10 vel)
Catena: Shimano Ultegra, 10 vel
Reggisella: Isaac Carbon, diametro 31.6 mm, morsetto arretrato, doppia vite di regolazione
Sella: Selle Italia SLR XP, carrello in titanio
Ruote: FFWD F6R marcate Isaac, profilo 50 mm, alluminio-carbonio, per copertoncino, mozzi DT Swiss 240s, sganci rapidi FFWD con astina in titanio
Coperture: Schwalbe Ultremo ZX, 700×23, copertoncino per camera d’aria
Portaborraccia: non incluso
Pedali: non inclusi
Misure disponibili: 50, 52, 54, 56, 58, 60, 62 (qui le geometrie)
Colorazioni disponibili: bianco perla, nero lucido (versione in prova)
Prezzo: 5.480 euro

Info:
Arc en Ciel Srl

C.so Brunelleschi, 81
10141 – Torino
www.arcenciel.it
www.isaac-cycle.com
info@arcenciel.it

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Pubblicato da
Piergiorgio Sbrissa

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