GF La Garibaldina – Mentana (RM). La seconda gara della Cervélo R5.
Dopo l’esordio in gara con la R5 in test e il resoconto di una uscita lunga e con dislivello consistente, è il momento della 2 gara con la R5 in test.
Location prescelta, la GF Garibaldina di Mentana, teatro di una battaglia storica nel processo di unificazione italiana ad opera di Garibaldi.
Percorso abbastanza veloce con molti saliscendi e cambi di ritmo, utile a rifinire la gamba e prendere ulteriore confidenza col mezzo, in vista di quelle che saranno le prossime e ben più impegnative tappe, in primis la Terre dei Varano di Camerino e la 3Epic Road delle 3 Cime di Lavaredo.
In questa occasione, avendo la disponibilità di un paio di ruote diverse, montate su altra bici test, segnatamente delle Dt Swiss R20 Dicut, ed essendo queste per peso, livello prestazionale e destinazione, non troppo diverse dalle Hed Ardennes Plus di serie e dalle Fulcrum Racing Zero già usate, la scelta di utilizzo è ricaduta proprio sulle Dt Swiss, montate con copertoncini Continental GP 4000 SII da 23 mm. Il loro peso si colloca, nude, appena 90 gr, sopra quello delle R Zero, e 15 gr. sopra quello delle Hed Ardennes da cui recuperano però 60 gr. grazie a copertoncini più leggeri.
Anche il pacco pignoni stavolta è diverso. Un 11-28 Ultegra sostituisce l’11-25 Dura-ace di serie. Scelta dettata sia dalla presenza di un muro breve e fastidioso in gara, che lo scorso anno affrontato col 23 ( filo allentato del cambio che non saliva sul 26), condizionò la mia gara perdendo lì il gruppo, e soprattutto per verificare la scalatura dei pignoni in vista di gare molto più impegnative dove il 28 sarà un must.
Il resto di allestimento e componentistica è ovviamente invariato.
La Gara
Location problematica per la gestione del traffico, come tutte quelle ambientate nell’immediato hinterland romano, per l’asfalto, come di consueto, tutt’altro che impeccabile, ma organizzazione tutto sommato ben più che sufficiente per una manifestazione giunta alla sua 5 edizione che ha visto di anno in anno (per chi scrive è la terza consecutiva) migliorare gli standard qualitativi. Buona logistica e presidio del percorso, classifiche veloci, code snelle, ristoro finale ottimo e pasta party finale abbastanza completo e commestibile (termine non casuale, visti gli standard di molte granfondo). Griglie inizialmente non presidiate (sono entrato molto presto) anche se poi mi han detto che dei controlli son stati fatti. Io avevo quella di merito pertanto non ho avuto grossi problemi.
Partenza ad andatura controllata dentro il centro di Mentana per poi lanciare la corsa su una salita di circa un km ancora dentro il centro abitato.
Come di consueto, sembra quasi che la gara finisca dopo pochi km e tutti vogliono stare davanti, dunque prima fase ad andatura esagerata ( dopo 45 km e circa 600 mt d+, poco prima del bivio lungo/corto, il mio Garmin segnava 42 di media), favorita da continui strappi e saliscendi in cui stare a ruota consentiva a molti di non staccarsi e dove si faceva dunque velocità. Diverse cadute hanno spezzato il gruppo. Una di queste, subito prima della separazione dei percorsi, mi ha costretto al primo fuori soglia per rientrare su quelli avanti. Ne seguiranno altri due in breve sequenza che mi “convinceranno” di quel che già sapevo. Troppi del gruppo di testa erano “troppo” per me, anche se speravo che qualcun altro se ne staccasse prima. Inizialmente hanno tenuto, ma io no e ho dunque mollato la presa all’ennesima accelerazione, aspettato il gruppo dietro che mi ha raggiunto dopo una quindicina di km in solitaria e col quale sono poi andato all’arrivo dopo una unica salita degna di tal nome e una parte finale costellata di numerosi altri strappi spacca gambe con vento sostenuto e in molti tratti contrario.
Un percorso che conoscevo, da stradisti puri e che chi come me fa anche gare in mtb, soffre particolarmente per i continui strappi e cambi di ritmo. Ma l’obiettivo era proprio cercare questo, che mi torna poi utile anche in mtb e dunque va bene così…..meglio ancora visto che un premio di cat. è comunque uscito fuori. Alla fine saranno 134 km per 2020 mt di dislivello e 34.1 di media.
La R5
La R5 anche in questa occasione si è dimostrata eccellente.
Pienamente azzeccata, a mio giudizio, la scelta delle DT Swiss R20 Dicut con i copertoncini da 23 mm, che le donano quella brillantezza e quello scatto che le ruote di serie un po’ le tolgono. Sullo sconnesso, è l’ovvio rovescio della medaglia, la rendono meno confortevole. Su un percorso del genere, più che la comodità, era lo spunto da ricercarsi maggiormente sia nei numerosi saliscendi che nella parte finale che si sarebbe come in effetti accaduto risolta in volata tra un gruppo più o meno ristretto.
Pochi i tratti, forse una unica breve discesa con qualche tornante, dove apprezzarne le doti di guidabilità e stabilità in frenata che saranno dunque oggetto di prossime valutazioni. Per il resto, molti tratti sporchi, sconnessi o con brecciolino han consigliato prudenza nella guida.
Speriamo di non dover aspettare le Alpi per asfalti decenti, anche se saranno proprio le discese alpine il banco di prova migliore per valutare le caratteristiche di guidabilità della R5.
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