Qualche settimana vi ai abbiamo presentato la nuova Trek Madone Gen 8, che va a soppiantare sia la vecchia Madone che la Emonda. Quest’ultima è arrivata a fine vita, nel senso che la nuova Madone va ad unire le caratteristiche di entrambe le bici, in particolare si alleggerische e diventa più da salita. Vi rimando all’articolo apposito per tutti i dettagli sui cambiamenti, sulle geometrie e sui prezzi. Per non ripetermi, mi concentrerò esclusivamente sulla prova del modello che Trek ci ha mandato, la SL6 da 5.639€ in taglia M.
Il peso senza pedali sulla nostra bilancia è di 8.49 kg, con ruote in carbonio Bontrager Aelus Elite 35 latticizzate con gomme Bontrager R3 da 28mm, gruppo SRAM Rival AXS 2×12 con pacco pignoni 10-36 e guarnitura 48/35 con misuratore di potenza. Il cockpit è in alluminio. Il telaio è sì in carbonio, ma SL, quindi più pesante di quello che avevo provato alla presentazione in Spagna, un SLR.
Insomma, non è il top di gamma ma, visti i tempi che corrono, le aziende ci tengono a spingere i modelli che costano un po’ meno, e posso dire che la cosa ha senso, perché le bici che costano più di 10.000€ non sono certo quelle che portano avanti un colosso come Trek. La domanda che vi starete facendo è “Ma si sente la differenza?“. Chiaro che la differenza si sente, anche perché non faccio mai giri in pianura e quasi due chili in più si notano in salita.
Però il carattere del telaio è ancora tutto lì, nascosto fra una guarnitura forgiata, un manubrio in alluminio e un set di ruote dal peso dichiarato di 1665 grammi. Molto rigido e molto preciso, in particolare in discesa quando la si butta dentro in curva, perde un po’ del suo appeal aerodinamico a causa della piega classica e per la mancanza delle tanto discusse borracce aero. La vera domanda che io vorrei porvi è quanti di voi comprano una bici da corsa per la sua aerodinamicità. Certo, Trek ha progettato la Madone Gen 8 con i pro in mente, che guardano ogni watt, io però poi vedo gli amatori godersela sui passi alpini dove l’aspetto aero è del tutto ininfluente.
C’è dunque bisogno di scimmiottare i pro, spendendo un rene per avere la bici come la loro, o questa Madone va bene per la maggior parte degli amatori? Considerando un po’ di sconto dal rivenditore si riesce a scendere sotto i 5000 Euro, portandosi a casa un mezzo che col tempo può essere alleggerito, se lo si ritiene necessario, ma le cui prestazioni sono ottime anche se pesa più di 8 kg. Infatti la posizione in sella è sì piuttosto racing ma non estrema, inoltre il manubrio tradizionale ha il grande vantaggio di poter venire alzato o abbassato senza diventare pazzi o costruire una torre di Babele esattamente di fronte al proprio naso.
Il gruppo ha una rapportatura che permette di fare anche il Mortirolo senza sputare un polmone. Certo, al bar tutti vorrebbero solo il padellone e il 10-25, ma questa non è una bici da poser, bensì per chi vuole pedalare veramente senza doversi tatuare e comprarsi il completino Rapha da 500€. Cioé la stragrande maggioranza di chi leggerà questo articolo o dei 20.000 ciclisti del Sella Ronda Bike Day.
Le gomme da 28mm latticizzate offrono un buon comfort di guida anche su strade non esattamente lisce, e considerate che si possono montare pneumatici larghi anche 33mm. Le ho gonfiate a 4 bar al posteriore e 3.8 all’anteriore, godendo come un riccio nelle ripide curve della Penudria. Fra l’altro i freni SRAM, al contrario di quelli da MTB, funzionano bene, come d’altronde tutto il gruppo.
La forma del telaio può piacere o meno, a me piace. Il buco è più piccolo rispetto alla Gen 7, le forme meno estreme. Purtroppo proprio il buco può diventare un problema per chi ha le gambe lunghe, perché le possibilità di regolazione dell’altezza della sella sono limitate.
Dalla foto potete vedere che ci sono stato proprio al pelo. Io sono alto 179 cm e ho una distanza sella-movimento centrale di 74 centimetri. Un centimetro in più e avrei dovuto dirigermi su una ML. Ammetto di essere sempre in mezzo alle due taglie (54-56), ma preferisco una taglia leggermente più piccola soprattutto per evitare il brutto effetto visivo di una sella “bassa”. Consiglio dunque di provarla prima di comprarla.
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