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Le forme del telaio, molto sottili, con una sezione frontale ridotta per migliorare l’aerodinamica, ma con alcune “nervature” per dare rigidità, come all’attacco dei pendenti del carro posteriore
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Il passaggio cavi e relativi ingressi sono asimmetrici su un solo lato, opposto alla trasmissione. Molto razionale e “pulito” anche in versione meccanica.
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Dettagli curati, come nel supporto con dente di cane integrato del deragliatore anteriore, leggermente incassato nel tubo piantone.
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L’attacco del freno posteriore, con standard FlatMount. Si nota come il fodero sinistro sia molto meno grosso di quello destro, lato trasmissione.
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Della nuova Rose X-Lite avevamo già parlato in occasione della presentazione lo scorso mese. Ora abbiamo avuto la possibilità di provarla per circa un mese sulle nostre strade, salite e discese.
La versione in test è la cosiddetta FOUR Disc, di media gamma rispetto la SIX top, ed è quindi montata con la trasmissione SRAM Force 22 con freni idraulici, ruote DT Swiss P1750 Spline Disc con profilo da 21,5mm, sella Selle Italia SLR, componentistica Ritchey WCS e copertoni Continental GP 4000 II 25mm.
Senza pedali, in taglia 59 il peso è di 7,25kg alla nostra solita bilancia.
Appena tirata fuori dal cartone questa nuova Rose X-Lite dà l’idea che per la casa di Bocholt questo telaio sia un po’ una svolta, sia in termini di qualità della realizzazione che di estetica. Il telaio ha una sua personalità che lo rende riconoscibile a prima vista, in particolare grazie all’essere molto “sottile”, con una sezione frontale ridotta. Ogni tubo è molto snello, senza soluzioni oversize. Solo in alcuni punti di congiunzione si notano delle nervature, come all’attacco dei pendenti del carro posteriore o tra tubo orizzontale e tubo sterzo. Anche la forcella ha foderi molto sottili. Il tutto per una migliore aerodinamica, come anche la curvatura del tubo piantone nella parte posteriore. Nel complesso però la sensazione è di leggerezza ed un’estetica equilibrata e racing. Anche la verniciatura fa la sua parte. Osservandola con attenzione si nota che la parte principale è di un grigio-verde metallizzato che al sole acquista brillantezza. Il giallo fluorescente delle parti interne da un tocco di aggressività. La qualità sembra davvero ottima, ed appunto, un netto miglioramento rispetto soluzioni precedenti.
Quando si dice della sensazione di leggerezza, è ben confermata dalla bilancia. Pur con un montaggio “medio” e freni a disco, in taglia grande, 7250 grammi sono un eccellente risultato. Segno che il framekit è davvero leggero.
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La forcella molto sottile, con attacco FlatMount e disco da 160mm. La guaina ha passaggio interno, ma il peso resta molto contenuto.
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La X-Lite pur adottando soluzioni per l’aerodinamica può essere tranquillamente inserita nella categoria di bici a salita. Con un peso di 7,2kg con freni a disco e montaggio medio accompagna bene lo sforzo quando la strada si impenna. La leggerezza del telaio si fa apprezzare anche nei rilanci e nei fuorisella, frangenti in cui si nota di più. Nel complesso non ha niente da invidiare a telai come quello della Trek Émonda recentemente provata.
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In discesa la X-Lite si è rivelata abbastanza neutra. Le geometrie sono mediamente aggressive, un buon compromesso tra bici prettamente racing come la Bianchi Specialissima e geometrie più “granfondistiche” come la Émonda in geometria H2. L’equilibrio è piuttosto riuscito e questo si traduce in una bici facile da gestire e con ottima stabilità ad esempio su curve ad ampio raggio. La rigidità laterale non manca, forse anche grazie ai perni passanti, che consentono di avere ottimi valori pur con un telaio e forcella molto leggeri. I freni a disco da 160mm sono una garanzia con ogni condizione.
Peccato che i comandi idraulici del Force non abbiano l’ergonomia (e l’estetica) di quelli dell’eTap.
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La X-Lite non è una bici endurance, ma piuttosto una bici “tuttofare”, anche se con una punta di aggressività che a mio avviso la vede al meglio in GF con tanta salita. Per questo utilizzo si sfrutta il basso peso, una certa brillantezza ed una geometria equilibrata che in discesa consente di “divertirsi”, ma senza avere nervosità, ma anzi perdonando abbastanza anche eventuali sbavature nella guida. Vista la stagione non sono riuscito ad utilizzarla per giri molto lunghi, ma i passaggi ruota che consentono di montare pneumatici sino a 30mm sono una garanzia di versatilità in questo senso, potendo montare copertoni generosi si riesce ad avere ammortizzazione e comodità sufficiente anche su lunghe percorrenze.
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Inutile nascondersi, Rose è un marchio che fa della convenienza il proprio punto forte, grazie anche alla vendita diretta online. Con questa X-Lite però si gioca una carta competitiva anche sul versante della appetibilità. L’estetica e la grafica sono gradevoli e riuscite, il peso e la qualità sono tangibili e il prezzo…difficile fare meglio onestamente. 2899eu per una bici con freni a disco da 7,250kg sono un bel biglietto da visita, anche rispetto la diretta concorrenza come la Canyon Ultimate CF Sl disc Ultegra, che costa uguale, ma pesa 300gr in più. Soprattutto per chi si ostina a dire che le “oggi le bici son care”. La versione Rim sempre montata Force (o Ultegra, il prezzo è uguale) pesa 6,7kg e viene venduta a 2356eu. Il tutto con montaggi oculati, e oltretutto con soluzioni piuttosto standard, come per manubrio, attacco e reggisella, che lasciano spazio per eventuali upgrade, comunque realizzabili grazie alla possibilità di personalizzazione offerta da Rose, in particolare sulle ruote. Quindi anche senza puntare i modelli montati coi gruppi top di gamma (comunque con prezzi ipercompetitivi) la X-Lite consente di “andare al sodo” senza spendere capitali, e con una piattaforma telaio-forcella molto riuscita in tutti i sensi a fare da ottima base.
2869,56eu il prezzo della versione in prova
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