Questo test riguarda un marchio di scarpe, Bont, che conosco molto bene, essendo quello di cui utilizzo i prodotti più spesso. In questo caso si tratta di due modelli nuovi: le Bont Vaypor+ e le Bont Vaypor S. Purtroppo non ho foto delle Vaypor+, in quanto mi sono state rubate dall’auto (assieme a svariata altra roba) prima che potessi fotografarle.
La costruzione delle scarpe Bont è votata al massimo rapporto leggerezza-rigidità. Per fare questo la costruzione si basa su una suola monoscocca in carbonio unidirezionale che avvolge il piede anche lungo il bordo. Questa monoscocca è termoformabile all’infinito. Per fare questo il carbonio Toray è lavorato con una resina epossidica sviluppata da Bont che rende malleabile la scocca già a 60°. Basta mettere le scarpe in forno a 70° per circa 15-20min. e poi calzarle stringendole e modellandole con le dita o qualcosa di duro (tipo una spatola) lungo il bordo superiore, in modo da fargli prendere la forma del piede e di eventuali “rilievi” che questo può avere. Una volta raffreddata ed indurita sarà rigida e stabile nel tempo. Questo si può fare anche con altre scarpe, ma solo in parte, perché spesso la suola non è in un unico pezzo (Shimano ad esempio) o è realmente termoformabile solo la parte posteriore (Lake ad es.).
Questa particolarità delle Bont di avere una scocca in cui il piede sta come dentro una “vasca”, e non solo appoggiato sulla suola per poi essere contenuto dalla tomaia si riflette nel design della pianta, la quale segue la forma del piede senza costringerlo, in particolare sulla punta. Cosa evidente dalla forma squadrata di quest’ultima vista dall’alto.
Questa particolarità si riflette nel vantaggio di non avere le dita dei piedi compresse tra di loro, e di avere maggior spazio nel caso, non raro, che il secondo dito dei piedi sia lungo uguale, o più, dell’alluce (piede greco). Sempre questo design permette di avere il piede ben fermo della scocca, anche nella parte posteriore, che infatti ha una talloniera bassa, senza necessitare di ausili antiscalzamento (tipo tessuti particolari sul calcagno all’interno della scarpa). Questa cosa si rivela molto comoda in quanto si evitano sfregamenti o pressioni sul tendine d’Achille. Cosa che può insorgere in uscite particolarmente lunghe.
La suola come detto è in carbonio unidirezionale, ed è rigidissima. La prendo sempre come metro di paragone per la massima rigidità possibile nel valutare le altre scarpe. Forse solo le Shimano S-Phyre sono altrettanto rigide tra le scarpe da me provate. L’attacco è a 3 fori Look classico. Su ordinazione si può avere 4 fori Speedplay. Dove si attacca la tacchetta la suola è zigrinata per impedire alla stessa di muoversi. Pratici i cerchi concentrici per il posizionamento.
La suola è quella che consente la minor distanza tra piede e perno del pedale sul mercato.
Curati anche dettagli spesso trascurati, come gli inserti antiscivolo. Quello sulla punta, in gomma morbida con molto grip, copre tutta stessa, impedendo di rigare la tomaia delle scarpe anche nel classico appoggio da semaforo.
Mentre quella sul tallone, della stessa tipologia di gomma, è sostituibile tramite vite. Cosa pratica visto la tendenza all’usura di questa parte.
La differenza tra le Vaypor+ e le Vaypor S è la tomaia. Le Vaypor S hanno tomaia in similpelle Durolite, Oltre ad avere una parte della tomaia che va a “coprire” quella sottostante.
Le Vaypor +, hanno una tomaia più classica come chiusura, ed è realizzata interamente in pelle di canguro.
La chiusura per entrambe è la doppia rotella BOA IP1. All’atto pratico la differenza è una leggera maggior morbidezza delle Vaypor +, che risultano meno “estreme” delle Vaypor S. Per il resto la costruzione è la stessa, cosi come l’interno in pelle che riveste una schiuma che prende la forma del piede (Memory Foam).
La qualità delle finiture è eccellente. Queste scarpe sono realizzate in modo artigianale, seppur in Cina.
Nel complesso delle scarpe ottime. Molto curate nei materiali e nella concezione. Allo stesso tempo scarpe non per tutti, perlomeno ad un primo utilizzo, in quanto molto diverse nella sensazione di calzata rispetto la concorrenza. L’avere il piede “avvolto” dalla scocca e praticamente a contatto con una suola rigidissima può farle sembrare scomode. Pertanto va prestata attenzione alla termoformazione ed al corretto posizionamento delle tacchette. Cosa ovvia anche con le altre scarpe, ma che sulle Bont si fa notare maggiormente per mia esperienza. Idem l’altezza sella, visto che la differenza in mm rispetto altri modelli non è impercettibile. Anche la taglia va scelta con attenzione, in base ai mm di lunghezza, senza fidarsi del numero. Generalmente calzano 1 e 1/2 numero più delle scarpe “borghesi”.
Essendo scarpe top di gamma il prezzo è conseguente, in particolare per il modello Vaypor+ in pelle di canguro. La qualità però, per esperienza, le rende molto longeve ed un ottimo investimento. Le Vaypor+ sono anche personalizzabili nei colori.
Prezzi:
VayporS: 389eu
Vaypor+: 449eu
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