Categorie: Test

[Test] Scarpe Fi’zi:k R3B

Le scarpe Fi’zi:k R3B, a dispetto del nome, non sono solo la versione con chiusura BOA delle R3 “standard”, ma una versione completamente differente. In particolare differiscono per tutta la parte superiore della scarpa, che nel caso delle R3 è in pelle di canguro e rete di nylon, mentre nelle R3B è in Microtex completamente forata.

Le uniche parti non forate sono la punta ed il tallone.

La suola è in carbonio unidirezionale e presenta dei piccoli tacchetti sostituibili in gomma. Oltre ad una nervatura longitudinale.

Dei piccoli inserti in gomma sono presenti anche sulla punta, ma non sono sostituibili.

La suola presenta dei riferimenti per il posizionamento delle tacchette (3 fori), ma una volta montate queste i riferimenti sono invisibili, tranne quello che da la mediana della suola sulla punta della tacchetta.

La chiusura BOA IP1 si basa sulla nota rotellina che tira un robusto cavetto di acciaio che stringe la tomaia sul piede. La regolazione è micrometrica ed il senso di rotazione per la chiusura ora è orario per la scarpa destra e antiorario per quella sinistra, cosa che si rivela ora molto ergonomica, chiudendo in pratica le due scarpe con lo stesso movimento dei pollici delle due mani. La chiusura si regola in modo molto preciso in pochissimi secondi e molto facilmente.

Sulla parte più avanzata della scarpa resta presente una chiusura a strap nel caratteristico materiale “Sailcloth” che Fi’zi:k ha introdotto dalla prima ora sulle sue scarpe. Questa chiusura di fatto è accessoria rispetto la chiusura BOA, che già di per se è sufficiente e chiudere molto bene la scarpa. Può essere utile in particolare a fornire la prima chiusura appena indossata la scarpa, proprio prima di “allacciarla” definitivamente con il BOA.

Conclusioni

Aldilà degli inevitabili gusti estetici e del tipo di stile, piuttosto minimal-elegante, che propone Fi’zi:k per la sua gamma, va sottolineato che queste scarpe, fatte realmente a mano in Italia, sono realizzate davvero bene. Per accorgersene basta guardarne l’interno togliendo la soletta e si potrà notare una costruzione completamente priva di sbavi di colla o tagli approssimativi o grossolani. Tutto è cucito e realizzato con cura. Se avrete occasione di osservare un paio dal vivo potrete rendervene conto da soli.

Il materiale della tomaia è abbastanza resistente (anche se sporchevole in bianco) ai graffi, ma soprattutto è molto “solido” e poco cedevole. Non bisogna farsi infatti ingannare dall’aspetto un po’ chic e “fighetto” di queste scarpe, che in realtà sono vere scarpe racing. La suola è molto rigida, tra le più rigide provate, e la sensazione una volta calzate è che il piede sia molto ben trattenuto dalla tomaia, che è molto avvolgente e solida. Pur senza avere un fit adatto a piedi stretti (tipo le scarpe Mavic per dare un metro di paragone). Merito questo della chiusura BOA che oltre a consentire una chiusura rapida e precisa è anche molto efficace. Il fitting (e la qualità) è molto simile a quello delle Lake CX331, sempre per dare punti di riferimento.

Sempre a paragone, restando in casa Fi’zi:k, le sorelle maggiori e più pregiate, le R1, che utilizziamo ormai da 2 anni con soddisfazione, in confronto sono delle pantofole più votate al comfort, grazie alla tomaia in morbidissima pelle di canguro. Abbinata alla chiusura con doppio strap e cricchetto pero’ non riesce a dare la sensazione di fermezza di queste R3B.

R3B che non sono certo scomode, ma certamente votate a chi vuole una scarpa più votata alla prestazione che non al comfort. Mentre per chi è più orientato ad un utilizzo su lunghe distanze, randonneur e dintorni, consigliamo di stare attenti alla parte posteriore, che ha un talloniera piuttosto sviluppata in altezza, cosa che contribuisce sempre a mantenere il piede ben bloccato in posizione, ma che su lunghe distanze e periodi prolungati sui pedali può dare invece problemi nella zona del tendine d’Achille.

Da rivedere a nostro avviso la grafica dei riferimenti per il posizionamento delle tacchette, perché una volta montate diventa di difficile lettura ed utilizzo per dove è posizionato.

La foratura della tomaia dovrebbe dare ventilazione ed infatti, anche se nel periodo del test non abbiamo avuto temperature molto elevate, il piede resta abbastanza asciutto e non sembra essere una soluzione penalizzante rispetto al rete di nylon.

La misura è assolutamente identica e corrispondente alle misure utilizzate per le scarpe da passeggio o normali che dir si voglia.

250eu il prezzo. La qualità c’è tutta.

Sito

 

Condividi
Pubblicato da
Piergiorgio Sbrissa

Articoli recenti

Winter Cup 2024: chi letarga non piglia pesci!

Siete di quelli che, quando comincia a fare freddo, mettono la bici in garage e…

12/11/2024

Romain Bardet si ritira da un ciclismo “accelerato”

Romain Bardet (Team DSM-Firmenich) 34enne francese è ormai a fine carriera: la concluderà il prossimo…

12/11/2024

Piccolo budget grandi difficoltà

A fronte di poche squadre World Tour con budget pressoché illimitati ci sono le altre…

11/11/2024

Il giovane Miel Dekien deceduto in un incidente d’auto

Il ciclismo belga è di nuovo in lutto. Il giovane ciclista 18enne Miel Dekien è…

11/11/2024

Mark Cavendish appende la bici al chiodo

Ed alla fine è arrivato il momento del ritiro anche per Mark Cavendish. Lo sprinter…

09/11/2024

Il caso Strava Leaks rivela la posizione dei leader mondiali

Non è la prima volta che Strava sale alla ribalta per questioni di sicurezza: nel…

08/11/2024