[Test] Trek Madone SL7

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Dopo la prova della Trek Madone SLR 7 di non tanto tempo fa, abbiamo avuto l’opportunità di utilizzare per un po’ di tempo la sorellina minore, la Trek Madone SL7.

La prova ha soddisfatto una curiosità in quanto i due modelli di bici sono pressoché identici per montaggio, a parte il manubrio e relativo attacco, in particolare per quanto riguarda il gruppo trasmissione e le ruote, differendo quindi solamente per la fibra di carbonio utilizzata per realizzare il telaio: OCLV 800 per la SLR e OCLV 500 per la SL. Queste denominazioni della fibra di carbonio sono quelle utilizzate commercialmente da Trek.

Il telaio quindi ha esattamente le stesse forme e dimensioni nelle due versioni, entrambe le bici erano in taglia 58, ma chiaramente cambia il peso, con la versione SL più pesante di circa 400gr totali. Questo peso superiore non è da imputare solamente al telaio, come vedremo, ma anche al diverso manubrio. Trek dichiara in 1050gr il peso del telaio SLR in taglia 56 (verniciato) con relativa forcella a 418gr, mentre 1200gr e 476gr per telaio e forcella della SL.Quindi una differenza di 200gr circa da imputare al diverso carbonio.

Dal punto di vista visivo le due versioni sono indistinguibili, come potete vedere dalle foto.

Oltre al carbonio l’altra differenza è appunto il posto di pilotaggio, con un manubrio e attacco manubrio in due pezzi in luogo del manubrio in un pezzo unico in carbonio della versione SLR.

Questa soluzione non nasconde completamente le guaine dei freni all’interno del manubrio, restando visibili sotto lo stem. Anche se il passaggio delle guaine è ben mascherato da uno sportellino, che rende la soluzione elegante e ben inetgrata.

In compenso apre un mondo di versatilità per quanto riguarda la scelta del manubrio stesso, essendo compatibile con qualunque modello da 31,8mm di diametro, consentendo di poter montare manubri a sezione tonda, che facilitano enormemente la possibilità di montare delle prolunghe per chi volesse farne un uso triathlon o affini, o accessori vari, come luci o altro, oltre, parere molto personale, ad essere molto più comodi da impugnare rispetto quelli a sezione piatta/alare. Senza contare la possibilità di variare facilmente la lunghezza dell’attacco e/o del manubrio o attingere all’aftermarket per preferenze di reach, flare, etc… Insomma, una scelta meno costosa, ma vincente sotto praticamente ogni aspetto rispetto ai costosi manubri in un pezzo unico (più belli da vedere, ok).

Il gruppo trasmissione è lo Shimano Ultegra DI2 12V, lo stesso che era montato sulla SLR, con la guarnitura 52-36, scelta ideale per questa tipologia di bici, chiaramente dedicata ad una platea con ambizioni di prestazione, in particolare in pianura. Poco da dire sulla funzionalità ed affidabilità di questo gruppo, provato già su varie bici.

Identiche tra le due versioni anche le ruote, le Bontrager Aeolus Pro 51, gommate con copertoni Bontrager R3 da 25mm per camera d’aria. Ottime ruote con mozzi di DT 350. Anche se il peso non è dei più leggeri, attestandosi a 1600gr circa.

Bella la verniciatura bordeaux-brillante chiamata “Dark-Carmine”.

 

Per venire all’utilizzo devo dire che le differenze praticamente sono inesistenti tra le due versioni. Chiaramente c’è quella ponderale, ma 400gr distribuiti su telaio e manubrio non sono certo qualcosa che si possa percepire nella guida, ed anche da misurare nelle prestazioni risulta in differenze microscopiche. Allo stesso tempo, come già avrete capito, la mia preferenza va nettamente per il manubrio della SL per i motivi già spiegati, anche se il trend privilegia le soluzioni integrate.

Le caratteristiche dinamiche della SL sono praticamente identiche a quelle della sorella maggiore, con elevata rigidità in ogni frangente, idem quella verticale, quindi resta un telaio non certo votato alla comodità, d’altronde la destinazione di utilizzo di questa bici è molto orientata alla prestazione.

Veniamo quindi all’ultima grande differenza tra le due versioni, ovvero il prezzo. A parità di montaggio l’acquisto della SLR prevede l’esborso di 10.999eu, contro i 7999eu della SL. La differenza è principalmente da imputarsi alla fibra di carbonio, dato che i framekit sono venduti relativamente a 5999eu e 3999eu. Prezzi elevati che avrebbero meritato almeno un powermeter integrato (fosse anche il criticato 4iii che montano le guarniture Shimano). Vista la tipologia di bici, che certamente non strizza l’occhio a grammomaniaci e salitomani, la versione SL ci pare avere un rapporto qualità/prezzo più vantaggioso.

Sito Trek

Commenti

  1. Ipercool:

    È nell'immaginario delle masse ciclistiche che il peso del peso ha un peso sproporzionato rispetto al peso che ha realmente.


    Nessuno ha notato questa perla linguistica?
    @Ipercool sei un grande, vorrei tanto avere almeno la metà della tua abilità di scrittura.
  2. Ipercool:

    Poi c'è anche il fatto che se per metterti sotto al sedere una certa bicicletta devi tirare fuori una ventina di cocuzze, dichiarare che fa schifo è una bella scorciatoia per toglierti da un certo imbarazzo.
    Ti ricordo che tutti (spero) abbiamo una macchina e una casa, alcuni anche la moto. Comprare una bici da 15k non è un fatto impossibile, non è una Supercar che oggettivamente per molti è irraggiungibile finanziariamente.
    La Trek Madone top di gamma non è acquistata per semplice scelta in quasi tutti i casi, nel mio caso una scelta etica di non voler spendere quella cifra per un mezzo che non va neanche avanti se non giro le gambe.
  3. Ser pecora:

    Un altro condizionamento per me è sempre questo complesso del pisello piccolo tradotto in watt e prestazioni che affligge il 99% dei ciclisti. Quando non si tratta di fare 1" in più o in meno sulla cronoscalata grazie alle vitine in titanio, ma di buon senso nel non portarsi dietro peso inutile in, specialmente, lunghe uscite con tanto dislivello, ed a maggior ragione se è pure lento. Che poi è quello che il nonno insegnava una volta a chi andava a fare la gita in montagna: "non portarti dietro cose inutili". A maggior ragione se quel peso inutile lo devi pagare pure.

    Poi per carità, c'è sempre quello previdente che si porta un copertone di scorta e la catena col lucchetto anche per fare una Oetztaler, ma potendo io non lo farei.
    Pienamente d'accordo, al tour d'Ortles infatti ho cercato di partire senza caricarmi esageratamente( provviste a parte) e sicuramente su un percorso del genere peso in più per nulla è decisamente da evitare, ovviamente anche da evitare di ibernarsi in discesa :prega:
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