Thomas e Yates fuorigioco in un Giro sottosopra

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Geraint Thomas (Ineos) ha visto la propria stagione, già scombinata dal coronavirus ed un cambio di programma tra Tour e Giro, sconvolta in un istante, per colpa di una borraccia. Mentre il gruppo filava a velocità elevata in leggera discesa verso la partenza reale della 3^ tappa con partenza da Enna, il gallese è caduto pesantemente dopo aver perso il controllo della propria bici a causa di una borraccia che si è infilata sotto la sua ruota anteriore. Sfortuna notevole visto che una buca ha fatto proiettare diverse borracce fuori dai portaborracce di vari corridori, finendo tra le ruote di mezzo gruppo. Per Thomas nulla da fare: strisciata di diversi metri sull’asfalto sino contro il marciapiede.

 

Thomas sembrava aver recuperato dopo essere tornato in gruppo, ma a 10km dall’inizio dell’ascesa all’Etna ha perso contatto col gruppo per poi finire malamente a +12′ dal vincitore di tappa, vaporizzando ogni  speranza di classifica generale. Si attendono notizie sulle condizioni del corridore, che ieri sera non aveva fratture, ma chiaramente andrà valutata l’opportunità di tenerlo in gara o preservarlo per altre.

 

Altra sorpresa vedere un altro dei favoriti alla vittoria finale, Simon Yates, perdere 4’22” alla fine della tappa. La spiegazione arriva da Matt White, DS della Mitchelton-Scott: “Abbiamo voluto controllare la fuga senza sapere che Simon non era in grande forma. Ora il nostro solo obiettivo è limitare i danni. Ogni  squadra vivrà un giorno no in questo Giro, sfortunatamente il nostro è arrivato molto presto…“.

Via libera quindi a tutti gli altri contendenti, outsider di ogni genere inclusi. E la salita sull’Etna è stata spettacolare, sia per lo scenario naturale, sia perché non ci sono stati treni in salita di squadroni a blindare la corsa. Ottimo lavoro della Trek-Segafredo nella prima parte della salita che ha cosi rimesso in gioco Vincenzo Nibali, al quale hanno resistito Jakob Fuglsang, un ottimo Domenico Pozzovivo, Rafal Majka, un ottimo Wilco Kelderman e Steven Krujswijk. Nessuno è risucito a riprendere però il piccolo (164cm) equadoreño Jonathan Caicedo (EF Education First) alla sua prima vittoria fuori dal paese natale (le altre sono solo 3: i campionati nazionali a cronometro 2015 e 2019 e quello in linea 2019). Alla fine per lui “un sogno ad occhi aperti”.

Sogno anche per il giovane (22 anni) portoghese João Almeida (Deceuninck-QuikStep) che indossa la maglia rosa con praticamente lo stesso tempo di Caicedo. E si propone come l’ennesimo giovanissimo a cui questa pazza stagione sorride.

 

 

Commenti

  1. sofiya:

    Biodegradabili o riciclabili?View attachment
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    comunque questa l'ho raccolta ieri a bordo strada in valnerina dopo che hanno sfalciato.
    È della Tirreno Adriatico
    quel simbolo significa che sono in un materiale che potrà essere riciclato.
    Il materiale è un food-grade (si vede dal simbolo forchetta/coltello) e per normativa deve derivare da fonti "vergini", purtroppo...

    Volevo anche io far stampare delle borracce promozionali con materiale riciclato da bottiglie/flaconi/shampoo/detersivi ma non si potrebbero usare per contenere acqua, al massimo come "falsa borraccia"
  2. sembola:

    Che i carichi di lavoro e soprattutto i tempi di allenamento siano diversi non ci piove, dopotutto una partita dura 90 minuti, non cinque o sei ore. Ma non era questo il punto.
    Mi soffermavo solo sulla affermazione scritta sul libro di Nibali, non sul resto che hai detto, che come detto condivido con te.
  3. samuelgol:

    Nibali si……..che lo facessero dei calciatori sto culo quadro, ho qualche dubbio.
    Nibali dice così. Mia moglie in una scuola come quella che ha frequentato Nibali ci ha insegnato, e mi ha detto le stesse cose: ragazzi che a dicissette anni fanno dei sacrifici enormi senza avere nessuna certezza del futuro.

    Ripeto: se si vuole rispetto, occorre essere disposti a darne.
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