Sorpresa nella prova in linea femminile alle olimpiadi di Tokyo, con l’oro vinto dalla austriaca Anna Kiesenhofer, che è riuscita nell’impresa di portare al traguardo una fuga iniziata al km 0 assieme ad altre 5 compagne che poi ha via via lasciato per strada. Arrivata ad avere più di 10 minuti di vantaggio sul gruppo inseguitore alla fine l’ha spuntata con 1’15” di vantaggio su Annemieke Van Vleuten (Paesi Bassi), argento, e Elisa Longo Borghini (Italia), bronzo, che bissa lo stesso piazzamento di Rio 2016.
Gruppo che ha preferito marcare le olandesi, stra-favorite della vigilia, lasciando prendere un vantaggio enorme alle fuggitive, Kiesenhofer in particolare, per poi lasciare sempre alle olandesi il compito di ricucire nel finale. Cosa che il quartetto delle meraviglie VanVleuten, Van Der Breggen, Van Dijk e Vos ha fatto agevolmente recuperando le ultime due fuggitive Anna Plichta (Polonia) e Omer Shapira (Israele) all’ingresso dell’autodromo, ma troppo tardi per recuperare l’austriaca Kiesenhofer. Ed il tutto, incredibilmente, all’insaputa della posizione della Kiesenhofer da parte delle olandesi (e probabilmente di tutto il gruppo) che erano convinte di aver vinto l’oro, confermato dalla VanVleuten che ha esultato sul traguardo per poi ammettere di essersi sbagliata e di non sapere che era 2^.
Il bello della mancanza delle radioline, il brutto del non avere almeno le classiche lavagnette sulle moto…
Un plauso quindi alla Kiesenhofer, la quale corona a 30 anni la propria carriera, sin qui ricca di sole 5 vittorie, di cui 3 titoli nazionali a cronometro, uno su strada ed una tappa al Tour de l’Ardéche. Kiesenhofer che ha militato in una squadra professionistica solo nel 2017 (Lotto-Soudal), e da allora corre con i colori del team nazionale, dividendosi tra il ciclismo ed una carriera accademica.
Ma in ogni caso ho semplicemente detto una mia opinione. A mio avviso, chiedere, parlo del ciclismo femminile, non del mondo dello sport femminile in toto, le stesse attenzioni mediatiche ed economiche a fronte di un livello dilettantistico, non ci sta. Non voglio convincere nessuno, non è un dogma (nè una Dogma) è solo un punto di vista, e come tale condivisibile o meno.
prendi ad esempio la mtb uomini: arriva uno dal ciclocross che non ha mai partecipato a gare di alto livello, parte nella sua prima gara di XC in CDM col pettorale numero cento, e arriva quinto sorpassando novantacinque (!) corridori provetti.
alla sua seconda gara, parte col pettorale numero cinque e la vince.
secondo i parametri che dici, la XC maschile dovrebbe essere di un livello bassino...
poi, oh, non voglio convincere nessuno, tanto alla fine ognuno resta della sua idea.
concludo solo con una foto, per ricordare che certe cose avvengono anche nelle gare maschili di un certo livello...
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