Tom Dumoulin si ritira a fine stagione

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Tom Dumoulin (31 anni), due volte argento alle Olimpiadi (nel 2016 e nel 2021 nella cronometro), vincitore del Giro d’Italia 2017 e campione del mondo a cronometro lo stesso anno, ha annunciato venerdì che si ritirerà alla fine della stagione in corso.

L’olandese, che corre per la squadra Jumbo-Visma, ha parlato in un comunicato di stanchezza fisica e mentale, per giustificare la sua decisione: “Sono un uomo felice e posso essere molto orgoglioso della mia carriera”, ha scritto.

Tom Dumoulin aveva interrotto la sua carriera una prima volta all’inizio del 2021, ma aveva però ripreso a correre pochi mesi dopo diventando campione olandese a cronometro prima di salire sul podio alle Olimpiadi di Tokyo nella stessa disciplina.

“Ma per quanto sia stato bello a volte il viaggio è stato frustrante e il mio corpo si sentiva e si sente ancora stanco“, ha detto Dumoulin. “Quando il carico dell’allenamento o della competizione aumenta, comincio a soffrire di stanchezza, dolori e infortuni, invece di migliorare. Troppo spesso l’allenamento non ha portato alle prestazioni desiderate“.

Il corridore olandese ha iniziato la sua carriera da professionista nel 2012 con il team Argos, diventato Giant e poi Sunweb (ora DSM). È poi passato alla Jumbo-Visma due anni fa. Tom Dumoulin ha ottenuto vittorie in tutti e tre i grandi giri (quattro al Giro, tre al Tour de France e due alla Vuelta). Nel 2018 è arrivato secondo al Giro e poi al Tour de France.

Dumoulin ha partecipato all’ultimo Giro d’Italia, ma ha abbandonato durante la 14^ tappa. Non dovrebbe prendere parte al prossimo Tour de France.

Nel suo comunicato, Tom Dumoulin ha aggiunto di “aspettare particolarmente con impazienza i mondiali in Australia“, che si terranno a fine settembre, per chiudere la propria carriera con la prova a cronometro.

Commenti

  1. golias:

    Forse complice anche lo stress ma bisogna anche dire che è un pò è stato anche sfigato.
    Nel 2019 assolutamente si, la caduta nelle prime tappe con l'infortunio al ginocchio sono stati l'inizio dei guai; la mattina seguente ripartì per pochi km per poi ritirarsi; doveva fare il Tour e invece durante la preparazione fu necessario l'intervento che fino a poche settimane prima avevano scongiurato e tanti saluti alla stagione; l'anno dopo alla Jumbo secondo me fece un bel Tour considerando che veniva da un 2019 disgraziato e correva in supporto a Roglic; vado a memoria ma non andò nemmeno tanto male in classifica; da lì in poi una discesa continua fino al ritiro - poi interrotto e la nuova stagione praticamente anche questa andata in fumo. Forse l'unica luce in questi anni, la medaglia olimpica a crono.
  2. Grande atleta purtroppo non ha avuto una carriera lunga, poi quando è rientrato dal primo ritiro non è stato più in grado di tornare quello di prima.
    Se non trovava più stimoli giusto ritirarsi.
    Forse in futuro vedremo sempre più prof che precocemente hanno vinto ed altrettanto precocemente finiranno la carriera ?
  3. bradipus:

    Estratti da un'intervista con il sito olandese NRC, da cui emerge ancora una volta come Tom sia un corridore ed una persona non banale:
    « Sto per divorziare, l'abbiamo deciso la settimana scorsa. Ho sempre sperato di non diventare uno di quei ciclisti che si separano dopo la fine della carriera, ma purtroppo andrà così.»
    «Per la prima volta nella mia vita posso decidere tutto da solo. Ho davanti a me una pagina completamente bianca e non ho idea della direzione che prenderò. Ma va bene che sia così. Mi piace.»
    «Agli ultimi mondiali, in Australia, ho visto il gruppo passarmi accanto. Ho capito che non avrei più pedalato lì in mezzo. Che la botta che ti dà stare davanti a tutti su una salita non mi arriverà mai più. Ma per ora tutto questo non mi manca, per niente.»
    «Il fuoco si è spento. Non sento più il bisogno di spingermi costantemente al limite. Voglio essere diverso nella vita, diventare migliore per me stesso. Voglio avvicinarmi alla persona che sono.»
    «Ero un ragazzo pieno di energie, avevo bisogno dello sport come sfogo. Quando ho iniziato a pedalare, ho scoperto che mi piaceva. Ma non ho mai sognato una carriera da ciclista professionista. Era soltanto un modo per mostrare al mondo e a me stesso quanto ero bravo a farlo.»
    «Quando ho vinto il Giro d'Italia non sapevo quello che so adesso, cioè che avevo appena ottenuto tutto quel che cercavo nel ciclismo. Lo sport al più alto livello è bellissimo, ma devi avere qualche rotella fuori posto per continuare a farlo a lungo.»
    «Parte della mia vita da ciclista mi è sempre sembrata un sacrificio. Pensavo: faccio tutto questo ora per poter avere una vita normale dopo. Forse non sono mai stato la persona ideale per vivere quindici anni da ciclista professionista. Infatti è finita dopo undici anni.»
    «Per molti anni durante la mia carriera ho cercato di pensare il meno possibile. Chi sono? Dove voglio portare la mia vita? Cosa voglio essere per gli altri? Sono contento che queste domande non mi siano venute in mente qualche anno fa, perché non avrei vinto il Giro».
    «Sono orgoglioso della mia carriera. Il 90 percento l'ho trovato fantastico. Al restante 10 percento per un po' non voglio pensarci. Ma non ho chiuso col ciclismo. Amo ancora la bici. Forse un giorno diventerò un preparatore, o un consulente. Non subito, però.»
    «Recentemente ho viaggiato per un mese e mezzo da solo tra Fiji e Costa Rica, dormendo in ostello. Mi è piaciuto molto. Il contatto umano e anche le conversazioni sono diverse. Non c'è più la dinamica fan/eroe. Ciascuno fa il suo viaggio e, se non si sente a suo agio, va oltre.»
    (fonte: Leonardo Piccione, twitter)
    Mi sembrano molto simili alle considerazioni che potrei fare io sul mio lavoro ... :-)xxxx
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