La Bora-Hansgrohe in questo Tour stava faticando pur dandosi un gran da fare. Nel tentativo di Peter Sagan di agguantare la maglia verde hanno optato più volte per corse aggressive e tenendo altissimo il ritmo. Si sono infilati in innumerevoli fughe, ma sempre senza successo. Il tutto mentre l’uomo da classifica, Emmanuel Buchmann, fatica anche grazie ai postumi della caduta al Dauphiné. Ieri invece la fuga giusta ha portato alla vittoria Lennard Kämna, 23enne tedesco, che già si era distinto con una vittoria di tappa quest’anno al Dauphiné (8°in generale), ed era arrivato 2° alla 13^ tappa dietro Daniel Martinez (EF).
Kämna ha in carriera anche il 2° posto ai mondiali U23 di Bergen nel 2017, dietro l’attuale maglia a pois Benoît Cosnefroy (AG2R), il quale si sta dannando l’anima per conservarla, ma davanti a vari protagonisti attuali, come Pogačar, Sivakov, Hirschi, Carretero. Divertente aneddoto raccontato alla stampa francese. All’epoca del mondiale Cosnefroy lo ha battuto grazie all’incapacità di Kämna di riconoscere gli altri corridori, tanto che non sapendo chi fosse il francese e quali fossero le sue qualità ha aspettato lo sprint per giocarsi la vittoria…sbagliando. Da allora si è studiato tutte le foto dei vari avversari con grande puntiglio.
Kämna che vanta anche la vittoria nella crono degli europei 2016 davanti un certo Filippo Ganna e l’oro ai mondiali di Bergen nella cronosquadre (con la Sunweb). Insomma un altro ragazzino da tenere d’occhio per il futuro anche in chiave classifica generale.
Primoz Roglic (Jumbo-Visma) ha mantenuto la maglia gialla, nonostante due attacchi di Miguel Angel Lopez (Astana) e Tadej Pogačar (UAE), ma la sua squadra lo protetto bene.
Si è mossa finalmente la Ineos, libera da pensieri di classifica generale ci ha provato con Sivakov e Carapaz, piazzandoli 4° e 2°. Ormai la squadra britannica si concentrerà nella caccia alle tappe, quindi da aspettarsi nuove fughe degli uomini di Brailsford. Mentre Bernal, come prevedibile ritirato, starà studiando il percorso della Vuelta.
Oggi la tappa regina del Tour, con Col de la Madeleine e Col de la Loze. Soprattutto quest’ultimo sarà quello decisivo con passaggi al 24%, che ben si prestano ad attacchi per chi vorrà e potrà fare la differenza. Roglic e la Jumbo presumibilmente tenteranno di controllare la corsa con il solito ritmo impossibile, ma l’uomo da tenere sotto controllo sarà Pogačar, che sembra l’unico ad avere le gambe per impensierire Roglic.
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