Se c’erano dei dubbi sulle condizioni di Primoz Roglic (Jumbo-Visma) in seguito alla caduta del Dauphiné sono stati fugati dallo sloveno nella tappa di ieri, con arrivo a Orcières-Merlette. Roglic ha vinto in scioltezza la volata del gruppo dei migliori nell’arrivo in salita, lasciandosi alle spalle il connazionale Tadej Pogačar (UAE-Emirates) e l’ottimo Guillaume Martin (Cofidis), il quale per primo ha acceso la miccia nel finale. Tutti i migliori per la classifica generale sono arrivati con lo stesso tempo, sino al 16°, Romain Bardet (AG2R). Subito dopo è arrivato Emmanuel Buchmann (Bora-Hansgrohe) a 9″, anche lui un caduto del Dauphiné.
Appena dietro il tedesco il fenomenale Sepp Kuss, gregario di Roglic, che assieme al compagno Wout Van Aert hanno messo in riga il gruppo all’inizio della salita finale con un ritmo infernale. Kuss ha tirato il gruppo davanti per 2′ ed è arrivato sul traguardo 9″ dietro Roglic alla media di 24,5km/h, con una VAM di 1707. Dai dati Strava ha prodotto 389W, per quelli che dovrebbero essere 6,3/6,4W/Kg. Una prestazione da “capitano” di molte squadre, tant’è che proprio alcuni di questi, come Richie Porte, Bauke Mollema, Esteban Chaves o Rigoberto Uran sono sembrati in apnea nel seguirlo ad inizio salita.
Julian Alaphilippe (Deceuninck) ha conservato la maglia gialla, restando nel gruppo dei migliori, e grazie al grande lavoro della propria squadra, ma a dispetto di quello che si poteva credere non è stato in grado di agguantare un’altra vittoria di tappa, riuscendo a sprintare solo per il 5° posto. La differenza con Roglic è sembrata notevole, soprattutto per uno con la sua sparata, ma lo sloveno è stato inavvicinabile con una punta di velocità negli ultimi metri decisamente superiore (oltre 52km/h contro 46km/h del francese).
Egan Bernal (Ineos) si è piazzato 7°, ma nel complesso o si sta nascondendo molto bene o non sembra, per ora, al livello di Roglic. E con lui tutta la Ineos, che per una volta negli ultimi 6 anni non sembra la squadra più forte. Richard Carapaz è arrivato con 28″ di ritardo sul traguardo, peggio di un Dumoulin, che oltretutto non sembra al massimo.
Nel complesso la tappa ha cominciato a delineare un abbozzo di classifica generale e dare le prime indicazioni sullo stato di forma dei migliori: Jumbo-Visma stellare, gli altri ad inseguire, anche se la strada per Parigi è ancora molto lunga e come sempre i fuochi d’artificio alla prima settimana possono essere polveri bagnate alla terza, considerando anche che la squadra olandese viaggia cosi già dal Dauphiné. Ad ogni modo per quello visto sin qui Roglic è l’uomo da battere.
Si delinea anche un bel duello tra Peter Sagan (Bora) e Sam Bennett (Deceuninck) per la maglia verde. Ora i due sono a pari punti, con lo slovacco in testa grazie alla miglior classifica generale, ma l’irlandese sembra più in palla, ed oggi la tappa gli potrebbe essere favorevole per vittoria e maglia.
Kuss: 14:08, 24.50 Kph, VAM 1707 m/h. Power meter: 389 W / 61 kg (power curve) = 6.38 W/kg. Kuss was at front of group for 2 min, no big diff to captains.
Siete di quelli che, quando comincia a fare freddo, mettono la bici in garage e…
Romain Bardet (Team DSM-Firmenich) 34enne francese è ormai a fine carriera: la concluderà il prossimo…
A fronte di poche squadre World Tour con budget pressoché illimitati ci sono le altre…
Il ciclismo belga è di nuovo in lutto. Il giovane ciclista 18enne Miel Dekien è…
Ed alla fine è arrivato il momento del ritiro anche per Mark Cavendish. Lo sprinter…
Non è la prima volta che Strava sale alla ribalta per questioni di sicurezza: nel…