1) Primi caldi di stagione, alcune ricerche legate a come può cambiare la possibilità di esprimere potenza/prestazione in differenti ambiti/intensità nel ciclismo (dalla discussione LINK )
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11104310
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22743981
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20512070
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21029193
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20391088
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22270485
2) Idratazione post attività e temperature calde, quale temperatura della/e bevanda/e? E’ noto che in alcune aree/culture di popoli che abitano in climi caldi è presente l’abitudine di bere bevande calde. Può essere utile anche dopo l’attività? Qui la risposta http://www.runnersworld.com/hydration-dehydration/hot-drinks-v-cold-drinks-for-cooling
3) In contrapposizione al tema “calde temperature” come crearsi da se una cover aero per il proprio casco, mastro d’eccezione José Antonio Hermida (http://it.wikipedia.org/wiki/Jos%C3%A9_Antonio_Hermida): https://www.youtube.com/watch?v=MegCpZVvotA
4) Alternativa alimentare in gara/allenamento alle solite barrette e/o panini: http://pages.rapha.cc/it/team-it/rice-cakes-a-recipe
5) Interessantissimo video in cui interviene David Epstein, suo l’ottimo libro “The Sport Gene” (spero di parlarne in una delle prossime occasioni). Quanto ha influito la tecnologia sulla prestazione sportiva dell’uomo (c’è un riferimento anche per il ciclismo)? Atleti di altre epoche che risultati raggiungerebbero con mezzi, tecniche e tecnologie attuali?
6) Interessante raccolta e comparazione dell’evoluzione dei pesi dei mezzi/biciclette nella storia:
http://weightweenies.starbike.com/forum/viewtopic.php?f=14&t=67195
7) LIBRO DEL MESE “Pro Cycling on $10 a Day” di Phil Gaimon
Pubblicazione che attendevo con curiosità. Finalmente, e come sottolinea anche Gaimon, un libro non scritto da ex dopati che vogliono racimolare qualche soldo raccontando le proprie disavventure e fare ancora cassa sullo sport in cui hanno vissuto e con problemi con cui, fino a quel momento, hanno convissuto. Il titolo è eloquente e non è una metafora od una esagerazione, anzi è quasi una “media” dei compensi nei primi anni da pro: per un anno da contratto (da professionista) ha vissuto con assegni (sottolinea, con ironia, regolarmente versati) di 166$/mese. Una descrizione spesso scanzonata (così come il suo blog/sezione su Velonews, LINK ) e altre volte molto seria sulle difficoltà e tutta la fatica, impegno, frustrazioni e dedizione che ha portato un adolescente “obeso e nerd” a diventare in breve tempo un atleta di rilievo nel panorama continentale. Racconto molto vivido e sempre pungente sulle vicissitudini (es. dover dormire in motel sgangherati, “scambiarsi” vicendevolmente divani e condividere appartamenti con altri atleti, non aver supporto da alcune squadre e team), gioie e scontri che avvengono in un ambiente dinamico e particolarmente agonistico (sono pro) e in cui spesso prevale la legge del “mors tua vita mea”. Vengono sottolineati buoni e cattivi esempi, con tanto di nomi. Il più citato, in negativo, è certamente Mancebo, che dopo l’Operation Puerto è sbarcato in USA, vincendo parecchio e continuando quanto era solito fare prima della squalifica, a dire di Gaimon. E’ quindi assente ogni “glamour”, lusso o sfarzo ed è anzi sempre e costantemente sottolineata la difficoltà di mettersi in evidenza, centrare obiettivi stagionali, allenarsi, riuscire a recuperare da malattie ed incidenti, muoversi come nomadi tra una parte dell’America e l’altra -con numerosi e lunghissimi viaggi in auto, per risparmiare qualche $- e nel contempo sopravvivere, letteralmente, con stipendi risicati e premi vittoria da condividere. E magari, sempre in questo vorticoso calderone di viaggi, allenamenti, gare e fatica…cercare, come nel caso dell’autore, di completare una carriere universitaria. Sono però, per compensazione, evidenziati momenti gioiosi, scherzi (molte volte pesanti) e cameratismo tra compagni di team quando tra essi c’è armonia e non ci si scontra su gelosie e ripicche. Altro aspetto che emerge, ma è anche una difficoltà comune ad alcuni/altri team minori continental, è il notevole disagio e complessità nella gestione economica delle squafre con budget raffazzonati, contratti siglati senza coperture finanziare, team manager che “arrotondano” vendendo sotto banco (e trattenendo per sé) quanto fornito dagli sponsor, ecc…ecc…
Apprezzabile sia lo stile che la schiettezza, non è stato scritto da un “ghost writer” ma da Gaimon stesso, durante l’arco della sua carriera. Ho, personalmente, trovato molto interessanti le parti in cui menziona Tucson e gli allenamenti lì svolti perché ho avuto l’opportunità e fortuna di poter essere lì quest’inverno proprio nel periodo in cui molti atleti si spostano in tale area. E’ infatti una, se non LA, meta prediletta da squadre pro e continental americane per la preparazione invernale potendo beneficiare sia di un clima desertico decisamente gradevole (20-25°C di giorno, a gennaio) che di una lunga salita (36Km, Mt. Lemmon) su cui allenarsi.
Il libro è molto scorrevole anche perché la successione cronologica di eventi e fatti è spezzettata in brevi sotto capitoli, quasi come un diario. Libro quindi decisamente consigliato perché molto “brillante” (emerge già dal suo blog), diretto e vivo, realistico, senza mancare di ironia e rimanendo “pungente” su tematiche e argomenti anche scottanti. Non risulta mai scontato o banale.
8) CITAZIONE
“[Cycling is a] SOCIALISTIC SPORT, EVERYONE WANTS SOMETHING FOR FREE…” (Anonimo su Wattage)
—
Dott. Massa Roberto
operatore sportivo, allenatore, preparatore atletico, coach
Laureato in Scienze Motorie – Sport & personal trainer
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