Sono i giorni successivi alla confessione (parziale?) di Ryder Hesjedal di aver assunto doping nella prima parte della sua carriera e le reazioni non si fanno mancare.
Tra le solite litanie del “sono tutti dopati” fanno eccezione le dichiarazioni molto nette di François Parisien, corridore canadese (del Québec, meglio specificare -ndr-) in forza alla Argos-Shimano (che la prossima stagione non si chiamerà più così -ndr-):
“Personalmente non gli credo per niente, allo stesso modo di Michael Berry ha detto di aver smesso di assumere doping 10 anni fa, nel 2006…non gli credo per niente. Sono tizi che hanno mentito per 10 anni e che hanno deciso di confessare l’uso del doping dopo essere stati messi con la faccia al muro“.
François Parisien ha probabilmente i motivi per non mandare giù il rospo facilmente, ed il perché non è tanto difficile da capire. Hesjedal è il secondo canadese a confessare l’uso di doping in seguito alla denuncia di altri corridori e tutti e due facevano parte della squadra olimpica canadese alle olimpiadi del 2008 a Pechino.
Parisien era la prima riserva ai giochi di Pechino. Ed ora afferma che il suo sogno olimpico gli è stato rubato da due truffatori.
“Mi manda fuori di testa, voglio dire…sento un disgusto profondo, e sono veramente frustrato. Sono degli imbroglioni che hanno influenzato una buona parte della mia carriera ed a cui ho dovuto sottostare fin da quando era ragazzino“.
“Non c’è modo di tornare indietro, ma penso che sia qualcosa che devo digerire e con cui dovrò continuare a vivere. Ormai è fatta e non si può tornare indietro in una carriera ciclistica. Quello che è stato rubato non torna più“.
La conclusione amara di Parisien è: “spero un giorno di incrociare Hesjedal e dirgli almeno cosa penso veramente di lui“.
Quanti Parisien ci sono in gruppo?
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