Archiviate Paris-Nice e Tirreno-Adriatico si può fare un piccolo bilancio di questo inizio di stagione ciclistica, prima di entrare nel vivo della stagione delle classiche con Milano-Sanremo e poi tutta la campagna del nord.
Quello che salta agli occhi è per ora la superiorità del Team UAE-Emirates e della Visma-Lease a Bike. Queste due squadre non solo sono quelle che hanno collezionato la maggior parte delle vittorie stagionali, ben 15 per la squadra olandese e 13 per la squadra degli Emirati, ma anche per il peso di queste vittorie e per la varietà d corridori con cui le hanno ottenute.
Il Team UAE ha collezionato 13 vittorie stagionali, aprendo il contatore con il nuovo giovanissimo talento messicano Isaac del Toro al Tour Down Under, dove ha piazzato una vittoria con una sparata pazzesca. Poi vittorie in Spagna e Oman con Brandon McNulty e Finn Fisher-Black, quest’ultimo giunto ormai a maturazione a soli 22 anni e dopo già 2 da pro, e pronto per fare risultati. Quindi Adam Yates, che si è portato a casa tappa e generale sempre in Oman; poi Ayuso ed Hirschi in Francia come antipasto alla per ora unica apparizione di Tadej Pogačar, il quale però è appunto apparso brevemente al resto del gruppo prima di involarsi nella più lunga fuga vincente in epoca World Tour alla Strade Bianche. Quindi la super-prestazione di Ayuso alla cronometro della Tirreno, dove ha infilato Pippo Ganna, ed il coronamento al discorso con la vittoria alla cronosquadre alla Paris-Nice.
Le vittorie non dicono tutto come sempre, e quindi basti ricordare i piazzamenti, con il 3° posto in generale di Del Toro al Down Under; il 3° gradino del podio di McNulty alla Paris-Nice; il 2° posto di Ayuso alla Tirreno-Adriatico, ma anche il 3° posto al Trofeo Laigueglia, nonostante dei problemi. E perché no, il 2° posto di Nils Politt alla Omloop e quello di Morgado al Samyn,, ed il 4° di Del Toro alla Tirreno-Adriatico, a 30″ da un ben più stagionato Jai Hindley.
Il tutto quindi a ricordare quanta profondità abbia la rosa della squadra degli Emirati, che ha vinto metà delle gare stagionali con 7 corridori diversi, tra i quali il solo Yates supera i 25 anni di età.
Sulla strada della UAE il grosso ostacolo è stata prevalentemente la Visma-Lease a Bike, con le sue 15 vittorie stagionali ottenute da 5 corridori diversi. Se buona parte di queste vittorie si devono agli sprint vincenti di Olav Kooj, la gran parte sono state assicurate dallo strapotere in salita di Jonas Vingegaard, che ha spazzato la concorrenza al O Gran Camiño, vincendo 4 tappe su 5, e tutte le varie classifiche; per poi far piazza pulita alla Tirreno-Adriatico quando la strada ha cominciato a salire, vincendo 2 tappe e la generale, oltre che la classifica scalatori. Wout van Aert ha battuto un paio di colpi, in Portogallo alla Volta ao Algarve e poi alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne. Tratnik ha completato il discorso classiche pavé con la vittoria alla Omloop.
Da notare che in queste classiche di “riscaldamento” alla campagna del nord la Visma ha piazzato anche 3° van Aert e 5° Laporte alla Omloop; e 4° Laporte alla KBK (dove 2° è arrivato Tim Wellens della UAE).
Quindi la vittoria alla Paris-Nice di Matteo Jorgenson, che lasciata la Movistar ha subito trovato la quadra per andare a vincere. Senza grandi acuti, ma seguendo con intelligenza tattica gli uomini giusti al momento giusto, che fossero il vecchio amico delle giovanili McNulty o Remco Evenepoel in cerca di riscatto all’ultima tappa.
Alla Paris-Nice la Visma ha piazzato anche Keldermann 8° a 1″ da Bernal, e Uijtdebroeks 7° alla Tirreno.
Anche qui si vede come la Visma abbia una varietà di opzioni incredibile, in particolare nelle corse a tappe, dove “seconde scelte” come Jorgenson e Ujitdebroeks possono comunque giocarsi la classifica (e vincerla) davanti ai capitani delle altre squadre.
La Visma ha il vantaggio di essere iper-attrezzata anche per le classiche con protagonisti assicurati come van Aert, Laporte e pure Tratnik, che a 34 anni sembra pure lui aver trovato nella Visma l’equilibrio giusto per poter togliersi svariate soddisfazioni. Inoltre la squadra olandese può contare anche su uno degli sprinter più forti del momento, con Kooij. Sprint di gruppo che invece non sono il piatto forte della UAE, che può fondamentalmente contare sul solo Hodeg.
Detto tutto questo è facile vedere come per il proseguo della stagione le cose non possono che girare ancora in maniera più netta in favore di queste due squadre, per la Visma con un vantaggio nelle classiche del nord, per la UAE invece il vantaggio sarà più per le Ardenne, e poi probabilmente a dipendenza del genio di Pogačar, dalla Sanremo alla Liegi.
Appena la stagione proporrà le corse a tappe primaverili e poi i GT Visma e UAE saranno evidentemente la squadre da battere.
Ed il resto del mondo?
Ottime cose come sempre fa la Soudal del bisbetico indomato Lefevère, in particolare col suo tocco magico per gli sprinter: quest’anno Tim Merlier ha già incamerato 5 vittorie, più due del super-giovane Paul Magnier (in coppia con Luke Lamperti). Mentre per gli “ex” del Wolfpack le cose si complicano sempre, come si vede dall’inizio di stagione stentato di Fabio Jakobsen, o da quello incoraggiante, ma a secco di vittorie di Sam Bennett. Il resto riposa sulle ampie spalle di Remco Evenepoel, che tra un’intemperanza ed un gossip e l’altro sulla sua divisività ha comunque fatto centro in 2 gare su 3, vincendo la modesta Figuiera Classic, la Volta ao Algarve, ed arrivando 2° alla Paris-Nice, con qualche increspatura a livello tattico ed un (bel) po’ di sfortuna nella cronosquadre, che col senno dei 30″ presi da Jorgenson poi fanno capire perché la cosa lo abbia infastidito.
Nel frattempo la compagine in supporto di capitan Remco sembra migliorare, con un sempre più maturo Van Wilder, i solidi Jan Hirt e Mauri Vansenvenant ed ottimi segnali anche dai giovani come William Lecerf Jr. Quello che sembra essere sempre in cerca della luce è il comparto classiche, con Alaphilippe, Asgreen e Moscon che per ora sembrano piuttosto opachi.
Grande cilindrata per il motore della Bora-Hansgrohe, ma per ora necessita di una revisione per far funzionare con tutti i cilindri a pieno regime. Daniel Felipe Martinez si direbbe il migliore al momento. Vlasov e Hindley rimangono sui loro livelli. Ottimi i comprimari come Kämna e Zwiehoff. Tra i migliori per gli sprint Sam Welsford. Manca all’appello Primoz Roglic, che alla Paris-Nice ha mostrato un po’ poca brillantezza, sia fisica che tattica.
In ogni caso la Bora sembra l’unica squadra in grado di rompere qualche uova nel paniere per le corse a tappe e qualche classica a UAE e Visma, oltre all’elettrone Evenepoel.
Qualche gradino sotto, ottimi segnali dalla Decathlon-AG2r, che ha raccolto 4 vittorie grazie a Ben O’Connor e Benoît Cosnefroy, ma è stata capace di raccogliere un bel bottino di punti grazie a svariati corridori, dagli scalatori Paret-Peintre, Tronchon e Gall, agli uomini tuttofare come Naesen e Vendrame.
Può sorridere in parte la Groupama, che ha trovato due gemme in Lenny Martinez (vittorie a classica di Var e Laigueglia) e il neozelandese Pithie, rispettivamente 20 e 21 anni. In parte perché entrambi sono in scadenza di contratto a fine stagione, con Martinez che pare abbia già mezza maglia della Bahrain sulle spalle, mentre per Pithie non si sa. E poi c’è il solito Gaudu che in questo inizio di stagione sembra tutto tranne che competitivo contro un supercompetitivo parterre di concorrenti. Speriamo in un rinnovato e pronto contributo di Stefan Küng, che purtroppo ha recentemente dovuto affrontare la perdita del secondo figlio che stava aspettando con la moglie.
Sentimenti misti anche per la Ineos, che ora si ritrova a dover rincorrere. Ottime notizie arrivano da Egan Bernal, che sembra ritrovarsi giorno dopo giorno. Mentre giorno dopo giorno si conferma il talento di Joshua Tarling. Meno bene Tom Pidcock, e non granché brillante Carlos Rodriguez, cosi come Geraint Thomas. Forse ci si aspettava qualcosa di meglio da Tobias Foss e AJ August. Ad ogni modo la Ineos è in palese fase di ricostruzione, infarcita di giovanissimi per cui ci sarà da attendere.
Ottima invece la Lidl-Trek, che ha già collezionato 12 vittorie, in gran parte merito di Mads Pedersen e Jonathan Milan e che sembra pronta anche per far bene nelle classiche (anche con uno Skujins in gran palla). E poi può contare su uno Skjelmose solidissimo ed ora sempre tra i migliori. In attesa di Geoghegan-Hart e Verona.
Tra le pro conti da segnalare le ottime Lotto-Dstny, che ha raccolto ben 7 vittorie, tra cui la generale all’UAE Tour con van Eetvelt, 22enne di sicuro talento. Vittoria anche di Maxim van Gils, anche se conta niente visto che si tratta della crono accorciata di meno di 5km alla Vuelta Andalucia, ma il 24enne belga ha anche centrato il 3° posto alla Strade Bianche ed il 3° alla Faun Drôme a pochi secondi dietro il duo UAE Hirschi-Ayuso. Ed in generale è un corridore che continua a fare piazzamenti e “girare attorno” al risultato di svolta da tempo e con grande costanza. Quindi un corridore da tenere d’occhio e che potrebbe essere molto appetibile per grosse squadre (ed infatti la Soudal pare li abbia nel mirino).
Ad ogni modo la Lotto è 4^in classifica UCI al momento. E Arnaud De Lie deve ancora scaldare il motore.
Ottima anche la Tudor, che ha centrato la vittoria di prestigio con Arvid De Kleijn, il quale ha anche collezionato ben 4 secondi posti sempre dietro Tim Merlier ad Alula e UAE Tour. Bene anche Mayrhofer e Trentin aspettando il contributo di Dainese e Storer. A sottolineare l’ottima gestione Cancellara ed il buon momento della squadra svizzera il 17° posto in classifica UCI, davanti a Bahrain, Cofidis, Astana, Alpecin, Uno-X, Total e Israel tra gli altri. Se il passo dovesse continuare ad essere questo può sperare in un posticino al Tour.
Nel complesso un inizio di stagione scoppiettante non solo per i soliti show delle superstar, ma anche per un livello generale che continua a salire in ogni comparto, anche se la strategia di puntare (e pagare bei soldi per) sui migliori e più poliedrici giovanissimi rende le squadre più ricche dei veri assi pigliatutto.
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