Dal 1° marzo 2019 l’uso in competizione del tramadolo, potente analgesico, sarà bandito in tutte le discipline UCI. Le ragioni sono “mediche” e l’UCI ha comunicato anche le relative penalità per chi verrà trovato positivo a questa sostanza.
Il tramadolo, è un analgesico di cui si parla da molto tempo, e di cui si vocifera da tempo un abuso da parte dei corridori. Secondo un programma di monitoraggio della WADA nel 2017 il 4,4% dei test in-competizione dei ciclisti è risultato positivo a questa sostanza. Mentre tra i test su campioni di urine dei 35 sport olimpici, il 68% apparteneva a ciclisti.
Le motivazioni mediche del vietare l’uso del tramadolo sono relative agli effetti collaterali, che possono essere nausea, giramenti e perdita di concentrazione, che da tempo sono considerati causa di molte cadute in gruppo. Oltre a questi vi è anche il rischio di una dipendenza dalla sostanza.
Dal 1° marzo verranno condotti test sui campioni di sangue di atleti impegnati nella gare in calendario, sia nazionali che internazionali. I test saranno condotti in-competizione, ma non esclusivamente al termine delle gare. In caso di presenza nel sangue di tramadolo si tratterà di una positività, senza soglia minima. Il tempo per eseguire le analisi sul campione sarà di 4-5 giorni.
In caso di positività l’atleta sarà squalificato dall’evento e multato di 5000CHF in caso di affiliazione della sua squadra all’UCI. Negli altri casi sarà di 1000CHF. Alla seconda positività seguirà oltre alla squalifica dall’evento anche una sospensione di 5 mesi. Alla terza positività scatterà una sospensione di 9 mesi.
Nel caso di due atleti positivi della stessa squadra affiliata UCI siano testati positivi in un periodo di 12 mesi la squadra stessa sarà multata di 10.000CHF. In caso di una infrazione successiva nel periodo di 12 mesi la squadra sarà sospesa per un periodo da 1 a 2 mesi, determinati dalla commissione disciplinare UCI.
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