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Un positivo alla GFNY

Un atleta trovato dopato ad una granfondo non è certamente una notizia che possa sconvolgere qualcuno, ma merita un plauso l’atteggiamento degli organizzatori della granfondo in questione. Nello specifico si tratta della Granfondo New York (GFNY), che ha emanato un comunicato stampa con cui fanno sapere a tutti il nome di questo “amatore”: Manuel Serrano Plowells, messicano di Garza Garcia, che si è piazzato ben 258° su 2705 finishers (a 1h e 3″ dal vincitore) facendo uso di EPO, sostanza a cui è stato trovato positivo durante un controllo fuori competizione prima della suddetta granfondo, il 21 Maggio scorso. E ci mettono pure la foto:

Plowells ha ammesso l’uso dell’EPO ed è stato squalificato a vita dal circuito GFNY.

Il CEO della GFNY, Uli Fluhme ha dichiarato: “L’idea è semplice: non puoi sapere chi bara se non fai i controlli antidoping. E purtroppo molte gare non fanno test sufficienti, o non li fanno proprio. Non permettiamo tagli di percorso, quindi non vedo perché dovremmo girarci dall’altra parte quando si tratta di doping. Chi corre la GFNY si allena duramente per la gara, quindi merita una competizione leale. Gli dobbiamo dei controlli, anche se ci costano più di 10.000 dollari l’anno. Non controllare gli atleti è la peggior decisione che il direttore di una corsa possa fare perché obbliga tutti a prendere droghe per cercare di combattere ad armi pari.”
Che ci sia qualcuno (o addirittura “tutti”) che si senta “obbligato” a prendere droghe per correre ad armi pari è una cosa su cui si potrebbe opinare, ma è anche vero che il senso di una gara per cui ci si mette un pettorale addosso e si investe in ore di allenamento e soldi per partecipare non ha solo il proprio senso nel fare la “gara con se stessi”. Ha senso nel confrontarsi con gli altri. Alla pari, non sperando che il vicino in griglia abbia preso meno unità di EPO di te…
La GFNY ci ricorda anche che in 6 anni di vita ha trovato positivi solo 5 corridori, facendone nomi e cognomi:  nel 2012 David Anthony (USA) e Gabriele Guarini (ITA) positivi all’EPO dopo aver vinto le rispettive categorie di età. Nel 2015 il primo assoluto, Oscar Tovar (Colombia), positivo al testosterone, e sempre lo stesso anno e per la stessa sostanza, la compatriota colombiana Yamile Lugo, terza assoluta femminile.
Interessante sapere che questi atleti non solo dovranno rimborsare il costo del test antidoping, ma anche i danni d’immagine alla granfondo, e se fanno parte di una squadra in solido con la squadra.
Ancora più interessante sapere che nessun corridore bannato dalle competizioni dalla WADA può partecipare ad un evento GFNY, e che dopo la fine della squalifica può partecipare, ma dovendo partire dal fondo del gruppo senza che gli venga preso il tempo e senza che venga messo in classifica. Questo nell’ottica di una “reintegrazione sociale”. Vari atleti hanno partecipato negli anni agli eventi GFNY in questa modalità.
Forse queste misure non saranno la panacea a tutti i mali, ma quantomeno dimostrano un’attenzione reale verso alcune problematiche, compresa quella dei motorini elettrici, per cui fanno controlli casuali. Insomma, meglio che niente, e soprattutto meglio che tollerare ammiraglie, radioline, non fare del tutto controlli antidoping magnificando pure vincitori dopati conclamati, o invitare dubbi personaggi in griglia.
E questo paga, proprio in termini economici, al contrario di quanto alcuni organizzatori pensano, dato che il circuito GFNY è in espansione e conta ormai circa 15 eventi l’anno in tutto il mondo.
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Pubblicato da
Piergiorgio Sbrissa

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