Se ne discute da anni del limite di peso minimo per le bici stabilito dall’UCI. Al momento, come noto, la sacra soglia è fissata a 6,8kg. Soglia di interesse reale pressoché nullo per gli amatori, che possono utilizzare bici di qualunque peso in granfondo e manifestazioni varie, ma di grande interesse per il mondo professionistico, e quindi l’interesse commerciale che ne deriva, ovvero la possibilità per le aziende di ampliare gli orizzonti della progettazione e della loro proposta.
In questi giorni si sono svolti ad Eurobike, ormai diventata la fiera delle e-bike, gli incontri della federazione dei produttori di articoli sportivi (WSGF), la quale si è riunita per discutere nel proprio comitato tecnico delle innovazioni tecniche da proporre al vaglio dell’UCI.
Tra queste c’è la riduzione del peso limite per le bici, che, secondo alcuni rumors, dovrebbe abbassarsi a 6,5kg.
Innovazione storica. O no? In realtà questo abbassamento di peso non pare essere poi grande cosa. 300gr sono facilmente “limabili” grazie alla componentistica già disponibile, senza andare a riprogettare i telai, che ormai veleggiano (letteralmente) attorno ai 700gr.
Ma soprattutto: ha senso abbassare il limite proprio ora? La domanda pare sia venuta spontanea ai produttori stessi, nel bel mezzo del lungo tentativo di promuovere i freni a disco. La riduzione del peso a 6,5kg infatti sarebbe una proposta “contenuta” proprio per evitare di penalizzare troppo le bici con freni a disco, che raggiungono nei casi migliori (e più costosi) il limite dei 6,8kg, ma molto difficilmente meno.
Una riduzione di peso che farebbe ritornare i telai Rim piuttosto appetibili, in particolare perché i professionisti, a meno di imposizioni di sponsor, difficilmente sceglierebbero le versioni disc pesanti un mezzo kilo di più.
Insomma, il momento non parrebbe essere dei più indicati per questa mossa, che rischierebbe di essere un altro bastone nei raggi delle soluzioni disco.
Soluzione disco che in realtà sta probabilmente scontrandosi non tanto con una reticenza basata su questioni tecniche, ma piuttosto “culturali”, infatti è proprio il peso uno dei parametri capitali da sempre nel mondo del ciclismo: da che mondo è mondo il peso di una bici è ciò che definisce una bici, cosi come i vari componenti.
Dopo una ricerca secolare nel campo della riduzione di peso, con punte di follia che nel nostro forum abbiamo da tempo denominato “grammomania”, negli ultimi anni, proprio anche a causa del limite UCI, l’attenzione delle aziende si è spostata verso soluzioni che sono andate piuttosto alla ricerca di altri aspetti, come l’aerodinamica ed il comfort, soprattutto ad uso e consumo dei principianti e della facilità di utilizzo.
Ecco quindi che i cerchi delle ruote si sono andati via via allargandosi dai 15C ai 17C, cosi come la sezione dei pneumatici, che negli ultimi 5 anni ha visto la transizione dallo standard 23mm a quello 25mm. Alla comparsa dei tubeless, sino alle generose forme dei telai aero e degli orpelli ammortizzanti delle bici endurance. Senza contare i misuratori di potenza che ormai sono diventati parte integrante della bici e non semplici accessori.
Il tutto con grande scorno di chi vede nella bici da corsa, un mezzo….da corsa, quindi per gareggiare (o quasi) e non per mettere in sella amatori di mezza età dediti a qualcosa di più simile al cicloturismo che altro. A torto ovviamente, visto che il 90% del mercato non è certo rappresentato da agonisti super allenati o da “amatori evoluti” simil-pro, ma il ciclismo è allo stesso tempo anche retorica al 90%, con tutto l’accompagnamento di machismo da 53×11, sudore, fatica, dolore, etc.etc…
In attesa quindi di vedere se si avrà questa riduzione di peso, possiamo quindi sperare in un cambiamento di atteggiamento che forse potrebbe essere più produttivo per tutto l’ambiente: in primis la rettifica della regola del 3:1, ovvero della regola che ora impone che le tubazioni non eccedano il rapporto di 3 volte la lunghezza rispetto la larghezza.
Questo potrebbe portare ad interessanti sviluppi, quantomeno in termini di design. E poi all’implementazione di una regola sul peso minimo non per tutta la bici intera, ma per i singoli componenti. Questo potrebbe avere anche maggior senso rispetto la ragione di base di questi limiti, ovvero la sicurezza, che potrebbe cosi essere ottimizzata in base al singolo componente, evitando di avere sbilanciamenti a favore di un componente o un altro (oggi niente vieta ad un pro di usare un telaio da 1,5kg e ruote da 400gr in teoria).
E voi cosa ne pensate?