Vincenzo Nibali ha annunciato il suo ritiro

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Senza grandi sorprese, Vincenzo Nibali ha annunciato ieri che questo sarà il suo ultimo Giro d’Italia e che a fine stagione si ritirerà dal ciclismo professionistico.

Nibali compirà 38 anni il prossimo novembre, e nonostante la sua ultima vittoria (una tappa e la classifica generale del Giro di Sicilia) risalga solo all’ottobre scorso, per il siciliano è venuto il momento di appendere la bicicletta al chiodo.

Persona intelligente, ma forse non abbastanza istrione per essere amato dal grande pubblico come altri personaggi, Nibali vanta una bacheca (chiedere a Roglic) tra le più ricche della storia del ciclismo, che lo pone tra i grandi di questo sport: 54 vittorie in carriera tra cui spiccano 2 Giri d’Italia (2013, 2016) con 7 tappe vinte; un Tour de France (2014) con 6 tappe vinte; una Vuelta España (2010) con 2 tappe vinte (uno dei soli 7 corridori della storia ad aver vinto tutti e tre i GT); 2 Lombardia (2015, 2017); una Milano-Sanremo (2018); 2 volte campione nazionale su strada, 2 Tirreno-Adriatico. Ricordiamo inoltre i piazzamenti che ne danno la dimensione di continuità e costanza: due volte 2° e due volte 3° al Giro; una volta 3° al Tour; due volte 2° alla Vuelta (di cui una dietro Chris Horner che fa venire il groppo in gola); una volta 3° alla Sanremo; una volta 2° alla Liegi (dietro Maxim Iglinsky, per il quale la Liegi è stata la penultima vittoria in carriera prima della squalifica per EPO che ne ha chiuso la carriera) ; una volta 2° al Lombardia.

Un palmarés che pone Nibali poco dietro Felice Gimondi per numero di vittorie e loro qualità, il quale fu protagonista tra il 1965 ed il 1979, e di cui Nibali può essere considerato l’erede comparabile nella storia del ciclismo italiano.

La stagione 2022 sarà quindi l’ultima per tre grandi del ciclismo: Nibali, Alejandro Valverde e Philippe Gilbert.

Un augurio di ottimo proseguimento per tutti e tre ed un grazie da ogni appassionato di ciclismo.

Commenti

  1. Bravo , bel corridore ottimo atleta …… una sola cosa non mi piace " ho dato tanto al ciclismo …….. tanti sacrifici…." , questa retorica del sacrificio da parte di persone che in realta' di lavoro fanno cio' per cui sono ( o almeno erano) appassionati non mi va giu'. I sacrifici li fanno altri , che non vivono in paradisi fiscali , e che inghiottono rospi ogni giorno per tirare a campare.
  2. EZIO61:

    Bravo , bel corridore ottimo atleta …… una sola cosa non mi piace " ho dato tanto al ciclismo …….. tanti sacrifici…." , questa retorica del sacrificio da parte di persone che in realta' di lavoro fanno cio' per cui sono ( o almeno erano) appassionati non mi va giu'. I sacrifici li fanno altri , che non vivono in paradisi fiscali , e che inghiottono rospi ogni giorno per tirare a campare.
    Discorso abbastanza qualunquista, fare il ciclista richiede rinunce, soprattutto da ragazzi, a cui non molti sono disposti.
  3. bianco70:

    Tu avresti rinunciato ad uscire con gli amici la sera, a mangiare un poco quello che avevi voglia di mangiare, ad andare in vacanza quando ci vanno i tuoi coetanei, ad essere a casa e vedere crescere i tuoi figli ecc?
    Con questo non sto dicendo che fare il ciclista sia una vita terribile, resta comunque una scelta che implica parecchie rinunce, e non solo da parte del ciclista stesso.
    Personalmente ho operato delle scelte ( assimilabili a quelle che Tu chiami rinunce) e continuo ad attuarle per motivi diversi dal primeggiare o fare del ciclismo la mia professione ( non avrei cmq avuto i numeri e nemmeno la possibilita' per accadimenti vari) tuttavia per motivazioni per me importanti. Per questo non le ho mai sentite e non le sento come rinunce. Sono scelte.
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