Vingegaard schianta tutti e consolida la maglia gialla

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Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) ha vinto la cronometro di 22km tra Passy e Combloux. L’impressionante danese ha battuto il suo rivale Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) sul traguardo con 1’38” e ha allungato il suo vantaggio nella classifica generale.

Unici dominatori di questa cronometro Vingegaard e Pogacar hanno relegato quasi tutti gli altri a più di tre minuti. I due uomini sono arrivati primi e secondi a ogni punto intermedio, con Vingegaard davanti a Pogacar in ogni occasione. Terzo un fenomenale Wout van Aert in una cronometro non certo favorevole alle sue caratteristiche, comunque a +2’51” dal compagno di squadra, ma “primo dei normali” come ha detto lui stesso dopo il traguardo.

Tra gli altri favoriti, Pello Bilbao (Bahrain Victorious) 4° a +2’55”, Simon Yates (Jayco AlUla)  5° a +2’58”, e Adam Yates (UAE Team Emirates), 7° a +3’12” sono stati i migliori della giornata.
Grazie alla sua buona prestazione Adam Yates conquista il 3° posto in classifica generale davanti a Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers), un po’ meno a suo agio (12° a +3’36”) nella crono odierna. Lo spagnolo è ora quarto, a cinque secondi dal podio.

Chiaramente poco contento Tadej Pogačar, che ha detto di “non aver vissuto al miglior giornata”, ma che ha anche aggiunto che il Tour non è chiuso, promettendo battaglia.

Abbastanza curiose le dichiarazioni di Vingegaard nel dopo tappa, quasi a giustificarsi per la prestazione monstre: “Non so come spiegarlo, ho sentito subito che stavo vivendo una giornata incredibile. Stavo facendo watt molto alti anche quando mi risparmiavo, ho persino pensato che il mio PM fosse rotto“.

Commenti

  1. sembola:

    Il problema è che l'auspicio (che non raccontino balle) contrasta con l'interesse (creare la controversia per vendere). Del resto non è una novità, l'aforisma per cui non si deve mai lasciare che la verità rovini una bella storia è stato coniato da Mark Twain.
    Senza scomodare Twain, basta citare il clickbait per capire il perché le testate online scrivono articoli palesemente sensazionalistici.
  2. longjnes:

    per analogia mi domanderei anche perche un paese come l'italia in cui il ciclismo è radicato non riesce più a sfornare motori buoni. pensare che nel mondo amatoriale non andiamo cosi male nei primi 15 alla Oetztaler c'erano ben 7 italiani. quindi vuol dire che il movimento è buono. certo le giovanili fanno fatica appese sempre più alla passione di patron oramai 70enni e 80enni. ma sembra impossibile che con la quantità di ciclisti in italia non siamo in grado di sfornare una presenza decente tra i pro.
    i motori sicuramente ci sono, ma nella stragrandissima maggioranza dei casi anzichè fare i ciclisti fanno i medici, agricoltori, ingegneri, camionisti eccetera :))):

    del resto intraprendere la strada del ciclismo professionistico da ben poche garanzie a fronte di molti sacrifici, visto che in italia non solo non abbiamo giovanili di livello, ma soprattutto non abbiamo squadre wt
  3. longjnes:

    pensare che nel mondo amatoriale non andiamo cosi male nei primi 15 alla Oetztaler c'erano ben 7 italiani. quindi vuol dire che il movimento è buono. certo le giovanili fanno fatica appese sempre più alla passione di patron oramai 70enni e 80enni.
    proprio per quello che hai scritto.
    A parte che definire la qualitá del movimento dagli arrivi alla oetztaler, o da qualsiasi altra granfondo, amatoriale, é fuorviante, visto che sono signori che dal ciclismo agonistico vero, cioé quello di cui si sta parlando sono fuori, o mai entrati o usciti, e generalmente anche non piú di primo pelo, ma le giovanili fanno fatica e sono appese alla passione di alcuni, perché girani pochi soldi, cosa che invece non avviene nelle gran fondo, amatoriali.

    Non confondiamo i due mondi, agonistico da cui iniziano i giovani che diventeranno pro, ed amatoriale
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