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Dal 1920, a Monza, si fabbricano biciclette col nome Casati. Una saga familiare che non ha avuto interruzioni: 4 generazioni che si sono succedute nella costruzione e gestione di questo marchio.
Oggi sono Massimo e Luca che si alternano nell’ideazione, costruzione e amministrazione. Ieri era papà Gianni e prima ancora nonno Pietro, che, caso raro nell’ambiente, non ha fatto nessun apprendistato presso grandi fabbriche, ma essendo fabbro ha cominciato ad aggiustare qualche bicicletta, fino ad appassionarsene tanto da cominciare a costruirne. Pensando anche a delle soluzioni innovative, come il plasmare con torcia e puntone il tubo sterzo per “integrare” la serie sterzo…e questo già 60 anni fa.
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Oggi nell’officina di Monza si respira ancora quell’aria di tradizione, anche se i Casati non sono per niente dei nostalgici. Anzi.
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La loro produzione oggi è composta per un 60% di carbonio e 40 di acciaio. Il comun denominatore è il su-misura e la possibilità di personalizzare utilizzando se possibile solo materiale italiano.
Per fare questo in Casati utilizzano la tecnica della fasciatura per il carbonio, utilizzando un misto di tubazioni deda e dei tubi custom prodotti su specifiche Casati da un terzista emiliano che produce carbonio per diversi settori, principalmente automotive.
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I tubi in carbonio vengono tagliati a misura, sgolati e puntati sulla maschera con la colla epossidica. A questo punto i telai vengono spediti alla stessa azienda che fornisce i tubi custom dove vengono applicate le fasciature ed effettuato l’ultimo passaggio in autoclave.
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I telai tornano quindi a Monza dove vengono rifiniti (passaggi cavi, busssole varie, carteggiatura, etc.) per poi essere inviati infine al verniciatore (il noto Dossena di Milano).
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Interamente nell’officina di Monza vengono realizzati invece i telai in acciaio. Acciaio che qui viene lavorato con la tecnica che è uno dei marchi di fabbrica di Casati: il fillet brazed.
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Il tig è stato usato solo durante gli anni ’80/’90 per l’alluminio (completamente senza domanda oggi), ma mai per l’acciaio. Per Casati è una questione di tradizione e di convinzione, dato che la loro immagine è spesso associata alle saldature “invisibili” permesse dal fillet brazed utilizzato anche per l’inox. Ovviamente restano disponibili i classici telai a congiunzioni.
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Congiunzioni che sono ancora quelle prodotte dalla italiana Microfusione, fallita da tempo, ma di cui in Casati conservano uno stock che gli consente di andare incontro a tutte le richieste. Almeno per ora.
I telai a congiunzioni sono due, con diametri dei tubi diversi per proporre due tipologie di telai, una totalmente classica ed una un po’ più “moderna” con tubazioni maggiorate.
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La perizia della lavorazione e le rifiniture dei telai Casati sono apprezzate da anni. In particolare meritano una menzione il classico cavallo di battaglia, il Laser, ed il nuovo Espresso, con dei forcellini disegnati da Luca Casati e dei pendenti custom prodotti appositamente per loro da Columbus. Pendenti che replicano come forme gli stessi custom che vengono usati per il carro dell’Aliena, top di gamma in carbonio. Un interessante ibridazione tra forme uguali e materiali diversi.
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Va notato come questi modelli fillet brazed abbiano tutti i passaggi cavi interni, con degli inviti che vengono saldati internamente, tubo sterzo compreso. Telai che prima di essere verniciati vengono mandati presso un terzista che provvede a trattare ogni telai con cataforesi, in modo che i tubi siano ricoperti di questo fondo applicato per elettrolisi anche all’interno, scongiurando la formazione di ruggine dovuta a condensa o infiltrazioni d’acqua da movimento centrale o reggisella. Reggisella che viene chiuso con l’elegantissima chiusura brevettata Casati. Una soluzione tra le più pulite disponibili e vero marchio di fabbrica Casati.
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Il grosso della produzione Casati pero’ non resta in Italia, dove hanno un mercato marginale e locale, ma vola oltreoceano. In particolare USA, ma soprattutto Giappone, che è il loro mercato principale
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Personale opinione un marchio che propone una produzione cosi’ curata ed equilibrata tra “vecchio e nuovo” (e non con prezzi esagerati) meriterebbe più attenzione anche in patria.
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Un ringraziamento alla famiglia Casati per la disponibilità
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