Houston, Texas. Darren proviene da questa città degli Stati Uniti d’America, un posto che non rimpiange, in particolare per il caldo e l’umidità e per lo stile di vita consumistico e molto avido di risorse, fosse l’aria condizionata ovunque o i giganteschi fuoristrada.
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A sedici anni pero’ i genitori gli danno “un calcio in culo” e lo invitano ad arranggiarsi, come buona norma negli States.
Lui non si tira indietro e comincia a fare diversi lavori che lo porteranno in altri stati della federazione, come nel povero Mississipi, dove vive in un doublewide, le enormi case trasportabili su ruote che noi italici vediamo solo nei film, e fa da custode ad un terreno di 250 ettari dedicato alla produzione di legno da taglio.
Lui in quel periodo pensa a correre in mountainbike e andare su e giù per quei boschi unisce l’utile al dilettevole. Finché un giorno due bracconieri non gli sparano, e lui decide che è meglio cambiare aria.
Nel frattempo si iscrive all’università, Texas A&M, dove consegue la laurea in architettura e per la quale il curriculum prevede un soggiorno nel paese della Belle Arti. Cosi’ si ritrova a Castiglion Fiorentino e dopo pochi mesi decide che di li a 4 anni ci andrà a vivere in pianta stabile.
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D&G. Per mantenersi agli studi, da buon americano lavora, facendo il fabbro. Lavoro che gli fa sviluppare un amore per i metalli. Cosa che gli tornerà utile per il suo primo lavoro da neolaureato per il quale progetta strutture in metallo per negozi di alta moda in giro per il mondo: Dolce&Gabbana, Gucci, etc..e cosi’ viaggia e nel frattempo si costruisce un bagaglio sempre più grande di conoscenze riguardo i vari metalli: Chicago, Parigi, Tokyo, Nickel, Inox, Rame, Titanio, etc..
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The Magic Ride. Un amico gli presta un giorno una Merlin e per lui è una rivelazione: un giro in bici che gli da sensazioni “magiche” per il feeling che questo magico metallo grigio gli da. Si iscrive allo United Bicycle Insitute, la tappa obbligata per ogni telaista di formazione US, e frequenta due corsi sotto la supervisione di due maestri come Jim Kish e Mike De Salvo. Impara a saldare col cannello prima e col Tig poi, ma in testa ha solo il Titanio.
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4. Allo scadere del tempo che si era prefissato, di 4 anni, molla tutto, fidanzata compresa, e si sposta in Italia, nella Castiglion Fiorentino che tanto ama. Si sposa, fa due figlie, mette su casa e laboratorio. In Italia si vive bene, con un’ottima qualità della vita, parole sue, ma lavorare è un casino: burocrazia, tasse…cose note per gli italici, meno per uno del Texas, ma lui si perde nel suo lavoro, che fa piano, con ritmo lento. Non ama “lavorare veloce” come gli hanno insegnato i suoi maestri, ma con perizia da orefice, forse per l’influenza della vicina Arezzo. Oggi fa 30-40 telai l’anno e si dice al limite delle proprie possibilità.
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Completezza. Potrebbe assumere, potrebbe ingrandirsi, potrebbe lavorare di più, più veloce. Ma non è la sua strada. Ad un certo punto lavora più che puo’, come gli hanno insegnato i suoi genitori: “sei il lavoro che fai”. Ma grazie alla moglie si rende conto di essere anche un padre, un marito, un uomo a più dimensioni. E cosi’ negli ultimi anni allenta la pressione, cerca di dedicare il giusto tempo alla famiglia, agli amici, a se stesso.
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Go Ahead. Il suo lavoro pero’ lo ama e lo assorbe sempre. Non si è mai arrivati da nessuna parte, si deve sempre continuare ad imparare. E cosi’ cerca di sviluppare sempre nuove idee, cerca il contatto con gli altri telaisti, cerca il confronto con i propri clienti (“tutti arrivati col passaparola negli anni“) che gli insegnano cose nuove, cose che non conosceva, come i randonneurs con le loro dinamo e portapacchi, i mountainbikers tedeschi coi loro Rohloff, o quelli toscani con le 27,5” (“in nessun altro posto al mondo c’è una richiesta come in Toscana“). E poi nuovi particolari da progettare, nuovi attrezzi da autocostruirsi per fornire sempre più “su-misura”. Un nuovo laboratorio, sempre sotto casa, che si sta costruendo da solo, rispolverando la propria esperienza da fabbro e facendosene una da muratore, dove ci sarà anche doccia e cucina in modo che i suoi clienti (alcuni vengono da molto lontano) possano passare il tempo adeguato per capire, vedere, provare.
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Ed una grande portafinestra davanti a cui posizionare il posto di saldatura con vista sul centro storico di Castiglion Fiorentino.
“Altro che Texas dov’è tutto piatto e non si vede niente”
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