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Visita a POC

POC è un marchio svedese che negli ultimi anni si è fatto apprezzare anche nel mondo delle due ruote, portandovi lo stile “minimal-chic” del design scandinavo: linee epurate, colori tenui e pastello, ma anche una grande attenzione alla sicurezza.

Ho avuto l’occasione di visitarne il quartier generale a Stoccolma. Sgomberiamo subito il campo prevenendo i soliti argomenti: Il marchio è svedese, il design è svedese, la progettazione idem, ma, come per praticamente tutto ormai, la produzione è globalizzata. I vari prodotti, abbigliamento e accessori, sono prodotti in una pletora di paesi, che vanno dalla Cina, al Vietnam, alla Lituania. Quindi la visita si è limitata a conoscere “le teste pensanti” dietro POC, come il fondatore e CEO Stefan Ytterborn.

Stefan è svedese, biondo e passa il metro e novanta abbondante. E’ stato un ottimo sciatore in gioventù, ma anche skater e surfer. Consulente di design, è stato uno degli ideatori della serie PS di Ikea.

L’idea da cui è nata POC è stata quella della preoccupazione per la salute dei propri figli. Stefan ne ha due e sin a piccoli hanno cominciato a fare gare di sci. Il vederli sfrecciare a 70km/h vicino ad alberi con un cappellino di lana in testa lo preoccupava non poco, tanto da rendersi conto che all’epoca l’offerta di protezioni e caschi per bambini era scarsa, o, come oggi secondo lui, incentrata su prodotti di scarsa qualità. Da li l’impegno a disegnare i primi caschi, che diventeranno la linea Pocito.

550.000eu di fatturato il primo anno, che dopo 10 anni, il compleanno si festeggia proprio nel 2016, sono diventati 40 milioni e passa. Ma soprattutto, ad un certo punto il rendersi conto che c’era un altro sport che meritava la  stessa attenzione alla sicurezza dello sci alpino, ovvero il Downhill e il Dirt.

In pochi anni il fatturato di POC è passato dal 95% derivante dal settore ski, al 60-40% odierno, con buone probabilità di un pareggio nell’imminente futuro. “Il Global Warming condiziona il business” ammette tristemente Stefan, che ci racconta di come negli ultimi anni a Stoccolma non siano caduti più di 20cm di neve durante l’inverno.

Un grosso balzo in avanti nel settore ciclo è dovuto soprattutto alla felice sponsorizzazione della Garmin/Cannondale Factory nel settore road, che ha fatto conoscere i prodotti svedesi a tutto il mondo grazie alla incredibile vetrina dei Grand Tours.

Il mantra di Stefan riguardo la mission di POC è:

-Fare il meglio che possiamo

-Salvare possibilmente delle vite

-Ridurre le conseguenze degli infortuni

Frase che si ritrova persino scritta sui muri della sede.

Ed ovviamente la qualità, che sta alla base del tutto. Stefan, che non è uno che ama i giri di parole, chiarifica il concetto: “Potremmo fare una linea di bassa gamma ed aumentare il fatturato esponenzialmente, puntando ai grandi numeri. Basterebbe fare un casco di media qualità per il 50enne che la Domenica si crede Lance Armstrong, e che invece è solo un Fat Bastard (sic). Ma non lo faremo mai, continueremo a proporre la massima qualità per la massima sicurezza senza scendere a compromessi. Come per i bambini: è pazzesco che ci siano genitori che vogliano risparmiare sulla sicurezza dei propri figli”.

Riguardo la sicurezza ci spiega che soprattutto in campo bici (road in particolare) la sfida è coniugare sicurezza con prestazione. Il casco più sicuro sarebbe largo 1mt, ma dubito che qualcuno riuscirebbe a farci una tappa del Giro d’Italia senza svenirci dentro”. Per questo il team di R&D di POC (tutti ragazzi svedesi praticanti di sci e bici) si spremono le meningi per migliorare i prodotti in questo senso.

Ma non solo protezione passiva. E per questo POC è molto attiva nel settore degli accessori ad alta visibilità, e delle protezioni in generale, con la ricerca di nuovi tessuti anche per il settore strada. O l’attenzione che stanno ponendo nel settore Commuting, per cui hanno attivato una collaborazione con Volvo per avere accesso al loro database sulle modalità e statistiche riguardanti gli incidenti in ambiente urbano. Ma di questo si parlerà in futuro.

Ovviamente durante la visita ho potuto vedere e toccare con mano nuovi prodotti, ma saranno presentati ad Eurobike, quindi ne riparleremo allora.

Visita che si è conclusa con un giro in mtb in una foresta alle porte di Stoccolma, dove Stefan ha raccontato da dove viene il nome POC (per chi già non lo sapesse): il simbolo scelto come logo di POC, quello presente sui dummies, i manichini, usati nei crash test, gli sembrava composto da due fette di torta, due Piece Of Cake.

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Pubblicato da
Piergiorgio Sbrissa

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