Alexandre Geniez (AG2R) ha vinto la 13^ tappa, con arrivo al faro di Estaca de Bares, il punto più a nord della Spagna. Lo ha fatto portando a termine una fuga di 17 corridori, tra cui Vincenzo Nibali, resistendo agli attacchi di Campanaerts (Lotto-Soudal) e Formolo (Bora-Hansgrohe) e lanciando all’ultimo chilometro una volata in discesa su strada stretta portandola a termine fino al traguardo, resistendo a Dylan Van Baarle (Sky) 2° e Mark Padun (Bahrain-Merida) 3°.
In tutto questo Jesus Herrada (Cofidis), uno dei fuggitivi, veste stasera la maglia rossa di leader della classifica generale con 3’22” su Simon Yates (Mitchelton-Scott) e 3’23” su Alejandro Valverde (Movistar). Herrada è cosi il terzo corridore della Cofidis ad essere primo in classifica generale alla Vuelta dopo David Millar nel 2001 e Sylvain Chavanel nel 2008.
Da segnalare l’incidente avvenuto subito dopo il traguardo per cui un commissario si è messo davanti i corridori appena arrivati. Geniez ha scartato evitandolo, ma non Van Baarle che è caduto pesantemente, cosi come Dylan Teuns (BMC).
Never good when race officials pose a risk for the riders: look what happened after the finish of stage 12 at #LaVuelta18 – glad @Bahrain_Merida's @PadunMark managed to avoid the crash. pic.twitter.com/XHsVkXatll
— MeridaProRoadRacing (@MeridaProRoad) September 6, 2018
Episodio che ha fatto scrivere al presidente dell’associazione corridori Gianni Bugno:
“Sono davvero stanco di assistere a questa superficialità nell’applicare i regolamenti previsti nelle Specificazioni degli Organizzatori. Questa mancanza di attenzione da parte degli organizzatori dimostra una totale mancanza di rispetto nei nostri confronti che abbiamo lavorato tanto per migliorare la sicurezza alle corse e una totale mancanza di considerazione nei confronti dei corridori.
Non siamo più disposti ad accettare scuse a posteriori per incidenti prevedibili. Gli organizzatori devono fare il loro dovere e devono essere penalizzati se non rispettano i regolamenti. L’UCI deve intervenire per verificare che i regolamenti vengano rispettati. Non ci sono attenuanti. Siamo molto delusi da questa ennesima mancanza di attenzione verso i corridori e verso tutto il lavoro che da mesi stiamo portando avanti. Il ciclismo sta diventando uno sport pericoloso anziché migliorare e questa volta non siamo più disposti ad ascoltare chi non rispetta le regole“.